Tragico naufragio di Lampedusa: cordoglio da parte delle istituzioni internazionali
In seguito al tragico naufragio avvenuto a largo delle coste di Lampedusa il 3 ottobre 2013, profondo cordoglio è stato espresso da varie istituzioni internazionali.
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Antonio Guterres, ha espresso il suo sgomento per il naufragio, dicendosi sconcertato dall’aumento delle persone in fuga da conflitti o persecuzioni che muoiono in mare. Guterres ha evidenziando come questa tragedia debba servire da campanello d’allarme per rafforzare una cooperazione internazionale più efficace, che preveda azioni di contrasto ai trafficanti, garantendo al tempo stesso la protezione delle loro vittime. La tragedia, secondo l’Alto Commissario, mostra inoltre quanto sia importante per i rifugiati disporre di canali legali per accedere a quei territori nei quali possono trovare protezione.
Cordoglio per il naufragio è stato espresso anche dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, il quale ha esortato il Governo italiano, l’Unione Europea e tutta la comunità internazionale a incrementare gli sforzi per prevenire simili tragedie, nel rispetto delle norme internazionali sulla protezione dei rifugiati. Ha inoltre invitato la comunità internazionale ad intraprendere azioni che migliorino la situazione economica e sociale nei paesi di partenza di tanti migranti, in modo che la loro unica alternativa per mettersi in salvo non sia solo quella di intraprendere un viaggio tanto rischioso.
Anche il Consiglio d’Europa si è espresso in merito: il Presidente dell’Assemblea parlamentare, Jean-Claude Mignon, che sarà a Lampedusa il 10 Ottobre in occasione della sua visita ufficiale in Italia, si è detto profondamente colpito da una tragedia che, purtroppo, non è la prima di questo genere. Ha fatto appello agli Stati membri affinché vengano intraprese azioni concrete per evitare che tali avvenimenti si verifichino ancora.
L’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea ha ribadito come il naufragio imponga, ancora una volta, agli Stati di compiere insieme tutti gli sforzi possibili per ridurre il bisogno per queste persone di intraprendere un viaggio così pericoloso. Ogni anno infatti- ha ricordato la FRA- centinaia di uomini, donne e bambini- molti dei quali scappano da guerre e persecuzioni- si imbarcano in navi sovraffollate e poco sicure nel tentativo di raggiungere l’Europa. In tanti perdono la vita lungo le coste sud dell’Europa. Il rapporto della FRA "Fundamental rights at Europe’s southern sea borders" mette in luce come il viaggio per attraversare il Mediterraneo sia divenuto sempre più pericoloso a partire dalla fine degli anni 80, in seguito all’inasprimento delle politiche di controllo dell’ immigrazione messe in atto dai paesi europei, che hanno reso sempre più difficile aver accesso all’UE in maniera regolare. La FRA ha raccomandato dunque che vengano rafforzate le misure di protezione dei migranti in transito, attraverso un sistema di sorveglianza delle coste che consenta di migliorare le operazioni di salvataggio, e che venga istituito un effettivo sistema d’asilo europeo.
Anche il Presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, ha espesso cordoglio per le vittime e ha confermato che si recherà a Lampedusa mercoledì 9 ottobre. Barroso discuterà con le autorità italiane possibili ulteriori misure da prendere e azioni concrete da sviluppare a livello nazionale ed europeo per far fronte alla questione dei rifugiati e alle difficoltà degli Stati membri colpiti dal fenomeno.
Le vittime accertate del naufragio arrivano finora a 213. L’imbarcazione, partita dalla Libia con a bordo presumibilmente 500 persone di origine eritrea, ha preso fuoco a poche centinaia di metri dalla costa. E’ uno dei peggiori disastri avvenuti nelle coste italiane negli ultimi anni.