L'Italia ratifica la Convenzione sulle munizioni cluster
Il 21 settembre 2011, giornata dedicata dalle Nazioni Unite alla pace, il sottosegretario Vincenzo Scotti ha depositato a New York lo strumento con cui l'Italia ratifica la Convenzione sulle munizioni cluster (o a grappolo), diventando il 65esimo Stato ad aver ratificato la Convenzione. Tuttavia, il numero totale di ratifiche è già salito a 66, dopo la recentissima ratifica della Repubblica Ceca.
L'Italia ha partecipato attivamente al cosiddetto processo di Oslo che ha portato nel 2008, a Dublino, all'adozione della Convenzione di Oslo sulle munizioni cluster che è poi entrata in vigore il 1 agosto 2010. La Convenzione proibisce ogni impiego, stoccaggio, produzione e trasferimento delle munizioni a grappolo, ma prevede anche severe scadenze per la bonifica delle aree contaminate e la distruzione delle scorte ed include, inoltre, provvedimenti innovativi a favore dell'assistenza alle vittime e alle comunità affette.
L'Italia, in passato, ha prodotto questo tipo di munizioni e possiede ancora delle scorte che, in base alla Convenzione, devono essere distrutte "nel più breve tempo possibile" e comunque non oltre gli otto anni che seguono all'adesione. Altra implicazione dettata dalle norme del trattato è il divieto di assistere qualsiasi Stato, compresi gli alleati nel quadro NATO, nelle operazioni proibite. Ad oggi solo 16 dei 28 alleati sono parti della Convenzione.
Al fine di dare immediata applicazione alla Convenzione nel proprio ordinamento interno, l'Italia ha già adottato una legge (n. 95/2011) che stabilisce sanzioni penali e multe per le violazioni alle proibizioni sancite dalla Convenzione. La legge include il bando ai "finanziamenti alla produzione, uso, riparazioni, promozione, vendita, distribuzione, importazione, esportazione, immagazzinamento, o trasporto di mine antipersona, bombe a grappolo e sub munizioni".
E' un passo importante per l'Italia che, con l'adesione alla Convenzione di Oslo, ha ratificato tutti gli strumenti giuridici internazionali per la messa al bando di armi che hanno effetti inumani. Tra gli altri, la Convenzione di Ottawa sulle mine antipersona del 1997 e la Convenzione sul divieto o la limitazione dell'impiego di talune armi classiche che possono essere ritenute capaci di causare effetti traumatici eccessivi o di colpire in modo indiscriminato del 1980.