Parlamento italiano: adottate la Legge europea e la Legge di delegazione europea 2014
Dall’adozione della legge 24 dicembre 2012, n. 234, l’adeguamento dell’ordinamento italiano all’ordinamento europeo avviene tramite due strumenti legislativi: la legge europea e la legge di delegazione europea. Mentre la prima contiene norme di diretta attuazione del diritto UE volte a porre rimedio ai casi di non corretto recepimento della normativa europea, la seconda contiene le disposizioni di delega necessarie per il recepimento delle direttive e degli altri atti dell’Unione.
Il 29 luglio 2015 il Parlamento ha adottato la legge di delegazione europea 2014 (l. 114/2015). Con particolare riferimento alla protezione dei diritti fondamentali, il provvedimento conferisce al Governo italiano delega di recepire la decisione quadro del Consiglio relativa alla considerazione delle decisioni di condanna tra Stati membri dell'Unione europea in occasione di un nuovo procedimento penale (2008/675/GAI del 24 luglio 2008) e numerose altre decisioni quadro in materia di cooperazione giudiziaria penale.
Il medesimo giorno, il Parlamento ha altresì adottato la legge 115/2015 recante disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea (Legge europea 2014). Nell’ambito di tale provvedimento, interventi concernenti la tutela dei diritti fondamentali hanno riguardato: modifiche all'articolo 5, comma 7-ter, secondo periodo, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (procedura di infrazione n. 2014/2235); disposizioni di attuazione della direttiva 2009/13/CE sul lavoro marittimo (procedura di infrazione n. 2014/0515); disposizioni in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri temporanei o mobili (caso EU Pilot 6155/14/EMPL).
Secondo i dati forniti dal Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al 16 luglio 2015 l’Italia risultava oggetto di 99 procedure di infrazione, di cui 75 per violazione del diritto dell'Unione e 24 per mancato recepimento di direttive.