“Genocidio di Gaza: un crimine collettivo”: il nuovo rapporto di Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati
Francesca Albanese, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi, ha pubblicato un nuovo rapporto in cui sostiene che molti Stati, soprattutto occidentali, abbiano facilitato, legittimato e infine normalizzato la campagna genocida perpetrata da Israele.
Il rapporto “Gaza Genocide: a collective crime” (Genocidio di Gaza: un crimine collettivo) dimostra ulteriormente che, alla luce di questa complicità, il genocidio in corso dei palestinesi deve essere inteso come un crimine abilitato a livello internazionale.
Concentrandosi sull'aiuto e l'assistenza che i paesi terzi hanno fornito all'occupazione illegale israeliana e al conseguente genocidio del popolo palestinese, il documento identifica quattro componenti trasversali legate alle violazioni del diritto internazionale: diplomatica, militare, “umanitaria” ed economica.
Negli ultimi due anni, gli Stati hanno permesso il genocidio a Gaza normalizzando l'occupazione israeliana e non attribuendone la sua responsabilità. Il riconoscimento diplomatico, la partecipazione ai negoziati e le dichiarazioni pubbliche che giustificano la violenza hanno sostenuto le strutture che facilitano le atrocità di massa.
Nonostante le risoluzioni ONU che chiedono embarghi sulle armi dal 1976, molti Stati continuano a fornire supporto militare a Israele. Gli Stati Uniti, la Germania e l'Italia sono tra i maggiori fornitori, dando a Israele i mezzi per mantenere una forza schiacciante, attaccare i civili e limitare gli aiuti umanitari, rendendo questi legami centrali per il sistematico perseguimento dei palestinesi.
Il rapporto critica anche la manipolazione degli aiuti umanitari ed economici, che rafforza le condizioni di privazione limitando l'accesso a risorse essenziali come cibo, acqua, cure mediche e riparo, di fatto trasformando gli aiuti in armi per sostenere le condizioni strutturali del genocidio.
Inoltre, i legami economici e commerciali hanno rafforzato l'economia israeliana, finanziando insediamenti, operazioni militari e politiche oppressive. Traendo profitto da queste strutture, gli Stati terzi hanno indirettamente facilitato la violenza sistemica in corso e la distruzione delle comunità palestinesi.
La Relatrice Speciale conclude che il genocidio a Gaza non è un evento isolato ma parte di un sistema di lunga data di complicità globale. La comunità internazionale lo ha permesso attraverso supporto militare, diplomatico, economico e ideologico, mentre Israele trasforma gli aiuti in armi e commette atrocità di massa.
Il rapporto include raccomandazioni in cui esorta tutti gli Stati a rispettare i loro obblighi legali prevenendo la complicità nelle violazioni di Israele e affrontando gravi violazioni del diritto internazionale, inclusa la Carta ONU e la Convenzione sul Genocidio. In risposta all'emergenza in corso, gli Stati dovrebbero premere per un cessate il fuoco completo, il ritiro delle truppe israeliane e l'immediata revoca del blocco di Gaza per consentire un accesso umanitario sicuro. Oltre la crisi immediata, gli Stati devono riconoscere l'autodeterminazione palestinese, sospendere i legami militari, commerciali e diplomatici con Israele, indagare e perseguire coloro che facilitano il genocidio e altri crimini, e garantire riparazioni e ricostruzione. La piena cooperazione con i tribunali internazionali, il rafforzamento del sostegno ONU e misure nell'ambito dell'iniziativa "Uniting for Peace" sono essenziali per smantellare l'occupazione. La società civile, i sindacati e i cittadini sono chiamati a monitorare le azioni degli Stati e a esercitare pressioni attraverso boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni fino alla fine dell'occupazione illegale e dei crimini correlati.
La responsabilità deve andare oltre i tribunali per includere riparazioni e lo smantellamento delle strutture di potere che permettono tali crimini, sospendendo immediatamente il sostegno a Israele, rispettando il diritto internazionale e ponendo fine alla complicità nel genocidio in corso.