Nazioni Unite: Un approccio basato sui diritti umani per il diritto alla casa, alla terra e alla proprietà delle persone sfollate
La relatrice speciale per i diritti umani degli sfollati interni (Internally Displaced Persons, IDPs) - Cecilia Jimenez-Damary - ha presentato un report al Consiglio ONU dei Diritti umani, per chiedere agli Stati membri di esaminare la questione del diritto alla casa, alla terra e alla proprietà delle persone sfollate con un'ottica improntata ai diritti umani.
Nel report si ribadisce come sia necessario affrontare tale questione con un approccio più ampio, includendo tutte le parti interessate, in materia di sviluppo, aiuto umanitario, pace e clima; si fa inoltre riferimento alla vulnerabilità di specifiche fasce della popolazione, come le donne, le popolazioni indigene e coloro che vivono di pastorizia, in quanto meno agevolati nel diritto alla sicurezza abitativa, e all'uso, alla proprietà ed ereditarietà dei terreni; una situazione che viene esacerbata nei contesti di conflitto e post-conflitto.
Stando ai dati dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, circa 82 milioni di persone nel 2020 sono state costrette a fuggire dalla propria casa nel loro Paese d'origine, a seguito di persecuzioni, conflitti e violazioni dei diritti umani; di questi, circa 48 milioni sono stati gli sfollati interni.
La relatrice speciale si rivolge agli Stati membri perché adottino suddetto approccio, e ribadisce che "il fatto di guardare a queste tematiche con uno sguardo più ampio, può aiutare a prevenire e ridurre il dislocamento delle persone, può contribuire a salvare le loro vite e i loro diritti umani fondamentali, aprendo la strada a soluzioni durature e sostenibili per tutte le persone sfollate".
A questo scopo la relatrice speciale conclude ricordando l'importanza di includere le persone sfollate, in quanto soggetti direttamente interessati, nei processi decisionali che li riguardano, sui temi del diritto alla casa, alla terra e alla proprietà.