Quando l’orientamento diventa marketing: rischi e alternative per accompagnare i giovani

L’articolo pubblicato da un quotidiano locale (Il Mattino di Padova), che racconta il progetto pilota “Scopri il talento per l’orientamento” dal titolo “Un progetto pilota per l’orientamento scolastico” promosso da Esu Padova in collaborazione con la società privata Gate Italy, ha sollevato in chi scrive numerosi interrogativi. Non solo per l’approccio comunicativo riduttivo, che presenta l’orientamento come un semplice test da somministrare a studenti di 17-19 anni, ma anche per il messaggio implicito che veicola: ovvero, che l’orientamento sia una procedura accessoria e predittiva, attuabile da chiunque, anche senza un reale background scientifico nel campo.
Chi scrive si occupa da anni di orientamento, un’area di studio e pratica professionale riconosciuta a livello internazionale, e osserva con crescente preoccupazione la deriva semplificatoria con cui viene trattato questo ambito. Ridurre l’orientamento a un “test per trovare la facoltà giusta” significa svilirne il valore scientifico, etico, educativo e sociale. Significa dimenticare che esistono, in Italia, realtà consolidate come la SIO – Società Italiana per l’Orientamento, che riunisce studiosi e studiose e professionisti/e, e che l’Università di Padova stessa ospita centri di ricerca e formazione d’eccellenza su questo tema, come dimostrano i percorsi formativi diretti dalla Prof.ssa Laura Nota, i progetti del La.R.I.O.S., corsi di alta formazione, master, assegni di ricerca e dottorati dedicati a questa disciplina.
Come possiamo giustificare, allora, che un progetto di orientamento venga promosso da ESU – un ente regionale per il diritto allo studio, istituzionalmente autonomo rispetto all’Università di Padova ma in rapporto funzionale con essa – con soggetti esterni al mondo accademico dell’orientamento, la cui produzione scientifica nel settore non risulta documentata o consolidata secondo i parametri della comunità di riferimento? Ci si chiede con quale coerenza questo avvenga mentre la stessa Università sottoscrive accordi con enti pubblici e investe risorse nella formazione di esperti in grado di supportare processi decisionali complessi attraverso pratiche fondate su evidenze scientifiche. Perché non rivolgersi prima di tutto all'ente vicino ed esperto?
Il progetto "Scopri il talento per l’orientamento", come emerge sia dalla pagina web ufficiale che dalla presentazione PDF, fa esplicito riferimento all’uso di test psicologici e analisi statistiche, in particolare legati alle intelligenze multiple, all’autoefficacia e alla visualizzazione mentale. Questo orientamento, nella forma di test standardizzati, viene proposto come strumento scientifico per guidare gli studenti nella scelta del percorso universitario o professionale. Tuttavia, ridurre l'orientamento a un test sulle "matrici del talento" e "preferenze professionali" equivale, come già denunciato da Salvatore Soresi (2023, 2024), a svuotare l’orientamento della sua dimensione educativa, trasformativa e critica. Il modello proposto si ispira a un’idea predittiva e prescrittiva dell’orientamento, che si colloca all'opposto della prospettiva del Life Design, dove il focus è sulla co-costruzione del significato, l’apertura ai futuri possibili, la promozione della speranza e del pensiero critico. In tal senso, va citato il fondamentale lavoro di Savickas e colleghi (2009) sul career construction e il Life Design, che promuove un orientamento fondato sull’agire narrativo, sull’identità come processo e sulla capacità delle persone di dare forma alla propria vita anche in contesti instabili. Questa visione è stata ripresa e ampliata anche da diversi studiosi e studiose a livello internazionale, come ad esempio Laura Nota (Università di Padova), José Duarte (Università di Lisbona), Jean Guichard (CNAM-Parigi), Salvatore Soresi (Università di Padova), Mark Savickas (Northeast Ohio Medical University), Erik Salvatore Rossier (Università di Losanna), Raoul Van Esbroeck (Vrije Universiteit Brussel). Questi studiosi, attivamente coinvolti nel gruppo internazionale di ricerca che da anni sviluppa e aggiorna l'approccio teorico-concettuale del Life Design, operano in sinergia con reti accademiche e professionali come la European Society for Vocational Designing and Career Counseling (ESVDC), la Society of Vocational Psychology (SVP) e la National Career Development Association (NCDA).
A sostegno di questa visione, si è recentemente svolto a Joensuu, in Finlandia, il convegno internazionale "Career Guidance and Counselling for Hope in the Anthropocene" (marzo 2025), organizzato nel quadro della rete UNESCO UNITWIN Chair on Lifelong Guidance and Counseling, con il coinvolgimento diretto di docenti dell'Università di Padova che lavorano attivamente in ambito orientativo (non affiliati alla società Gate Italy). Il convegno ha riunito esperti da tutto il mondo per riflettere sul ruolo dell’orientamento in un tempo di crisi ecologiche, sociali ed economiche. Le lectio magistralis di Meenakshi Chhabra, David Blustein e Antti Rajala, e l'intervento video di Jean Guichard, hanno riaffermato che l’orientamento deve essere una pratica etica, relazionale, utopica e sostenibile, capace di coltivare speranza e dignità. Lontano da ogni visione deterministica o adattiva al mercato, l’orientamento viene concepito come uno spazio per la riflessione critica e per la co-costruzione di futuri desiderabili e condivisi. I workshop e le sessioni parallele hanno sottolineato l'importanza di approcci narrativi, partecipativi e situati, confermando la necessità di pratiche orientative fondate su consapevolezza e giustizia sociale.
Nel materiale presentato dal progetto padovano non viene mai esplicitato quali strumenti psicometrici siano stati utilizzati. Le affermazioni sulla "validazione scientifica" del test sono generiche e non documentate. Si parla di intelligenze multiple, ma Howard Gardner stesso ha sempre sottolineato che la sua teoria non è uno strumento diagnostico. L’assenza di riferimenti a requisiti di attendibilità, validità e standardizzazione suggerisce un uso strumentale e potenzialmente fuorviante delle valutazioni psicologiche. Il messaggio implicito è che ogni studente possa "scoprire il proprio talento" e fare la "scelta giusta" semplicemente attraverso un test. Questo si avvicina pericolosamente a una visione meritocratica e individualistica, che ignora completamente i contesti socio-culturali, le disuguaglianze strutturali e le influenze ambientali, elementi centrali nella teoria del Life Design e nella psicologia del lavoro dignitoso di Blustein (2009).
È paradossale che, nonostante l’Università di Padova sia tra le istituzioni che più hanno investito nella formazione scientifica di orientatori e orientatrici, nella ricerca interdisciplinare e nella costruzione di reti internazionali (SIO, ESVDC, NCDA, SVP), venga promossa – in un contesto istituzionalmente vicino – un’iniziativa che affida l’orientamento a soggetti non specializzati, con un’impostazione pedagogicamente semplificata. Anche se non direttamente attribuibile all’Ateneo, la prossimità istituzionale e il mancato coinvolgimento dei suoi esperti rende la scelta quanto meno discutibile. Forse, come suggerisce provocatoriamente Soresi (2024), dovremmo riflettere sul rischio che anche ambienti culturalmente prossimi all’università contribuiscano – seppur involontariamente – alla produzione di agnotologia: quella forma di ignoranza costruita che può diffondersi anche nei contesti accademici quando si ignorano riferimenti teorici e scientifici consolidati a favore di visioni semplificate e funzionali a logiche di mercato. L'uso disinvolto e non fondato di termini come "talento", "realizzazione", "soft skills" o "formazione personalizzata" contribuisce all'usura semantica, offuscando la complessità del sapere orientativo con un linguaggio accattivante ma privo di rigore epistemologico.
Nel materiale pubblicato da Gate Italy mancano totalmente parole come: futuro, sostenibilità, speranza, partecipazione, cittadinanza, giustizia sociale, progettazione, aspirazioni collettive, che invece rappresentano i pilastri concettuali più avanzati e condivisi a livello internazionale dell’orientamento contemporaneo (Nota & Soresi, 2020; Pitzalis & Nota, 2024).
Il progetto “Scopri il talento” si presenta come una soluzione innovativa ma, alla luce delle riflessioni di Soresi, Nota, Savickas, Guichard e altri autori del Life Design, rappresenta un passo indietro. Non è nemmeno del tutto nuovo se consideriamo che circa vent'anni fa l'Università di Padova aveva già promosso un sistema orientativo innovativo noto come Magellano, sviluppato in collaborazione con Giunti OS, ancora oggi disponibile sul sito dell'editore. Quel progetto, a differenza di quanto accade oggi, era coordinato da studiosi e studiose con lunga esperienza nel settore tanto da aver ricevuto anche il patrocinio del Presidente della Repubblica, e prevedeva l'utilizzo di strumenti con solide basi psicometriche, validati scientificamente e costruiti per supportare riflessioni articolate sul futuro. Inoltre, si basava su un impianto concettuale rigoroso e su un approccio personalizzato e partecipativo, pensato per accompagnare i giovani nei processi decisionali complessi con un occhio attento alla dignità, alla pluralità dei futuri e alla progettazione consapevole. Al confronto, la proposta attuale appare più povera di fondamenti scientifici, meno attenta al contesto e decisamente semplificata. Propone un orientamento testologico, impersonale, fondato su logiche individualizzanti, che rischia di banalizzare una disciplina complessa e vitale.
Un vero orientamento non si limita a scoprire il talento: lo accompagna, lo contestualizza, lo fa crescere in relazione agli altri e al mondo. L’orientamento non è un test: è una pratica educativa, etica, trasformativa. E va trattata come tale.
Bibliografia
Blustein, D. L. (2019). The importance of work in an age of uncertainty: The eroding work experience in America. Oxford University Press. https://doi.org/10.1093/oso/9780190213701.001.0001
Gardner, H. (1993). Multiple Intelligences: The Theory in Practice. Basic Books.
Nota, L., & Soresi, S. (2020). Sustainable Development, Career Counseling and Career Education. Springer. https://doi.org/10.1007/978-3-030-60046-4
Pitzalis, M., & Nota, L. (2024). L’orientamento a scuola. Per costruire società inclusive, eque, sostenibili. Mondadori Education.
Savickas, M. L., et al. (2009). Life designing: A paradigm for career construction in the 21st century. Journal of Vocational Behavior, 75(3), 239–250. https://doi.org/10.1111/j.1556-6676.2012.00002.x
Soresi, S. (2023). A proposito delle innovazioni introdotte nelle nuove linee guida per l’orientamento. Nuova Secondaria, 7, 70–177.
Soresi, S. (2024). C’è più orientamento al futuro nelle ‘nuove linee guida ministeriali’ o in ChatGPT? Roars, 13 giugno.