Nazioni Unite: sessione del Consiglio diritti umani sui diritti dei popoli indigeni
Il 20 settembre 2011 il Consiglio diritti umani ha discusso la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei popoli indigeni. Sono intervenuti il Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei popoli indigeni, James Anaya; il Presidente del Meccanismo di esperti sui diritti dei popoli indigeni, Vital Bambanze e il Presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo volontario per la popolazioni indigene, Melakou Tegegn.
Il Relatore speciale ha presentato il suo rapporto che analizza l'impatto delle attività estrattive che si sviluppano all'interno o vicino ai territori indigeni. L'analisi è stata condotta grazie anche alla somministrazione di un questionario ai governi, ai popoli indigeni, alle grandi compagnie e alla società civile. Anaya ha espresso il bisogno e la volontà di proseguire nello studio del tema attraverso ulteriori consultazioni e per promuovere l'operazionalizzazione dei diritti dei popoli indigeni nel contesto dell'estrazione delle risorse naturali nei loro territori. L'obiettivo ultimo è presentare delle specifiche linee guida o principi entro il 2013.
Il Relatore speciale ha inoltre riportato al Consiglio le sue principali osservazioni sulle visite effettuate nella regione Sami, in Guatemala, nella Repubblica del Congo, in Nuova Caledonia, in Suriname e in Costa Rica.
La missione nella regione Sami, tra Norvegia, Finlandia e Svezia (aprile 2010), ha portato il Relatore speciale ad esprimere apprezzamento per la grande attenzione dedicata alle questioni indigene, lasciando emergere che, sotto diversi aspetti, le iniziative dei paesi nordici nei confronti del popolo Sami possono essere considerate importanti esempi del modo in cui rendere effettivi i diritti dei popoli indigeni. Tuttavia, molto ancora deve essere fatto per garantire il pieno diritto all'autodeterminazione.
La missione in Guatemala (giugno 2010) si è concentrata sulle conseguenze delle attività estrattive e di altri progetti, sviluppati dentro o vicino ai territori indigeni tradizionali, sui diritti dei popoli indigeni. Viene citato il caso concreto della miniera Marlin, nel Dipartimento di San Marcos, a proposito del quale Anaya raccomanda il rispetto degli obblighi internazionali che regolano la consulta con i popoli indigeni.
La missione nella Repubblica del Congo (Novembre 2010) ha analizzato la situazione di popoli indigeni conosciuti con il nome di Pigmei, generalmente considerati dagli attori governativi e non governativi come popolo indigeno del Congo. Dalla missione sono emersi i profondi svantaggi sociali ed economici di questo gruppo, la sua discriminazione ed esclusione rispetto al resto della società, soprattutto nelle relazioni di lavoro, nella ricerca della casa, nell'educazione, nell'accesso ai servizi sanitari, nella partecipazione alla vita pubblica, così come nell'accesso alla terra e alle risorse naturali.
La missione in Nuova Caledonia (febbraio 2011) ha esaminato la situazione dei popoli Kanak realizzando numerose consultazioni con di versi attori coinvolti: le autorità locali, i membri delle comunità Kanak e le loro autorità, rappresentanti di varie organizzazioni Kanak, membri dei partiti politici, dei sindacati, organizzazioni della società civile e compagnie con interessi minerari. In seguito alla missione, Anaya ha le autorità francesi per discutere della situazione e ha formulato delle raccomandazioni per continuare a sostenere gli sforzi per l'avanzamento dei diritti del popolo Kanak nel quadro degli accordi di Nouméa e del processo di decolonizzazione sostenuto dalle Nazioni Unite.
La missione in Suriname (marzo 2011) ha avuto lo scopo di assistere il governo nello sviluppo di leggi e misure amministrative per garantire i diritti dei popoli indigeni e tribali, in particolare il loro diritto alla terra e alle risorse naturali. Benché il Relatore speciale abbia dato suggerimenti sul contenuto minimo di una tali misure, egli ha sottolineato che una nuova legislazione sulla materia deve essere il risultato di un processo partecipativo assistito da istituzioni internazionali in cui siano coinvolti i popoli interessati.
La missione in Costa Rica ha esaminato la situazione dei popoli indigeni colpiti dal progetto idroelettrico El Diquis che prevede la costruzione di una diga e una centrale idroelettrica sul Rio Grande de Térraba nel sud-est del paese al fine di produrre energia elettrica su larga scala. Il Relatore speciale ha formulato raccomandazioni urgenti al governo costaricano quali: l'adeguata consultazione secondo gli standard internazionali della consulta previa, libera ed informata, l'adeguamento delle procedure di consulta ai tradizionali processi di rappresentanza e alle tradizionali forme di organizzazione indigena rispetto ai processi decisionali, l'adozione di misure per mitigare lo squilibrio di potere tra le parti, l'invito ad farsi assistere da un gruppo di esperti indipendenti che possa facilitare il processo.
Il Presidente del Meccanismo di esperti, Vital Bambanze, ha presentato lo studio sui popoli indigeni e il loro diritto di partecipazione nei processi decisionali. Tale documento è complementare al rapporto presentato nel 2010 sullo stesso tema che fornisce anche un approfondimento sul ruolo delle donne nei processi decisionali delle comunità indigene.
Il Presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo volontario, Melakou Tegegn, ha espresso preoccupazione per un calo del 70% dei contributi negli ultimi quattro anni, circostanza che ha determinato straordinarie difficoltà per il Fondo e per il perseguimento degli obiettivi del suo mandato e cioè assistere i rappresentanti di organizzazioni e comunità indigene per eliminare gli ostacoli che impediscono loro di partecipare ai processi decisionali dei meccanismi delle Nazioni Unite.
Al termine delle tre relazioni il Consiglio diritti umani ha tenuto un gruppo di discussione sul ruolo delle lingue e delle culture nella protezione del benessere e dell'identità dei popoli indigeni.