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UNHCR: la rotta mediterranea sta diventando ancora più pericolosa

Migranti soccorsi al largo delle coste libiche in aprile dall'ONG SOS Méditerranée.
© SOS Méditerranée/Fabian Mondl

I dati ufficiali recentemente rilasciati dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati contano 3231 persone morte o disperse nel mar Mediterraneo nel 2021, in chiaro aumento rispetto al 2020.

Il numero di vittime di naufragio è pari a quello del 2014, anno culmine della fuga dalla guerra civile siriana, durante il quale numero di persone che hanno attraversato il mare per raggiungere l'Europa era quasi il doppio rispetto al 2021.

L’Alto Commissariato ha definito la situazione tragica, perdurante nel tempo e troppo largamente ignorata.

Fra i rifugiati che attraversano il Mediterraneo, alcuni sono alla ricerca di migliori condizioni di vita e lavoro, molti altri sono in fuga da conflitti, violenza e persecuzioni e provengono soprattutto dalle regioni dell’Africa orientale e dal Corno d’Africa.

Un incaricato dell’Alto Commissariato ha sottolineato che morti, abusi e violenze sono in aumento anche nei Paesi di origine e di transito dei migranti, prima che i migranti si imbarchino.

Nel tentativo di prevenire morti e proteggere i rifugiati e richiedenti asilo dai rischi in cui incorrono nell’imbarcarsi in traversate pericolose, lo scorso aprile l’Alto Commissariato ha lanciato un appello chiedendo ulteriore protezione da parte degli Stati per i migranti e rifugiati , ricerca di nuove soluzioni e nuovi finanziamenti.

L’appello chiede  l’aumento di assistenza umanitaria, supporto e soluzioni per persone bisognose di protezione internazionale e per coloro che sono sopravvissuti a gravi violazioni dei diritti umani; e chiede inoltre che gli Stati si impegnino per promuovere soluzioni alternative più sicure e si impegnino concretamente per rafforzare le azioni umanitarie, per la pace e per lo  sviluppo.

L’appello è rivolto a 25 paesi, collegati da rotte marittime o di terra usate da migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

L’Alto Commissariato per i Rifugiati si è inoltre unito all’appello di altre agenzie delle Nazioni Unite, chiedendo che gli Stati prendano delle misure volte ad assicurare che le persone recuperate in mare vengano trasportate in posti in cui i loro diritti umani vengono rispettati.

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