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Nazioni Unite: concluso il secondo ciclo di Esame Periodico Universale per l'Italia

Foto di alcuni partecipanti seduti all'interno della sala, in alto uno scorcio della volta decorato con sprazzi di colore sul soffitto.
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Nel corso della 28a sessione del Consiglio diritti umani, si è concluso il secondo ciclo di Esame Periodico Universale (UPR) per l’Italia, con l'accettazione di quasi tutte le raccomandazioni ricevute.

Durante la 20a sessione di UPR (ottobre-novembre 2014) è stata analizzata la situazione dei diritti umani in Italia, il cui rapporto degli esiti contiene un resoconto del dialogo interattivo e delle raccomandazioni e osservazioni sull'Italia.
Nel rapporto del gruppo di lavoro si evince come il dialogo interattivo tra gli Stati abbia toccato diverse tematiche, come ad esempio il processo in corso per dotarsi di un’istituzione nazionale per i diritti umani, la questione dell’immigrazione ed anche la stigmatizzazione di particolari gruppi etnici o sociali.

Per quanto riguarda le raccomandazioni degli Stati, l’Italia ha ricevuto 186 raccomandazioni, il doppio rispetto al primo ciclo.
Le raccomandazioni insistono su alcuni particolari aspetti di mancata implementazione degli obblighi in tema di diritti umani, tra i quali i più richiamati sono: la mancata ratifica degli strumenti internazionali e attuazione di quelli già ratificati (racc. 1-23, 49, 55); la mancanza di istituzioni nazionali per i diritti umani (racc. 26-48, 50-51); la questione delle discriminazioni razziali (racc. 61-90); i diritti delle minoranze nazionali (racc.144-159) ed i diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo (racc.160-182).

Anche la società civile ha partecipato attivamente alla discussione, portando proprie osservazioni e fornendo un punto di vista alternativo al rapporto nazionale. Tra le Organizzazioni partecipanti figura anche il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, il quale ha posto l'accento sull'urgente necessità della creazione di un'istituzione nazionale per i diritti umani, in quanto non ci sono ancora state azioni concrete in questa direzione.

Quindi, lo scorso 18 marzo, nel corso della sessione del Consiglio diritti umani, l’Italia ha reso note le proprie intenzioni, accettando quasi tutte le 186 raccomandazioni ricevute, in quanto già implementate o in corso di implementazione.
Quelle non accolte sono solo le seguenti:

- Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei lavoratori migranti (racc. 1-6): il quadro legislativo italiano garantisce già i diritti dei migranti, sia che regolari che irregolari;
- Violenza sui bambini come strumento educativo (racc. 126-127): l’Italia garantisce già la protezione dei bambini da ogni forma di violenza;
- Respingimenti collettivi in Grecia (racc. 170): l’Italia non fa respingimenti collettivi, ogni migrante viene propriamente identificato ed il caso trattato individualmente.

Infine, la raccomandazione n. 182 - inclusione di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, nei piani e programmi nazioni al fine di assicurare il rispetto dei loro diritti umani - è stata parzialmente accettata, in quanto i programmi e piani d’integrazione riguardano tutti i migranti regolari e sono estesi anche a coloro che presentano domanda di protezione internazionale.

Per una descrizione dettagliata della UPR dell'Italia, primo e secondo ciclo, si rimanda al dossier "I diritti umani nelle Nazioni Unite".

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