Consiglio d'Europa

Il primo Rapporto ECRI sull'Italia (CRI (98) 48)

Particolare che ritrae quattro bambini appoggiati su 4 delle 12 stelle di una grande bandiera del Consiglio d'Europa.
© Consiglio d'Europa

Il primo Rapporto dell'ECRI è stato pubblicato il 15 giugno 1998 ed è aggiornato al 13 giugno 1997.

Essendo un punto di partenza, questo rapporto si pone due obiettivi fondamentali: fotografare la posizione iniziale dell'Italia sui temi della discriminazione e del razzismo ed avviare il dialogo con la società civile su tali temi in vista dei rapporti futuri.

Buone pratiche

  • Nell'ambito dell'insegnamento scolastico, l'ECRI loda le buone pratiche attuate nei confronti delle minoranze francese, tedesca, ladina e slovena, con l'introduzione di insegnamenti bilingue, e sprona l'Italia ad ampliare pratiche di questo tipo.
  • Nell'ambito della formazione delle forze dell'ordine, è stato introdotto l'insegnamento delle lingue straniere per i funzionari addetti al controllo delle frontiere e l'insegnamento dei diritti dell'uomo per gli ufficiali e i sottufficiali delle forze di polizia. L'ECRI plaude a queste iniziative e sollecita l'Italia a continuare su questa strada.
  • Nell'ambito dei media si segnalano programmi come "Non solo nero", un filmato contenente consigli per gli immigrati viventi in Italia, e la trasmissione radiofonica "Permesso di soggiorno", finalizzata a fornire informazioni pratiche. Sovvenzioni statali sono accordate a quotidiani destinati alle minoranze slovena e tedesca.


Raccomandazioni

L'ECRI raccomanda alle autorità italiane di porre in essere una serie di iniziative

  • Ratificare la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie e la Convenzione quadro per la tutela delle minoranze nazionali.
  • Riesaminare la Costituzione per garantire espressamente l'uguaglianza sostanziale a tutte le persone sottoposte alla giurisdizione italiana, e non solo ai cittadini.
  • Esaminare norme che amplino e migliorino la situazione delle minoranze presenti in altre zone d'Italia.
  • Introdurre norme che garantiscano la partecipazione alle elezioni locali degli stranieri e auspica che questa venga introdotta, alla luce dell'aumento da 5 a 10 anni di residenza per la cittadinanza introdotto nel 1992.
  • Applicare la legislazione antidiscriminatoria, in particolare le norme introdotte con la legge n° 205 del 1993.
  • Promulgare delle disposizioni ad hoc per coprire il vuoto nella legislazione amministrativa che non affronta in modo esauriente la discriminazione razziale.
  • Intervenire rapidamente quando vi sono segnalazioni di maltrattamenti nei confronti dei detenuti extracomunitari.
  • Istituire organi specializzati, come l'Ombudsman o una commissione speciale, che possano rappresentare il fulcro di una lotta più efficace contro la discriminazione, sull'esempio di altri Paesi.
  • Dare attuazione al programma delle Nazioni Unite per l'insegnamento e l'informazione in materia di diritti umani del 1995.
  • Promuovere una campagna d'informazione sui temi della legislazione riguardante gli stranieri.
  • Redigere statistiche più affidabili e standardizzate.
  • Sollecitare i media pubblici e privati a rispondere alle esigenze sia degli immigrati che dei cittadini nei confronti dell'immigrazione.
  • Istituire un sistema migliore e più equo di assegnazione degli alloggi in collaborazione con le organizzazioni della società civile.
  • Adottare misure che consentano di coordinare maggiormente le attività tra Stato e società civile.


Per il testo completo del Rapporto e delle convenzioni citate si rimanda agli allegati.

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Parole chiave

Consiglio d'Europa non-discriminazione razzismo Italia