Nazioni Unite – Osservazioni conclusive del Comitato dei diritti del bambino sul rapporto dell’Italia
Nel corso della sua 58° sessione (Ginevra, 19 settembre – 7 ottobre 2011), il Comitato dei diritti del bambino ha analizzato il terzo e quarto rapporto dell’Italia relativo all’implementazione a livello nazionale della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino (cfr. news del 17/09/2011).
Lo scorso 6 ottobre, il Comitato ha pubblicato le proprie osservazioni conclusive, contenenti una serie di raccomandazioni al Governo italiano sulle misure legislative e politiche da adottare per migliorare la condizione dei bambini e degli adolescenti in Italia.
Tra gli aspetti positivi, il Comitato ha accolto con soddisfazione l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sull’infanzia e l’adolescenza nel 2007, nonché l’adozione della L. 62/2011 sulla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori; della legge che istituisce il Tutore pubblico nazionale per l’infanzia e l’adolescenza (luglio 2011); della legge sul contrasto allo sfruttamento sessuale dei bambini e della pornografia infantile anche via internet (febbraio 2006); e del Piano d’azione e di intervento nazionale 2010/2011 per la protezione dei diritti e dello sviluppo dei soggetti in età evolutiva.
Le raccomandazioni del comitato riguardano, tra gli altri, i seguenti ambiti:
Piano d’azione nazionale 2010/2011. Il Comitato raccomanda all’Italia di stanziare i fondi necessari per l’implementazione del Piano d’azione senza ulteriori ritardi, e di incoraggiare le Regioni a predisporre i fondi richiesti per le attività a livello regionale. Il Piano d’azione dovrebbe inoltre essere modificato per includere un adeguato sistema di monitoraggio e valutazione.
Monitoraggio indipendente. Il Comitato raccomanda all’Italia di rendere operativo quanto prima il nuovo Ufficio del Tutore pubblico nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e di dotarlo delle necessarie risorse umane, tecniche e finanziarie per garantirne efficacia e indipendenza.
Allocazione delle risorse. Il Governo dovrebbe tutelare i servizi per l’infanzia dai tagli dovuti all’attuale situazione economica e garantire un’equa distribuzione delle risorse tra tutte le Regioni italiane, ponendo particolare attenzione alle risorse per la prima infanzia, i servizi sociali, l’educazione ed i programmi di integrazione dei bambini stranieri.
Non discriminazione. A tal proposito, il Comitato invita l’Italia a: adottare al più presto tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva eliminazione di ogni forma di discriminazione dei bambini di origine rom, in particolare nel sistema educativo e nell’accesso ai servizi essenziali; adottare un piano d’azione nazionale per la prevenzione del razzismo, della discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza; introdurre la circostanza aggravante relativa alle motivazioni di odio all’art. 61 del Codice penale; adottare appropriate misure legislative per eliminare ogni residua discriminazione tra i bambini nati all’interno e quelli nati al di fuori del matrimonio.
Rispetto del parere del bambino. L’Italia dovrebbe introdurre una disposizione normativa di carattere generale che sancisca il diritto del bambino ad esprimere il proprio parere e ad essere ascoltato in tutte le sedi giuridiche, amministrative e in ogni altra istituzione pubblica, così come in famiglia; il Governo, inoltre, dovrebbe redigere delle linee guida per la nomina di curatori speciali per i bambini nei casi di adozione.
Registrazione e nazionalità. L’Italia dovrebbe sancire per legge l’obbligo di registrazione alla nascita per tutti i bambini nati e residenti in Italia (agevolandone la pratica), e facilitare l’accesso alla cittadinanza per quei bambini che altrimenti sarebbero apolidi. A tal fine, dovrebbero essere predisposte adeguate campagne di sensibilizzazione sul diritto per tutti i bambini di essere registrati alla nascita, indipendentemente dal loro stato sociale ed etnico, e dallo status dei loro genitori.
Libertà di pensiero, coscienza e religione. L’Italia dovrebbe garantire che i genitori dei bambini che frequentano le scuole pubbliche siano pienamente consapevoli della natura facoltativa dell’educazione religiosa: a tal fine, il Comitato raccomanda di studiare, identificare e documentare le buone pratiche relative agli insegnamenti alternativi all’educazione religiosa cattolica e, sulla base di tale studio, rendere disponibili tali alternative nei curricola scolastici.
Media e informazione. Il Comitato invita l’Italia a: adottare un Codice media e minori che accolga pienamente quanto previsto dall’art. 17 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino; reintrodurre il Comitato di monitoraggio del Codice internet e minori e garantire che le violazioni del Codice siano soggette ad effettive sanzioni amministrative e giuridiche; promuovere un comportamento responsabile dei media, al fine di combattere il razzismo e l’intolleranza, ed istituire un meccanismo di monitoraggio che vigili sul sistema mediatico.
Violenza contro i minori e punizioni corporali. Il Comitato raccomanda al Governo di riformare la legislazione nazionale al fine di includere il divieto esplicito di ogni forma di punizione corporale, anche nei contesti familiari, e di sensibilizzare i genitori e la popolazione in generale sulle conseguenze di tali punizioni per il benessere dei bambini e sui metodi di disciplina alternativi che siano rispettosi dei diritti dei bambini.
Ambiente familiare. Secondo il parere del Comitato, le politiche di sostegno per le famiglie a basso reddito dovrebbero seguire un approccio olistico, che includa forme di sostegno al reddito, l’educazione e la formazione dei genitori, nonché ogni misura finalizzata a migliorare l’accesso, la disponibilità e la qualità dei programmi di assistenza e di educazione per la prima infanzia.
Bambini privati dell’ambiente familiare. Il Comitato chiede all’Italia di: adottare dei criteri minimi, condivisi a livello nazionale, relativi ai servizi di assistenza offerti dagli istituti di accoglienza per i bambini privati del proprio ambiente familiare, incluse le strutture residenziali e le case-famiglia; assicurare un monitoraggio indipendente dell’operato di tutte le istituzioni e delle persone che si occupano di accogliere ed assistere questi bambini; creare un registro nazionale dei bambini privati del proprio ambiente familiare; modificare la legislazione sull’immigrazione al fine di menzionare esplicitamente il diritto alla riunificazione familiare; assicurare un’adeguata selezione, formazione e supervisione delle famiglie ospitanti, nonché un equo sostegno finanziario.
Adozione. Il Governo dovrebbe promuovere un monitoraggio sistematico di tutte le agenzie private di adozione e considerare la possibilità di regolare o limitare il numero di tali agenzie, al fine di assicurare che i processi di adozione non comportino vantaggi economici per nessuna delle parti in causa. Il Governo, inoltre, dovrebbe monitorare il benessere dei bambini adottati ed analizzare le cause e le conseguenze di eventuali fallimenti.
Bambini con disabilità. L’Italia è chiamata a riconsiderare le proprie politiche per assicurare un approccio incentrato sui diritti umani in relazione ai bambini con disabilità e a promuovere iniziative di formazione e sensibilizzazione su tali tematiche. Particolarmente sensibile è il tema dell’educazione: il Comitato raccomanda all’Italia di assumere un numero adeguato di insegnanti specializzati nelle scuole di ogni ordine e grado, affinché i bambini con disabilità possano effettivamente accedere ad un’educazione inclusiva di alta qualità.
Salute e servizi sanitari. Il Comitato invita l’Italia a: condurre un’analisi dello stato di implementazione del Piano sanitario nazionale 2006-2008 con riferimento al diritto alla salute dei bambini e, sulla base dei risultati ottenuti, adeguare il livello di spesa sanitaria per i bambini; definire senza ulteriori ritardi i Livelli Essenziali di Assistenza; adottare un approccio multidisciplinare per il trattamento dei disordini e delle malattie psicologiche e psicosociali dei bambini, istituendo un sistema organico per la cura delle malattie mentali dei bambini che coinvolga, se del caso, anche la famiglia e la scuola.
Standard di vita. Al fine di affrontare il problema della povertà infantile in maniera sostenibile, l’Italia dovrebbe riformare le proprie politiche sociali, in particolare adottando un approccio multidisciplinare che tenga conto dei fattori sociali, culturali e geografici che determinano la riduzione della povertà, nonché favorendo la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, attraverso la promozione di accordi di lavoro flessibile per entrambi i genitori ed il potenziamento dei servizi di assistenza alla prima infanzia.
Educazione. Il Comitato raccomanda all’Italia di: astenersi da ulteriori tagli al bilancio dell’istruzione, garantendo che le scuole siano dotate delle necessarie risorse umane, tecniche e finanziarie per fornire un’educazione di qualità; introdurre meccanismi di sostegno per i bambini appartenenti a famiglie economicamente svantaggiate; affrontare in maniera efficace la violenza ed il bullismo nelle scuole non limitandosi ad azioni punitive e disciplinari, ma promuovendo misure socio-educative quali consigli studenteschi, campagne di sensibilizzazione sulle regole scolastiche e lo Statuto dello studente, centri di ascolto che permettano agli studenti di riportare tali episodi; tradurre in legge il D.lgs 81/2008 sulla sicurezza nei posti di lavoro in relazione alle scuole; aumentare l’obbligo scolastico a 16 anni; realizzare programmi per migliorare l’integrazione a scuola dei bambini stranieri o appartenenti a minoranze.
Bambini migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Ai sensi del principio del migliore interesse del bambino, ed alla luce della sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2010, il Comitato invita il Governo a riconsiderare la Legge sull’immigrazione al fine di garantire ai bambini migranti un uguale diritto all’educazione, alla salute e ai servizi sociali. L’Italia, inoltre, dovrebbe garantire ad ogni bambino sotto la propria giurisdizione, si trovi esso in mare aperto o all’interno del territorio italiano, il diritto ad un esame individuale del proprio caso, nonché l’accesso immediato alle procedure di asilo e alla conseguente protezione nazionale ed internazionale. Per questo, l’Italia è chiamata a rivedere la propria legislazione interna al fine di proibire le espulsioni di minori, anche per ragioni di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, qualora sussistano sospetti fondati che vi sia il rischio di danni irreparabili per il minore.
Minori non accompagnati. Il Comitato raccomanda all’Italia di istituire una specifica e permanente autorità nazionale per monitorare le condizioni dei minori non accompagnati e soddisfare i loro bisogni essenziali, nonché di adottare delle linee-guida operative che identifichino le modalità di accoglienza, identificazione, valutazione dei bisogni e le strategie di protezione dei minori non accompagnati.
Bambini appartenenti a minoranze. L’Italia dovrebbe adottare, con la partecipazione delle comunità interessate, un piano d’azione nazionale per una genuina integrazione sociale della popolazione rom nella società italiana, affrontando, allo stesso tempo, alcune pratiche dannose, quali i matrimoni precoci.
Amministrazione della giustizia minorile. Il Comitato invita l’Italia a: adottare quanto prima una legge sul sistema carcerario minorile; stanziare adeguate risorse umane, tecniche e finanziarie al sistema giudiziario minorile, al fine di rendere attuabili le misure alternative alla privazione della libertà; condurre un’attenta analisi sul numero eccesivo di minori stranieri e rom nel sistema giudiziario minorile; istituire un meccanismo di monitoraggio indipendente per condurre visite regolari nei luoghi in cui i minori sono privati della loro libertà.
Infine, il Comitato ha formulato diverse raccomandazioni relative ai due protocolli opzionali alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino, rispettivamente su traffico di bambini, prostituzione e pornografia infantile, e sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati.