La Carta delle Nazioni Unite e la machinery sul disarmo
L’obiettivo del disarmo multilaterale e della limitazione della produzione e del commercio di armi costituisce un aspetto fondamentale delle politiche elaborate dalle Nazioni Unite per garantire la pace e la sicurezza internazionali. La lettura combinata degli articoli 1 e 2 della Carta delle Nazioni Unite, che contengono i fini e gli obiettivi dell’Organizzazione, non può che portarci a concludere nel senso dell’esistenza di un principio generale di disarmo: si considerino, ad esempio, il riferimento ai diritti umani fondamentali e all’obiettivo della risoluzione pacifica delle controversie. La Carta delle Nazioni Unite affronta inoltre, in maniera esplicita, le questioni relative al disarmo e alla disciplina degli armamenti agli articoli 11, 26 e 47.
Il primo comma dell’art. 11 individua nell’Assemblea Generale l’organo avente competenza ad esaminare i principi in materia di disarmo e ad adottare raccomandazioni al riguardo. In seno all’Assemblea generale, le questioni relative al disarmo sono esaminate dal Primo Comitato (Disarmo e Sicurezza internazionale), che adotta progetti di risoluzione che sono successivamente presentati all’attenzione dell’Assemblea. Essa, inoltre, ha tenuto tre sessioni speciali sul disarmo, rispettivamente nel 1978, nel 1982 e nel 1988. Sin dal 1995, l’Assemblea sta valutando la possibilità di organizzare una quarta sessione speciale. A tal fine, nel 2003 e nel 2007 sono stati costituiti due Gruppi di lavoro con il mandato di discutere gli obiettivi e l’agenda di un’eventuale quarta sessione. A seguito di una risoluzione dell’Assemblea Generale, un altro Gruppo di Lavoro Aperto (OEWG) è stato convocato per tre sessioni tra il 2016 e 2017 per considerare gli obiettivi e l’agenda della sessione. Grazie alla leadership di Fernando Luque, l’OEWG è riuscito a raggiungere un consenso per le raccomandazione da trasmettere all'Assemblea Generale nel giugno 2017.
L’Assemblea Generale è dotata anche di un organo sussidiario in materia, la Commissione per il disarmo. Istituita inizialmente nel 1952 (Risoluzione 502 (VI) del 4 gennaio 1952), e rinnovata nel mandato e nella composizione nel 1978, al termine della prima Sessione speciale dell’Assemblea Generale sul disarmo, ha un mandato generale di discutere i temi relativi al disarmo. Composta da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, si riunisce annualmente per un periodo di tre settimane ed è tenuta a sottoporre all’Assemblea Generale un rapporto annuale sulle proprie attività.
Infine, nel 1992, a seguito della Risoluzione dell’Assemblea Generale 46/37 B del 1991, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha istituito il Comitato consultivo permanente delle Nazioni Unite sulle questioni di sicurezza nell’Africa Centrale (UNSAC), al fine di promuovere la limitazione degli armamenti, il disarmo, la non-proliferazione e lo sviluppo nella regione. Il Comitato, composto da 11 Stati membri (Angola, Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Guinea Equatoriale, Gabon, Ruanda, e Sao Tome e Principe), si riunisce due volte all’anno a livello ministeriale, per discutere, generalmente, della situazione geo-politica della regione e dei programmi di disarmo e non-proliferazione.
Al Consiglio di Sicurezza, l’art. 26 della Carta delle Nazioni Unite affida la responsabilità di formulare piani per l’istituzione di un sistema di disciplina degli armamenti, in collaborazione con il Comitato di Stato Maggiore che, ai sensi dell’art. 47, avrebbe dovuto coadiuvare il Consiglio in materia di “disciplina degli armamenti e […] eventuale disarmo”. Il Comitato di Stato Maggiore, tuttavia, non è mai stato messo nelle condizioni di adempiere al proprio mandato. Il contenuto dell’art. 26 è stato oggetto di un dibattito tematico generale del Consiglio di Sicurezza, che si è svolto il 19 novembre 2008, sul tema del rafforzamento della sicurezza collettiva attraverso una generale regolazione e riduzione degli armamenti. Al termine del dibattito, il Presidente del Consiglio Oscar Arias Sánchez (Costa Rica) ha presentato un Presidential Statement nel quale, a nome di tutti i membri del Consiglio, è stato ribadito che la regolamentazione e la riduzione di armamenti e forze armate rappresentano alcune delle misure più importanti per promuovere la pace e la sicurezza internazionali con il minimo dispendio di risorse internazionali economiche ed umane.
Il 28 aprile 2004, il Consiglio di Sicurezza ha adottato all’unanimità la Risoluzione 1540 (2004), ai sensi del Cap. VII della Carta delle Nazioni Unite, imponendo agli Stati, tra l’altro, di astenersi da qualunque azione che possa favorire in qualsiasi modo lo sviluppo, l’acquisizione, la produzione, il possesso, il trasporto, il trasferimento o l’uso di armi nucleari, chimiche o batteriologiche da parte di attori non-statali. Poiché la Risoluzione prevede anche la predisposizione, da parte degli Stati, di una serie di meccanismi interni per prevenire la proliferazione di queste armi, il Consiglio ha deciso di istituire un Comitato (il c.d Comitato 1540) per monitorare l’implementazione della Risoluzione da parte degli Stati e fornire, eventualmente, un’adeguata assistenza tecnica. Il Comitato, composto da tutti gli Stati del Consiglio di Sicurezza, produce, oltre ai rapporti annuali, anche dei rapporti complessivi sullo stato di implementazione della risoluzione. Questi ultimi attualmente sono tre, pubblicati rispettivamente nel 2009, nel 2016 e nel 2022 (previsto nel 2020 ma ritardato a causa della pandemia COVID-19). Nel novembre 2022 il Consiglio di Sicurezza ha adottato all’unanimità la risoluzione 2663, in seguito alla quale il mandato del Comitato 1540 è stato esteso per un periodo di 10 anni, fino al 30 novembre 2032.
Il 24 settembre 2009, inoltre, nel corso di un Summit a livello di Capi di Stato e di Governo (il quinto nella storia del Consiglio di Sicurezza), presieduto dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il Consiglio ha affermato il proprio impegno per un mondo libero dalle armi nucleari e ha stabilito un quadro generale d’azione per la riduzione della minaccia nucleare globale. Il Summit si è aperto con l’adozione unanime della Risoluzione 1887, con cui il Consiglio invita gli Stati a firmare e ratificare il Trattato di non-proliferazione nucleare, e istituisce meccanismi di deterrenza aggiuntivi per prevenire le denunce del Trattato. Inoltre, il Consiglio ha invitato gli Stati ad astenersi dal condurre test nucleari e a firmare e ratificare il Trattato per il bando totale dei test nucleari, cosicché possa entrare in vigore nel più breve tempo possibile.
Anche all’interno del Segretariato delle Nazioni Unite operano diversi uffici e dipartimenti che si occupano dei temi del disarmo. In particolare, l’Ufficio per gli affari sul disarmo (UNODA) ha il compito di favorire l’implementazione delle decisioni dell’Assemblea Generale in materia di disarmo. L’Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo (UNIDIR) conduce ricerche e studi indipendenti sul disarmo e le tematiche ad esso connesse, tra cui la sicurezza internazionale.
Il Comitato consultivo del Segretario Generale delle Nazioni Unite per le questioni del disarmo fornisce al Segretario Generale pareri e raccomandazioni sui temi del disarmo in generale, nonché sulle modalità di implementazione del Programma di informazione delle Nazioni Unite sul disarmo. Istituito inizialmente nel 1978, il suo mandato è stato rinnovato nel 1999 con Decisione 54/418 dell’Assemblea Generale; nel 2024 conta 15 membri, provenienti da tutte le regioni del mondo, nominati dal Segretario Generale sulla base della loro conoscenza ed esperienza nel campo del disarmo e della sicurezza internazionale.
Infine, la machinery delle Nazioni Unite sul disarmo è completata dalla Conferenza sul disarmo, unico foro negoziale multilaterale in materia, comprende attualmente 65 membri permanenti. Poiché la Conferenza affronta temi che riguardano direttamente questioni di sicurezza nazionale degli Stati, i suoi lavori si svolgono sulla base della stretta osservanza del principio del consenso di tutti gli Stati. Tale modalità operativa non ha impedito alla Conferenza di concludere con successo, ad esempio, i negoziati sulla Convenzione sulle armi chimiche e sul Trattato per il bando totale dei test nucleari; tuttavia, dal 1997, la Conferenza non è stata in grado di approvare un’agenda sostanziale dei lavori, a causa della mancanza di consenso tra i suoi membri in merito alle priorità del disarmo.