CERD: Osservazioni conclusive sul ventunesimo rapporto periodico dell'Italia del 2023

Sommario
- Aspetti positivi: strategie chiave, piani, misure legislative e politiche intraprese
- I problemi e le preoccupazioni principali identificati dal CERD
- La via da seguire: le Raccomandazioni
Il contesto
Il Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD) ha valutato il ventunesimo rapporto periodico (CERD/C/ITA/21) presentato dall'Italia. Il rapporto è stato esaminato durante la 2985esima e 2986esima riunione del Comitato, tenutesi l'8 e il 9 agosto 2023. Il Comitato ha adottato le osservazioni conclusive il 23 agosto 2023, pubblicate a settembre 2023. La valutazione si è basata principalmente sul rapporto periodico ufficiale presentato dall'Italia e sulle informazioni fornite durante e dopo il dialogo con la delegazione italiana.
Aspetti positivi: strategie chiave, piani, misure legislative e politiche intraprese
Il Comitato, nelle sue osservazioni conclusive, ha rilevato positivamente la regolarità dei rapporti presentati dall'Italia e ha evidenziato i progressi soddisfacenti del quadro giuridico e istituzionale per la protezione delle minoranze vulnerabili e per la lotta alla discriminazione. Ha citato la Legge n. 47/2017 per la protezione dei minori stranieri non accompagnati. Oltre alla protezione dei minori, sono stati menzionati i tentativi dell'Italia di integrare le persone sotto protezione internazionale attraverso il Piano Nazionale di Integrazione (2022-2024). Sono stati evidenziati gli sforzi per una maggiore inclusione delle comunità Rom, Sinti e Caminanti attraverso la Strategia Nazionale (2021-2030). L'istituzione della Piattaforma Nazionale Rom, Sinti e Caminanti e di piattaforme rappresentative è considerata un tentativo di porre rimedio alla discriminazione storica verso queste comunità, che sono state soggette a marginalizzazione sistemica. L'istituzione della Piattaforma rappresentativa nazionale Rom, Sinti e Caminanti e del Forum delle Comunità può essere un passo cruciale verso il loro empowerment e inclusione. Inoltre, il Piano d'Azione Nazionale su Impresa e Diritti Umani (2016-2021) sembra concentrarsi su questioni pertinenti come i problemi dello sfruttamento del lavoro, del lavoro forzato e della tratta di esseri umani, specialmente tra i migranti e altri lavoratori irregolari. Il Comitato ha elogiato gli sforzi dell'Italia per combattere la violenza contro le donne attraverso il Piano Strategico Nazionale sulla Violenza contro le Donne (2021-2023), che tiene in considerazione le esigenze e le vulnerabilità speciali delle donne migranti, indicando un approccio più inclusivo.
I principali problemi e preoccupazioni identificati dal CERD
Nonostante alcuni aspetti positivi, il Comitato ha evidenziato una serie di problemi e preoccupazioni in materia di diritti delle minoranze e discriminazione razziale. Un problema frequentemente evidenziato è la mancanza di dati statistici aggiornati e dettagliati sui gruppi etnici e razziali, che rende inefficaci le politiche governative per combattere il razzismo e la disuguaglianza. Il Comitato ha espresso preoccupazione per l’inadeguatezza del quadro giuridico in materia di discriminazione razziale, in particolare fondata sul colore della pelle, la discendenza e l’origine nazionale o etnica, come specificato nell'articolo 1 della Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. L'assenza di una definizione chiara e completa di discriminazione razziale nel diritto interno lascia spazio all'ambiguità e indebolisce la protezione legale per le comunità emarginate. I progressi nella creazione di un'istituzione nazionale per i diritti umani sono stati limitati, il che ostacola l'effettiva attuazione degli standard sui diritti umani e mina notevolmente l'obiettivo della protezione dei diritti umani. La principale preoccupazione per l'Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale (UNAR) è la mancanza di un processo decisionale indipendente, in quanto dipendente dall'esecutivo, il che ostacola gravemente la sua capacità di indagare in modo adeguato sulle denunce di discriminazione.
Un'area di grande preoccupazione evidenziata dal CERD è la crescente diffusione dell'odio razziale. Personaggi pubblici come politici e funzionari statali hanno preso di mira le minoranze etniche nei loro discorsi, il che ha il potenziale di istigare crimini d'odio. Profonda preoccupazione è stata espressa anche per l'esclusione e la discriminazione di cui sono vittime le comunità rom, sinti e caminanti, che non dispongono di servizi di base come l'assistenza sanitaria e alloggi adeguati. Secondo il Comitato, l'incapacità di affrontare efficacemente questi problemi, nonostante la Strategia nazionale, dimostra chiaramente negligenza e mancanza di volontà politica. Sono state sollevate preoccupazioni anche per le modifiche alla Legge 132/2018 e alla Legge 50/2023, che rendono più difficile l'accesso alle procedure di asilo per i richiedenti asilo. Si sono verificati anche casi di detenzione, peggioramento delle condizioni di vita nelle strutture di accoglienza ed espulsioni collettive. Le osservazioni del Comitato sottolineano anche le restrizioni al lavoro delle organizzazioni umanitarie, come le operazioni di salvataggio in mare, che mettono a rischio la vita dei migranti e dei richiedenti asilo. Le ONG e gli attivisti per i diritti umani subiscono intimidazioni che creano un ambiente sfavorevole all’impegno della società civile e ai loro progetti. I migranti sono per lo più impiegati nel settore agricolo, dove si trovano ad affrontare condizioni dure e vengono sfruttati e maltrattati. La mancanza di adeguati meccanismi di protezione e di accesso a condizioni di lavoro evidenzia una grande lacuna nel sistema italiano di protezione dei lavoratori.
Il Comitato ha espresso preoccupazione per l'apolidia, che ostacola l'accesso all'assistenza sanitaria, all'istruzione e all'occupazione per gli apolidi che non hanno un riconoscimento legale e sono soggetti a sfruttamento. La mancanza di strutture per la salute sessuale e riproduttiva per le donne migranti mina i loro diritti ed è motivo di preoccupazione. Nelle osservazioni conclusive sono stati sottolineati anche i casi di di razzismo durante gli eventi sportivi. Il Comitato ha notato che i giocatori di origine africana subiscono abusi verbali e fisici. Gli aggressori spesso non subiscono conseguenze e questo è un chiaro indicatore di impunità quando si tratta di crimini di odio. È stato notato che nei programmi scolastici in Italia mancano programmi sulle conseguenze del colonialismo e sulle pratiche di schiavitù nella storia, il che rafforza gli stereotipi e alimenta i crimini e i discorsi di odio. Un'altra questione chiave evidenziata dal CERD è la mancanza di fiducia nel sistema giudiziario quando si tratta di casi di discriminazione razziale, in quanto esiste una pratica diffusa di profiling razziale da parte delle forze dell'ordine e il rischio di maltrattamento rimane elevato.
La via da seguire: le Raccomandazioni
Nelle Osservazioni conclusive sono state formulate diverse importanti raccomandazioni. Alcune delle raccomandazioni principali, in relazione alle questioni e alle preoccupazioni identificate in precedenza, sono le seguenti:
- L'Italia dovrebbe prevedere nel suo quadro giuridico una definizione adeguata di discriminazione razziale , che consenta di affrontare efficacemente le forme di discriminazione indiretta, diretta e intersezionale;
- dovrebbe essere istituita un'istituzione nazionale per i diritti umani, in conformità con i Principi di Parigi, in grado di svolgere efficacemente i propri compiti;
- Si dovrebbero adottare misure per garantire che l'Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale (UNAR) possa lavorare senza interferenze e svolgere il suo mandato di lotta contro la discriminazione razziale in modo efficace.
Il Comitato ha ricordato la sua raccomandazione generale n. 35 (2013) e ha esortato l'Italia ad adottare misure per prevenire i discorsi e i crimini d'odio, tra cui svolgere indagini adeguate su tali incidenti e punire coloro che sono colpevoli di incitare ai crimini attraverso discorsi d'odio. Si raccomanda all'Italia di sviluppare un solido programma di sensibilizzazione per combattere il razzismo e l'odio nello sport. Il Comitato ha inoltre ricordato la propria raccomandazione generale n. 27 (2000) e ha raccomandato all'Italia di adottare misure idonee a garantire l'accesso a un alloggio adeguato e migliorare le condizioni di vita delle comunità rom, sinti e caminanti. Il Comitato esorta inoltre l'Italia a fornire assistenza ai migranti e ai richiedenti asilo nelle procedure di protezione internazionale, a vietare il respingimento e a fornire loro un alloggio adeguato e servizi legali.
Per quanto riguarda le restrizioni al lavoro umanitario, il Comitato raccomanda all'Italia di rimuovere tutte le restrizioni al lavoro delle organizzazioni umanitarie e di garantire che i difensori dei diritti umani non subiscano molestie. Il Comitato chiede inoltre di attuare misure contro lo sfruttamento del lavoro e di rafforzare l'Ispettorato nazionale del lavoro per garantire che i migranti possano rivolgersi ai tribunali con la certezza di non essere a rischio di espulsione. L'Italia è sollecitata a mitigare e prevenire l'apolidia e a fornire misure adeguate per la protezione delle comunità vulnerabili. Dovrebbe inoltre adottare procedure regolari di identificazione e protezione per gli apolidi, che potrebbero includere l'adozione di un quadro giuridico per la determinazione dell'apolidia e lo sviluppo di un piano nazionale per ridurre tale fenomeno. Per quanto riguarda il diritto all'istruzione, il Comitato raccomanda che lo Stato garantisca l'accesso all'istruzione senza discriminazioni ai bambini delle comunità emarginate, come quelli di origine africana, i bambini migranti e quelli delle comunità rom e sinti. Nell'ambito della salute, il Comitato raccomanda allo Stato di continuare a garantire che le minoranze etniche, insieme ai migranti, abbiano un accesso adeguato ai servizi sanitari. Chiede inoltre di adottare misure per garantire alle donne di queste comunità l'accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, insieme alle corrette informazioni su tali servizi.
Il Comitato ha raccomandato all'Italia di creare un meccanismo di segnalazione dei casi di discriminazione razziale, con consultazione delle comunità interessate. L'importanza di un accesso senza ostacoli ai rimedi legali e al risarcimento per le vittime è cruciale per promuovere l'eguaglianza e prevenire la discriminazione. L'Italia dovrebbe anche prevedere espliciti divieti contro il profiling razziale e fornire linee guida alle autorità per evitarlo. Il Comitato invita l'Italia a includere nei programmi di educazione ai diritti umani i temi della discriminazione razziale, della diversità e delle conseguenze del colonialismo, al fine di rimuovere stereotipi e pregiudizi. Altre raccomandazioni riguardano la ratifica di trattati internazionali sui diritti umani, come la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; l'attuazione della Dichiarazione e del Programma d'azione di Durban attraverso politiche nazionali; l’elaborazione e l’attuazione di misure in linea con il Decennio internazionale per le persone di origine africana; l’avvio di consultazioni continuative con le organizzazioni della società civile che combattono la discriminazione razziale. I rapporti relativi a tali materie dovrebbero essere resi disponibili al pubblico, anche sui siti web del governo. Il Comitato ha chiesto all'Italia di fornire informazioni di follow-up sulle principali raccomandazioni entro un anno. Infine, il Comitato ha sottolineato che occorre prestare particolare attenzione alla questione dei discorsi di odio, alla discriminazione nei confronti delle persone di origine africana e al profiling razziale. Il prossimo rapporto periodico dovrà essere presentato entro il 4 febbraio 2027.