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Oggi, la realtà istituzionale dei diritti umani risulta organizzata, oltre che in un “sistema universale” gestito dalle NU, anche in diversi “sistemi regionali”, gestiti nella sfera operativa di Organizzazioni regionali quali il Consiglio d’Europa (CoE, Stati parte 47), l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA, Stati parte 34), l’Unione Africana (UA, Stati Parte 53), la Lega degli Stati Arabi (Stati parte 22, peraltro tutt'ora in via embrionale).
Questi sistemi operano sulla base del “nuovo” Diritto internazionale, le cui fonti principali sono, rispettivamente: la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali del 1950 (costituisce in assoluto il primo trattato internazionale contenente norme giuridicamente vincolanti e la previsione di apposite procedure di garanzia); la analoga Convenzione interamericana del 1969, la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli del 1981, la Carta araba dei diritti umani del 2004.
A questi documenti principali, si aggiungono numerose altre fonti a livello internazionale: secondo dati forniti dall’UNESCO, al 30 giugno 2011 sono ben 132 i trattati e le convenzioni che tutelano i diritti umani, sia a livello universale che regionale, di cui:
Rispetto al sistema universale, la particolarità dei sistemi regionali risiede soprattutto nel fatto che alcuni di essi si sono dotati di un meccanismo di controllo giurisdizionale in materia di diritti umani, affidato a vere e proprie Corti sopranazionali in grado di emanare sentenze giuridicamente vincolanti per gli Stati:
13/1/2014