Consiglio d’Europa: pubblicato l’ultimo rapporto sulla tratta di esseri umani in Italia
Nel suo ultimo report del 23 febbraio 2024, il Gruppo di esperti del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) ha valutato l'attuazione da parte dell’Italia della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (la Convenzione). Pur riconoscendo dei progressi nella lotta alla tratta, il GRETA ha esortato l’Italia ad intraprendere ulteriori azioni contro la tratta di esseri umani, in particolare rafforzando le misure per combattere la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo.
Il rapporto riporta una stima approssimativa, ma preoccupante, che varia tra le 2.100 e le 3.800 persone vittime di tratta in Italia ogni anno. Mentre la maggior parte delle vittime sono donne, il numero di uomini e vittime transgender è aumentato, così come il numero delle vittime dello sfruttamento lavorativo, anche se lo sfruttamento sessuale rimane predominante. Il GRETA osserva tuttavia che queste cifre non riflettono la reale portata del fenomeno della tratta di esseri umani in Italia, a causa delle persistenti limitazioni delle procedure esistenti per l'identificazione delle vittime, nonché di un basso numero di auto-segnalazione da parte delle vittime stesse che temono di essere detenute o espulse in seguito. La tratta a scopo di sfruttamento lavorativo, che rimane sottostimata, riguarda i settori dell'agricoltura, del tessile, i servizi domestici, l'edilizia, l'alberghiero e la ristorazione.
Nonostante queste critiche, il rapporto rileva anche una serie di sviluppi positivi dall'ultimo rapporto del GRETA nel 2019. Tra queste, l'adozione di un nuovo piano d'azione nazionale contro la tratta, l'aumento dei finanziamenti per l'assistenza alle vittime e lo sviluppo di procedure operative standardizzate per l'identificazione dei minori vittime di tratta.
Il GRETA esprime tuttavia preoccupazione per una serie di ulteriori questioni, come: una diminuzione del numero di indagini, procedimenti giudiziari e condanne per tratta di esseri umani; la lentezza della procedura di risarcimento concesso dai tribunali alle vittime che partecipano come parte civile al procedimento penale, che possono richiedere diversi anni prima della decisione finale. Le autorità spiegano lo sfasamento tra le persone trafficate potenzialmente bisognose di aiuto e le persone prese in carico, con la volontà dei singoli dove il 47% dei soggetti identificati ha deciso di non avvalersi del sostegno offerto con i piani di assistenza. Il tutto a fronte di 15-20.000 trafficati stimati dal GRETA nel nostro Paese.
In merito alle questioni sollevate, il rapporto invita le autorità a garantire indagini proattive e tempestive che portino a sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive ed ad un risarcimento celere delle vittime nell'ambito del procedimento penale; ed infine a rendere il sistema di risarcimento effettivamente accessibile alle vittime di tratta.
Il rapporto riconosce gli sforzi dell’Italia per migliorare l'individuazione delle vittime della tratta tra i richiedenti asilo, in particolare da parte delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale agli individui richiedenti asilo. Tuttavia, il GRETA è preoccupato per il fatto che le misure restrittive sull'immigrazione adottate dall'Italia favoriscano un clima di criminalizzazione dei migranti, con il risultato che molte potenziali vittime della tratta non denunciano i loro casi alle autorità per paura della detenzione e dell'espulsione. Pur riconoscendo le sfide affrontate nel contesto dei significativi arrivi di migranti in Italia, il GRETA esorta le autorità a mettere in pratica il Meccanismo Nazionale di Riferimento e a rafforzare l'identificazione proattiva delle vittime della tratta, anche nelle strutture di accoglienza e nei centri di detenzione per migranti, e tra i cittadini italiani e dell'UE.
Inoltre, il GRETA esorta le autorità italiane a sospendere l'applicazione del Memorandum d'intesa tra Italia e Libia, che si traduce in un numero crescente di migranti salvati o intercettati nel Mediterraneo che vengono rimpatriati in Libia, dove corrono il rischio di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la schiavitù, il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale.
Il GRETA accoglie con favore l'aumento dei finanziamenti messi a disposizione per l'assistenza alle vittime e la disponibilità di più posti per le vittime della tratta, compresi gli uomini e le persone transgender. D’altro canto il rapporto sottolinea come l'approccio all'assistenza alle vittime basato su progetti di durata temporanea presenta dei limiti e pertanto dovrebbe essere garantito un modo più sostenibile di finanziamento duraturo. Il GRETA esorta inoltre le autorità a garantire l'accesso delle vittime all'assistenza sanitaria, compresi i diritti riproduttivi. Inoltre, nonostante il rapporto riconosca gli sforzi per migliorare l'individuazione delle vittime di tratta tra i richiedenti asilo, il GRETA rimane preoccupato che le misure restrittive sull'immigrazione favoriscano un clima di criminalizzazione dei migranti, con il risultato che molte potenziali vittime della tratta non denunciano i loro casi per paura di una possibile detenzione ed espulsione.
Per quanto poi riguarda la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo, nonostante l'adozione di linee guida sull'identificazione, la protezione e l'assistenza alle vittime nel settore dell’agricoltura, il cosi detto fenomeno del caporalato continua ad essere profondamente radicato. Il GRETA invita le autorità ad intensificare gli sforzi per combattere questo tipo di sfruttamento, anche assicurando che siano messe a disposizione degli ispettori del lavoro risorse sufficienti che rafforzino il monitoraggio nei settori a rischio in modo che le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti soddisfino i requisiti di legge.
Inoltre, il rapporto nota con favore le misure adottate per registrare i minori stranieri non accompagnati e nominare i loro tutori, nonché l'adozione di procedure operative standard per l'identificazione dei minori vittime di tratta e sfruttamento. Tuttavia, il GRETA ritiene che le autorità italiane dovrebbero sensibilizzare l'opinione pubblica sulle diverse manifestazioni della tratta di minori e garantire che nelle scuole siano messi in atto programmi di sensibilizzazione sulla tratta, compresa la sicurezza online.
Infine, il rapporto esorta le autorità a sancire per legge il periodo di recupero e di riflessione previsto dall'articolo 13 della Convenzione e a garantire che sia sistematicamente offerto a tutte le possibili vittime straniere della tratta, indipendentemente dalla loro cooperazione con le autorità.
Nella preparazione del presente rapporto, il GRETA si è avvalso tra l’altro delle risposte al questionario del terzo ciclo da parte delle autorità italiane (EN - IT) e delle informazioni ricevute da organizzazioni della società civile. Inoltre, dal 13 al 17 febbraio 2023 si è svolta una visita di valutazione in Italia al fine di incontrare le autorità Italiane e le organizzazioni non governative e per raccogliere ulteriori informazioni ed esaminare l'attuazione pratica delle misure adottate dalle Autorità italiane.
Oltre agli incontri tenutisi a Roma, la delegazione del GRETA si è recata a Torino e a Foggia dove ha incontrato funzionari regionali e locali, pubblici ministeri, forze dell'ordine, ispettori del lavoro, ispettori della sicurezza sociale, membri di commissioni territoriali per il riconoscimento del diritto d'asilo e rappresentanti della società civile. Si sono svolti incontri separati anche con organizzazioni non governative (ONG), sindacati e avvocati che rappresentano le vittime di tratta. La delegazione ha incontrato anche i rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Inoltre la delegazione ha visitato diversi centri di accoglienza e alloggi per vittime di tratta di esseri umani, gestiti da ONG a Roma e Torino, allo scopo di incontrare le vittime di tratta. Inoltre, il GRETA si è recata nell'insediamento informale di Borgo Mezzanone nelle campagne pugliesi, tra comuni di Manfredonia e Foggia, dove ha potuto verificare le condizioni di vita di migliaia di migranti, che lavorano in particolare nel settore agricolo.
La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, in vigore dal 1° febbraio 2008, è un trattato internazionale che fornisce agli Stati un quadro completo per la lotta alla tratta di esseri umani seguendo un approccio basato sui diritti umani e incentrato sulle protezione delle vittime. La Convenzione è stata ratificata da tutti i 46 Stati membri del Consiglio d'Europa, tra cui l’Italia, nonché da due Stati non membri, Bielorussia e Israele.
La Convenzione anti-tratta prevede anche un meccanismo di monitoraggio per valutare l'attuazione delle sue disposizioni da parte degli Stati. Il meccanismo di monitoraggio si basa su due organismi: il Gruppo di esperti indipendenti sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) e il Comitato delle Parti, cioè degli Stati che hanno ratificato la Convenzione. Nel corso degli anni, il GRETA si è concentrato su diversi aspetti della lotta alla tratta di esseri umani, come lo sfruttamento lavorativo, la protezione internazionale dei richiedenti asilo, la tratta online e i rischi legati alla guerra in Ucraina.
L’Italia ha ratificato la La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani il 29 novembre 2010. Il nostro paese é stato oggetto finora di tre cicli di valutazione da parte del GRETA sull’effettiva applicazione della Convenzione.
L'Italia dovrà dare seguito alle osservazioni del Rapporto del GRETA (23 febbraio 2024) e alle raccomandazioni del Comitato delle Parti (EN - FR 21 giugno 2024) entro il 21 giugno 2026.