Corte penale internazionale

Giorgia Meloni e i Ministri della Giustizia e degli Interni possibili indagati nel caso del generale libico Najeem Osama Elmasry

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Il capo della polizia giudiziaria libica, il generale Osama Elmasry (Almasri) Najeem, è stato destinatario di un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale (CPI) emesso il 18 gennaio 2025. L'uomo è ricercato per crimini di guerra e crimini contro l'umanità per il suo coinvolgimento nella gestione del carcere di Mitiga, dove torture, trattamenti inumani e violenze sessuali sui detenuti sarebbero stati praticati sistematicamente a partire dal 2015. Dopo il mandato di arresto della CPI, Almasri è stato arrestato il 19 gennaio a Torino, in Italia. Tuttavia, il 21 gennaio 2025, Almasri è stato rilasciato e rimpatriato in Libia. L'Italia, in quanto parte dello Statuto di Roma, apparentemente non ha adempiuto al suo obbligo di cooperare con la CPI.

L'Italia e i membri del governo italiano sono quindi esposti ad alcune conseguenze giudiziarie. Un avvocato del foro di Roma, Luigi Li Gotti, ha presentato una denuncia presso la Procura di Roma contro la decisione del governo di rimpatriare il generale libico. La Presidente del Consiglio dei Ministri Meloni e i Ministri della Giustizia e degli Interni sono stati rinviati a una sezione speciale del Tribunale di Roma (il cosiddetto Tribunale dei Ministri) per favoreggiamento e uso improprio di fondi pubblici (il rimpatrio di Almasri è avvenuto con un volo di Stato). Le autorità italiane hanno sostenuto che Almasri è stato rimpatriato a causa della sua "pericolosità sociale", ma l’esposto del denunciante suggerisce che l’operazione potrebbe invece essere messa in relazione con gli accordi Italia-Libia in materia di migrazioni. La situazione ha esacerbato il dibattito politico interno e intensificato le tensioni tra politici e magistratura.

Il Tribunale dei Ministri ha ora 90 giorni per archiviare il procedimento o avviare l'azione penale. In questo secondo caso, il Parlamento deve comunque votare sull’autorizzazione a procedere e potrà pertanto sospendere qualsiasi procedura fino a che gli esponenti politici esercitano le loro funzioni.

Anche il Procuratore della CPI ha ricevuto una richiesta per avviare un procedimento contro le autorità italiane. Il 5 febbraio 2025, due avvocati in rappresentanza di un rifugiato sudanese in Francia hanno presentato una richiesta di aprire un'indagine contro il Presidente del Consiglio dei Ministri e i che hanno deciso il rimpatrio di Almasri per oltraggio alla Corte (Art. 70 Statuto CPI). Sostengono infatti che, rilasciando Almasri, le autorità italiane hanno danneggiato l'indagine che la CPI dovrebbe condurre sui crimini contro l'umanità che, a loro giudizio, funzionari italiani, di altri stati e dell'UE hanno commesso contro i migranti nel Mar Mediterraneo. Il rifugiato sudanese e sua moglie sono stati detenuti in uno dei centri di detenzione controllati da Almasri, dove hanno subito torture e altre violazioni dei loro diritti umani.

L'Art. 70 dello Statuto CPI dispone che "La Corte eserciterà la propria giurisdizione sui seguenti reati commessi ai danni della amministrazione della giustizia, quando siano commessi intenzionalmente: ... (c) subornare testimoni; ostacolare o intralciare la libera presenza o testimonianza di un testimone; attuare misure di ritorsione nei confronti di un testimone per la sua testimonianza; distruggere o alterare o intralciare la raccolta di elementi di prova".

Infine, il 21 febbraio, il Procuratore della CPI ha chiesto alla Camera Preliminare della Corte di emettere un accertamento formale di non cooperazione da parte dell'Italia, secondo l'Art. 87(7) dello Statuto di Roma. L'Art. 87.7 stabilisce che "[s]e uno Stato Parte non aderisce ad una richiesta di cooperazione della Corte, diversamente da come previsto dal presente Statuto, impedendole in tal modo di esercitare le sue funzioni ed i suoi poteri in forza del presente Statuto, la Corte può prenderne atto ed investire del caso l'Assemblea degli Stati Parti o il Consiglio di Sicurezza se è stata adita da quest'ultimo".

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