Il Comitato europeo dei diritti sociali
Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa (CEDS) è stato istituito ai sensi dell’art. 25 della Carta sociale europea del 1961 allo scopo di determinare se la normativa e la pratica degli Stati parte siano conformi alle disposizioni della Carta sociale europea, dei suoi Protocolli e della Carta sociale europea (riveduta) (ESC-R).
La Carta sociale europea è un trattato del Consiglio d'Europa che garantisce i diritti sociali ed economici fondamentali come controparte della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che fa riferimento ai diritti civili e politici. Garantisce un'ampia gamma di diritti umani relativi all'occupazione, all'alloggio, alla salute, all'istruzione, alla protezione sociale e al welfare. La Carta pone un accento specifico sulla protezione delle persone vulnerabili come gli anziani, i bambini, le persone con disabilità e i migranti. L’Italia ha ratificato la Carta sociale europea nel 1965 e la Carta sociale europea (riveduta) nel 1999, accettando 97 dei suoi 98 paragrafi numerati. L’unica disposizione non accettata riguarda l’art. 25 ESC-R, che tutela il diritto dei lavoratori alla protezione dei loro crediti in caso d’insolvenza del datore di lavoro. Il CM ha deciso nel 2002 che gli Stati devono informare ogni cinque anni il Comitato europeo dei diritti sociali anche sullo stato di protezione dei diritti tutelati dalle disposizioni non accettate.
Con riferimento all’analisi delle disposizioni accettate, il Governo italiano ha presentato finora 21 rapporti annuali sull’applicazione della Carta del 1961 e 18 sull’applicazione della Carta riveduta, sulla base dei quali il Comitato ha adottato le proprie conclusioni annuali circa lo stato di protezione dei diritti sociali nel Paese.
Il Comitato europeo dei diritti sociali è composto da 15 esperti indipendenti eletti dal Comitato dei Ministri per un periodo di sei anni rinnovabili una sola volta. Oltre all’esame dei rapporti presentati dagli stati membri, il Comitato europeo si avvale anche della cosiddetta procedura di reclamo collettivo prevista dal Protocollo facoltativo del 1995 alla Carta. Questa procedura ha lo scopo di aumentare l’efficacia e l’impatto delle misure della Carta e di rafforzare il ruolo dei partner sociali e delle ONG: consente infatti alle ONG di presentare ricorsi diretti al Comitato europeo dei diritti sociali su possibili situazioni di non attuazione della Carta nei Paesi che hanno ratificato il Protocollo. Attraverso queste procedure di vigilanza rafforzata, il Comitato ha potuto rafforzare il monitoraggio del rispetto della Carta sociale europea da parte degli Stati parti.