Consiglio d'Europa

Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI)

Il Direttore del Centro diritti umani, prof. Marco Mascia, dà il benvenuto alla Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI), Biblioteca "P. Cancellieri", Centro diritti umani, Padova, 24 novembre 2010.
© Centro diritti umani - Università di Padova

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) è un organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa specializzato nel contrasto ad ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo e intolleranza, in un’ottica di protezione dei diritti umani. Le attività dell’ECRI includono tutte le misure necessarie a combattere la violenza, la discriminazione ed il pregiudizio nei confronti di persone (o gruppi di persone), sulla base di presupposti razziali, linguistici, religiosi, nazionali o etnici.

La Commissione è stata istituita a seguito della Dichiarazione di Vienna del 1993, adottata al termine del primo Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa. Il 13 giugno 2002, il Comitato dei Ministri ha adottato uno Statuto autonomo per l’ECRI consolidando, in tal modo, il suo ruolo di organo indipendente di monitoraggio dei diritti umani all'interno dell'Organizzazione paneuropea.

membri dell’ECRI restano in carica per cinque anni. Essi sono designati per la loro autorità morale e la loro riconosciuta esperienza nel campo della lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza; agiscono in base alla loro capacità personale e perseguono il proprio mandato in maniera indipendente. All'interno della Commissione siede un membro e, in caso di espressa richiesta da parte di un Governo, un membro supplente per ciascun Paese del Consiglio d'Europa.

L'attività principale dell’ECRI si sviluppa attraverso il monitoraggio per Paese. In quest'ambito, la Commissione effettua un’analisi approfondita della situazione relativa al razzismo e all’intolleranza in ciascuno degli Stati membri del Consiglio d’Europa e formula suggerimenti e proposte su come affrontare i problemi individuati.

Inoltre, l'ECRI elabora raccomandazioni politiche generali indirizzate a tutti gli Stati membri. Queste costituiscono delle linee-guida che i policy-makers sono invitati a seguire nella fase di elaborazione di politiche e strategie nazionali nei vari ambiti di interesse della stessa.

Infine, la Commissione ha adottato un piano d’azione specifico nel settore della comunicazione. Il piano comporta, tra le varie misure, l’organizzazione di tavole rotonde negli Stati membri ed il rafforzamento della cooperazione con tutti gli attori interessati, in particolare organizzazioni non-governative, media e associazioni giovanili.

L’approccio per Paese permette di prendere in esame allo stesso modo, e su un piede di parità, tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Tale attività di monitoraggio prevede l’elaborazione di rapporti, suddivisi in cicli di 4/5 anni, che analizzano ogni anno la situazione di 9/10 Paesi. I metodi di lavoro per la stesura dei rapporti prevedono delle analisi di fonti documentarie, una visita nel Paese oggetto dell’esame e un dialogo confidenziale con le autorità nazionali e le organizzazioni di società civile le cui osservazioni sono tenute in conto nella stesura del rapporto finale.

L'ECRI e l'Italia

Dalla sua creazione all’ottobre 2023, l'ECRI ha condotto sei visite in Italia. L'ultima missione di monitoraggio è stata condotta nel corso del mese di ottobre 2023, in preparazione del sesto rapporto sull’Italia. I riferimenti e le date di pubblicazione dei rispettivi rapporti preparati dalla Commissione sono i seguenti: il primo rapporto (CRI(98)48) è stato adottato e pubblicato il 15 giugno 1998; il secondo rapporto (CRI(2002)4) è stato adottato il 21 giugno 2001 e pubblicato il 23 aprile 2002; il terzo rapporto (CRI(2006)19) è stato adottato il 16 dicembre 2005 e pubblicato il 16 maggio 2006; il quarto rapporto (CRI(2012)2) è stato adottato il 6 dicembre 2011 e pubblicato il 21 febbraio 2012; il quinto rapporto (CRI(2016)19) è stato adottato il 18 marzo 2016 e pubblicato il 7 giugno 2016.

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Parole chiave

Consiglio d'Europa non-discriminazione razzismo Italia