Parlamento Europeo: uno studio analizza l’impatto della crisi economica sui diritti umani nei paesi dell’UE
La Commissione sulle libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento Europeo ha pubblicato i rapporti relativi allo studio degli effetti della crisi economica sui diritti umani nei paesi membri dell'Unione Europea. Oltre ai rapporti tematici dedicati alla situazione dei singoli Stati, la Commissione ha redatto uno studio d’insieme e un’analisi comparativa.
Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto è stato stilato da Giuseppe Nastasi e Giuseppe Palmisano e si riferisce alle misure di austerity adottate dall’Italia nel periodo tra il 2008 e il giugno 2014 e al loro impatto su alcuni diritti fondamentali. I temi che spiccano sono l’educazione, la salute, il lavoro, le pensioni, l’accesso alla giustizia e alla proprietà.
Dall’analisi svolta risulta che ad essere maggiormente colpito è il diritto all’educazione con riferimento all’educazione obbligatoria: i tagli alla spesa per la scuola pubblica, l'aumento del numero di studenti per insegnante e la riduzione di altro personale scolastico sono alcune delle cause identificate.
Anche il diritto di accesso alla giustizia (in campo civile e amministrativo) ha subito conseguenze significative, afferma il rapporto: l’aumento delle spese di accesso e di svolgimento dei procedimenti civili, i maggiori limiti posti per accedere al grado di appello e la riduzione di tribunali e uffici costituiscono un ostacolo al pieno godimento di tale diritto da parte dei cittadini.
Le misure adottate sui servizi di assistenza sanitaria, da una parte, hanno evitato il collasso finanziario dell’intero sistema, dall’altro però, potrebbero determinare tempi di attesa intollerabilmente lunghi e un significativo ritardo nell’accesso dell’Italia a farmaci più all'avanguardia ma anche più costosi.
Il diritto al lavoro risulta molto colpito dalla prevalenza di forme di lavoro precario e dal tasso di disoccupazione. Tuttavia, tali condizioni sono state fortemente influenzate più dalle generali prospettive di crescita negative che dalle misure del governo.
Infine, il rapporto elabora alcune raccomandazioni specifiche per ogni tema analizzato. In generale, invece, raccomanda di decidere ulteriori revisioni o tagli della spesa pubblica sulla base di valutazioni solide, affidabili e trasparenti e di costruire le riforme future sulla base di studi d’impatto delle diverse politiche. Inoltre, studi ed analisi di tal genere dovrebbero prevedere momenti di consultazione con tutti gli stakeholder e con i cittadini.