Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): le nazioni adottano un impegno storico per proteggersi dalle future pandemie
Il 20 maggio 2025, dopo tre anni di intense trattative a seguito della pandemia di Covid 19, è stato adottato il primo accordo internazionale al mondo volto alla prevenzione, alla protezione e alla risposta alle future pandemie. La pandemia di COVID-19 ha causato circa sette milioni di vittime in tutto il mondo, ha avuto un impatto negativo sull'economia globale e ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutto il mondo.
L'accordo è stato promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione della sua Assemblea Mondiale della Sanità annuale. Il documento ha ricevuto una maggioranza schiacciante di approvazioni da parte degli Stati membri dell'OMS con 124 voti a favore, zero obiezioni e 11 astensioni. Tra i paesi che si sono astenuti dal voto figurano Polonia, Israele, Italia, Russia, Slovacchia e Iran. Dopo la votazione, a queste nazioni è stata data la possibilità di chiarire la loro posizione. La Russia ha sollevato preoccupazioni in merito alla sovranità, mentre il rappresentante polacco ha chiarito che non era possibile approvare l'accordo prima di aver condotto una valutazione interna. Il rappresentante dell'Iran ha espresso rammarico per la “mancanza di impegni vincolanti in materia di accesso senza ostacoli ed equo accesso alle contromisure mediche, al trasferimento di tecnologia e know-how, e per il silenzio persistente sull'impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sui sistemi sanitari”, affermando che “le principali preoccupazioni dei paesi in via di sviluppo non sono state affrontate”. Gli Stati Uniti, che avevano avviato un processo durato un anno per ritirarsi dall'OMS, sono intervenuti in modo significativo durante la sessione di alto livello che ha preceduto la votazione. Tuttavia, hanno deciso di non partecipare al processo di voto stesso.
Durante i lunghi negoziati sono state ripetutamente sollevate preoccupazioni sulla sovranità nazionale, con alcune parti che hanno espresso timori per una potenziale interferenza dell'OMS. Per rispondere a queste preoccupazioni, l'accordo ha esplicitamente affermato che nessuna delle sue disposizioni conferisce all'OMS l'autorità di modificare o ostacolare le leggi nazionali. Inoltre, ha chiarito che l'OMS non può obbligare i paesi ad attuare misure specifiche come restrizioni di viaggio, obblighi vaccinali o lockdown.
Si tratta di un risultato significativo, poiché la pandemia di Covid ha messo in luce diverse disparità nella diagnosi, nel trattamento e nell'accesso ai vaccini all'interno dei singoli paesi e tra di essi. Il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha osservato che “l'accordo è una vittoria per la salute pubblica, la scienza e l'azione multilaterale”, sottolineandone il potenziale per garantire una migliore preparazione globale alle future crisi sanitarie. L'Assemblea mondiale della sanità 2025, presieduta dal dottor Teodoro Herbosa, segretario del Dipartimento della salute delle Filippine, ha ulteriormente sottolineato l'importanza dell'accordo. Il dottor Herbosa ha osservato: “Proprio come il COVID-19 è stata un'emergenza senza precedenti, l'accordo dell'OMS sulle pandemie rappresenta un'opportunità unica per applicare gli insegnamenti tratti da quella crisi”.
Al fine di attuare l'accordo, sarà istituito un gruppo di lavoro intergovernativo incaricato di creare e negoziare un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici (PABS). I risultati di tale procedura saranno presi in considerazione nell'Assemblea mondiale della sanità del 2026. L'accordo sarà aperto alla firma e alla ratifica, anche da parte degli organi legislativi nazionali, dopo l'adozione dell'appendice PABS da parte dell'Assemblea. Potrà entrare in vigore dopo 60 ratifiche.