Service and Sacrifice: il ruolo dell'Italia nel mantenimento della pace internazionale
In preparazione della Giornata internazionale del peacekeeping (29 maggio), Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace (DPKO) delle Nazioni Unite ha predisposto una campagna intitolata “Service and Sacrifice.” L’iniziativa mira a puntare i riflettori e a ringraziare il servizio reso dai Caschi blu nel loro ruolo unico a protezione di popolazioni vulnerabili in tutto il mondo.
“Service and Sacrifice” esamina il contributo dei singoli paesi in una mappa interattiva da cui emerge che l’Italia ha messo a disposizione dell’Onu 1.077 peacekeepers, quasi completamente dislocati con la missione UNIFIL in Libano.
Sono oltre 40 anni che l’Italia e’ impegnata in UNIFIL per assicurare il mantenimento della fragile pace al confine tra il Libano e Israele. Oltre a questa missione di peacekeeping in senso stretto, UNIFIL ha scritto nel suo mandato la promozione del benessere delle comunità locali in uno spirito di sicurezza e di inclusione.
In una sezione speciale dedicata esclusivamente al ruolo Italiano nelle operazioni di pace, il Caporale Maggiore Wilhelm Scavo spiega che “abbiamo sempre una attività operativa programmata. Queste attività spaziano operazioni di pattuglie motorizzate congiunte con le Forze Armate Libanesi”. Serena Bonifacio ha tra i suoi compiti la supervisione dei rapporti tra militari Onu e civili. “La presenza femminile aiuta a favorire interazione e fiducia tra le donne libanesi facendole sentire più protette.”
Nonostante il tono e linguaggio molto positivo della campagna, il lavoro dei caschi blu è pericoloso. L’anno scorso e’ stato l’anno più letale per i militari Onu nella storia del peacekeeping. Oltre al contributo italiano, il DPKO ha puntato i riflettori su altri paesi impegnati in missioni di pace, tra cui Ciad, Cameroon, Paesi Bassi, Nigeria, Senegal, Cina, India e Pakistan.