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Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani: l’Italia deve rispettare la dignità e l’umanità della detenzione nel caso Cospito

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha richiamato l’Italia al rispetto della dignità e dell’umanità di Alfredo Cospito, attualmente in regime di 41bis e in sciopero della fame da 134 giorni.

La richiesta dell’Alto commissario per i diritti umani è pervenuta il primo marzo ed è stata notificata alla rappresentanza del governo italiano a Ginevra e al legale difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini, che lo scorso 25 febbraio aveva denunciato le condizioni di detenzione del proprio assistito in una comunicazione individuale alla Commissione Diritti Umani.

È a seguito della lettera scritta da Cospito in carcere, in cui dichiarava di essere disposto a morire per rendere noto al mondo cosa realmente sia il 41 bis, che l’ONU ha reagito. Cospito, che in carcere sta facendo lo sciopero della fame, non intende scendere a compromessi, ed è disposto a portare avanti la sua linea fino alle estreme conseguenze, “non come ricatto” ha affermato, “ma perché questa non è vita”.

Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso per l’applicazione di una misura provvisoria che consiste nel richiedere all’Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito, in attesa che si decida sul merito della petizione individuale presentata dal Cospito.

 

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