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Nazioni Unite: Il Comitato sull’Eliminazione della Discriminazione contro le Donne ha pubblicato il 19 febbraio 2024 le sue Osservazioni conclusive sull’Italia

Il Comitato dell’ ONU accoglie con favore le misure adottate dall'Italia per eliminare gli stereotipi di genere nei programmi televisivi, ma osserva con preoccupazione la persistenza del sessismo e degli stereotipi di genere a livello sociale e istituzionale.
Il Comitato sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne (CEDAW) si dice, nelle sue Osservazioni all’Italia pubblicate il 19 febbraio 2024, particolarmente disturbato dal fenomeno del discorso d’odio contro le donne e le ragazze LBGTI e quelle con disabilità. Il Comitato, ha invitato pertanto l'Italia ad accelerare l'adozione di una strategia globale per eliminare gli stereotipi sulle donne e gli uomini nella famiglia e nella società e a far applicare le sanzioni dell'Autorità italiana di regolamentazione delle comunicazioni nei casi di linguaggio discriminatorio e d’odio nei confronti delle donne e di incitamento. Il Comitato ha apprezzato la nomina della prima donna Presidente del Consiglio e gli sforzi compiuti dall'Italia per aumentare la rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società pubbliche. Tuttavia, la rappresentanza femminile sia al Senato che alla Camera dei deputati è diminuita dopo le elezioni nazionali del 2022 e le donne continuano ad essere significativamente sottorappresentate come presidenti di commissioni parlamentari e come ministre. Si raccomanda pertanto di definire una strategia per garantire la parità di genere tra donne e uomini in tutti i settori della vita politica e pubblica e di fornire alle donne una formazione sulle capacità di leadership, sulle campagne elettorali per prepararle a candidarsi a tutti i livelli di governo.
CEDAW, Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne

Al termine dell’esame del rapporto presentato dall’Italia in occasione della sua 2035a e 2036a seduta il 19 Febbraio 2024 a Ginevra, e alla discussione che ne é seguita, anche alla luce di un certo numero di rapporti alternativi presentati da organizzazioni non governative italiane, il CEDAW ha indirizzato le seguenti raccomandazioni alle Autorità italiane.

Quadro legislativo e accesso alla giustizia
Adottare una chiara definizione di discriminazione contro le donne, che comprenda la discriminazione diretta e indiretta nella sfera pubblica e privata, nonché le forme intersezionali di discriminazione, in conformità con gli articoli 1 e 2 della Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne (Convenzione); Mobilitare il sostegno politico al Senato, per l’approvazione, il “Disegno di Legge Zan”, volto alla modifica dell'articolo 604 bis del codice penale per criminalizzare la discriminazione e la violenza basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità; Raccogliere sistematicamente dati e creare meccanismi per monitorare e valutare l’effettività delle leggi e delle politiche volte a promuovere l'uguaglianza de jure (giuridica) e de facto (sostanziale) di donne e uomini; Espandere e finanziare adeguatamente i servizi pubblici per garantire l'accesso all'assistenza legale gratuita, per le donne prive di mezzi sufficienti, in particolare per le donne in aree rurali, le donne con disabilità, le donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate, le donne Rom, Sinti e Caminanti, rispetto ai procedimenti relativi alla violenza di genere e alla discriminazione contro le donne; Rafforzare i programmi di formazione di giudici, pubblici ministeri, avvocati e degli altri operatori della giustizia con riguardo alla Convenzione, al suo Protocollo opzionale, alle Raccomandazioni Generali del Comitato ed i suoi pareri (Views) con riguardo alle comunicazioni individuali ed i rapporti di inchiesta, ai sensi del Protocollo opzionale, e agire contro pregiudizi di genere e la vittimizzazione secondaria nei confronti delle donne.

Donne pace e sicurezza 
Applicare tutte le misure possibili per prevenire l'impatto negativo dell'uso improprio delle armi esportate  sulle donne, anche nelle zone di conflitto; Includere nel suo prossimo Rapporto periodico, informazioni sulle misure adottate per affrontare la correlazione tra eportazioni di armi e acquisto di armi da fuoco  da un lato, e la violenza di genere dall’altro; Accelerare l'incorporazione dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale nella legislazione nazionale.

Meccanismi istituzionali per l’avanzamento delle donne e Eguale partecipazione alla vita politica 
Istituire un meccanismo di coordinamento, dotato di un mandato forte e di adeguate risorse umane e finanziarie, per far avanzare i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere in modo coordinato; Destinare risorse adeguate al rafforzamento dei mezzi e capacità in materia di uguaglianza di genere della Pubblica Amministrazione, a livello nazionale e regionale; Garantire la partecipazione paritaria delle Organizzazioni per i diritti delle donne nella progettazione, adozione ed attuazione di piani e strategie nazionali, compreso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; Rafforzare le priorità dell'uguaglianza di genere e dell'empowerment femminile nei negoziati e negli accordi di cooperazione nel quadro della cooperazione internazionale e dello sviluppo ed aumentare le risorse destinate alla cooperazione internazionale per promuovere l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile, in particolare nei Paesi di origine delle principali popolazioni migranti in Italia; Definire una strategia che garantisca la parità di genere 50/50 in tutti i settori della vita politica e pubblica, con delle scadenze definite, in particolare per quanto riguarda le cariche elettive negli organi legislativi nazionali, regionali e locali e all'interno delle strutture e delle liste elettorali dei partiti politici, prestando particolare attenzione alla rappresentanza dei gruppi di donne svantaggiate.

Istituzione nazionale per i Diritti Umani  
Creare al piu’ presto, come già raccomandato in passato,  un'Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani, in linea con i principi relativi allo status delle Istituzioni nazionali (i Principi di Parigi), con un forte mandato per la protezione e la promozione dei diritti umani delle donne e di dotarla di adeguate risorse umane, tecniche e finanziarie per assolvere efficacemente al suo mandato.

Lotta agli stereotipi di genere 
Rafforzare le misure normative esistenti ed accelerare l'adozione di una strategia globale con misure proattive per eliminare gli stereotipi sui ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società, stanziare adeguate risorse umane, tecniche e finanziarie per la sua attuazione in collaborazione con le Regioni, ed assicurare le imposizioni delle sanzioni da parte dell'Autorità italiana per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nei casi di utilizzo di un linguaggio discriminatorio e d’odio nei confronti delle donne; Adottare misure risolute per contrastare i discorsi d'odio contro le donne e le ragazze LGBTI e le donne e le ragazze con disabilità e promuovere l'uso di un linguaggio sensibile al genere nei media, anche ritenendo le piattaforme dei social media responsabili dei contenuti generati dagli utenti; Mettere in atto garanzie adeguate per prevenire gli stereotipi di genere associati ai sistemi biometrici, di sorveglianza e di profilazione algoritmica da parte delle forze dell’ordine nella prevenzione e nelle indagini ed adottare misure per eliminare  discriminazione legata all'intelligenza artificiale e ai servizi algoritmici.

Violenza di genere 
Fornire adeguati mezzi all'attuazione del quadro normativo e strategico volto a prevenire, combattere e punire tutte le forme di violenza contro le donne, nonché con riguardo al nuovo Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile contro le Donne; Incoraggiare la denuncia della violenza di genere contro le donne e le ragazze, comprese le donne con disabilità, le donne in aree rurali e le donne rifugiate, richiedenti asilo e migranti, migliorando la sensibilizzazione sulla natura criminale della violenza di genere contro le donne; Modificare il codice penale per criminalizzare specificamente il femmicidio, compresa la violenza contro le persone LGBTI, e definire tutte le forme di violenza di genere contro le donne, includendo la violenza fisica, psicologica, sessuale, economica e domestica quali reati penali; Modificare il codice penale per incorporare una definizione di stupro basata sulla mancanza di espressione libera e volontaria del consenso, in modo che copra qualsiasi atto sessuale non consensuale e tenga conto di tutte le circostanze coercitive, in linea con gli standard internazionali sui diritti umani; Assicurare, attraverso il rafforzamento obbligatorio e continuo della formazione di giudici, pubblici ministeri, agenti di polizia ed altre forze dell’ordine, che la violenza di genere, compresa la violenza sessuale e domestica contro le donne, sia effettivamente indagata e perseguita; Valutare l'impatto delle nuove misure introdotte dalla Legge Cartabia nei casi di violenza di genere contro le donne e rafforzare ulteriormente gli sforzi per creare tribunali specializzati nella violenza di genere contro le donne, in tutte le regioni dello Stato parte; Finanziare adeguatamente i servizi di sostegno alle vittime, anche sovvenzionando le case rifugio gestite dalle Organizzazioni non governative, ed espandere la rete delle case rifugio specializzate; Assicurare la raccolta sistematica di dati, sull'incidenza di tutte le forme di violenza di genere contro le donne e le ragazze, compresa la violenza domestica, la sterilizzazione forzata, la cyber-violenza ed il femmicidio, disaggregati per età, regione, disabilità e relazione tra la vittima e l'autore del reato.

Tratta e sfruttamento della prostituzione 
Adottare una legislazione completa per combattere la tratta delle persone, in particolare di donne e ragazze, e perseguire e punire adeguatamente i trafficanti ed i loro complici, anche quando sono pubblici ufficiali; Rafforzare i meccanismi per l'identificazione precoce ed il rinvio (referral) delle vittime di tratta ai servizi appropriati, fornire permessi di soggiorno temporanei e protezione alle vittime di tratta, indipendentemente dalla loro capacità o volontà di cooperare con le Autorità giudiziarie, e garantire che venga condotta una valutazione individualizzata del rischio prima di qualsiasi allontanamento forzato, per evitare la tratta o la ri-tratta delle vittime di tratta al ritorno nel Paese d'origine; Adottare procedure per l'identificazione precoce ed il rinvio (referral) ai servizi appropriati, sia dei minori che sono vittime di tratta sia delle vittime di tratta che sono costrette a prostituirsi sul web; Applicare misure specifiche per colpire la continua operazione da parte delle reti organizzate di trafficanti nigeriani, che sottopongono le donne nigeriane ed i minori nigeriani non accompagnati alla tratta sessuale; Assicurare alle vittime di tratta un accesso completo e tempestivo alle informazioni e all'assistenza in una lingua e con procedure accessibili; Eliminare qualsiasi restrizione al lavoro delle organizzazioni non governative che assistono le vittime di tratta nell’ottenere protezione internazionale ed accesso ai progetti di inclusione sociale; Assicurare la raccolta sistematica dei dati sulle vittime di tratta, disaggregati per sesso, età e nazionalità, ed adottare procedure operative standardizzate per la protezione dei dati; Rafforzare i programmi di assistenza e di fuoriuscita per le donne e le ragazze.

Nazionalità 
Migliorare le procedure per la determinazione dell'apolidia garantendo il rispetto degli standards internazionali sulle garanzie procedurali e facilitare l'accesso alla cittadinanza italiana per gli apolidi ed i figli di apolidi non formalmente riconosciuti, con particolare attenzione alle donne e alle ragazze.

Istruzione 
Promuovere l’importanza dell’istruzione delle ragazze a tutti i livelli, come base per il loro empowerment; Rafforzare le misure per affrontare gli stereotipi di genere e le barriere strutturali, che possono scoraggiare le giovani donne e le ragazze dall'intraprendere una carriera come docenti universitari o studiare in campi tradizionalmente dominati dagli uomini, tra cui scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) e tecnologie dell’informazione e della comunicazione (IT), compresa l’intelligenza artificiale; Eliminare dai libri di testo a tutti i livelli di istruzione gli stereotipi di genere; Assicurare che i programmi scolastici, i programmi accademici e la formazione professionale per gli insegnanti affrontino adeguatamente i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere; Fornire un’educazione, completa e adeguata all'età, sulla salute sessuale e riproduttiva e sui diritti delle ragazze e dei ragazzi quale parte del programma scolastico regolare, compreso il comportamento sessuale responsabile e la prevenzione della gravidanza precoce e delle infezioni trasmesse sessualmente; Adottare misure per ridurre l’abbandono scolastico delle ragazze e delle donne appartenenti a gruppi svantaggiati, in particolare donne e ragazze Rom, Sinti e Caminanti e donne e ragazze migranti e rifugiate; Sviluppare una politica nazionale anti-bullismo per garantire sicurezza e ambienti educativi inclusivi, liberi da discriminazioni, molestie e violenza di genere contro donne e ragazze, anche attraverso trasporti sicuri da e per le scuole; Indagare, perseguire e punire adeguatamente tutti i casi di molestie e violenza di genere contro ragazze e donne negli Istituti scolastici.

Occupazione e lavoratrici migranti 
Formulare una politica nazionale per le pari opportunità sul lavoro e continuare a rafforzare le misure volte ad accrescere l’accesso delle donne all’occupazione nell’economia formale; Applicare il principio della parità di retribuzione per un lavoro di pari valore; Rafforzare le misure per colmare il divario retributivo di genere; Promuovere l’equa condivisione delle responsabilità familiari e assistenziali tra donne e uomini introducendo modalità di lavoro flessibili e misure innovative per accrescere l’accettazione sociale degli uomini che si prendono cura dei propri figli e delle donne che scelgono di tornare al lavoro dopo il parto; Aumentare la disponibilità di strutture e servizi di assistenza all’infanzia di qualità e a prezzi accessibili; Adottare programmi volti a sostenere le donne, che cercano di rientrare nel mondo del lavoro dopo lunghe interruzioni di carriera; Accrescere l’accesso delle donne alle opportunità lavorative nelle aree della transizione climatica così come della tecnologia e della innovazione; Assicurare la distribuzione di fondi UE per l’attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR), in un’ottica di consolidamento della parità professionale e salariale; Combattere gli stereotipi di genere, che dissuadono i padri dal condividere equamente le responsabilità genitoriali; Aumentare il periodo di congedo di paternità retribuito o il congedo parentale condiviso, al fine di promuovere un’equa condivisione delle responsabilità domestiche e di cura dei figli, nonché una paternità responsabile. Per quanto poi riguarda le lavoratrici, rafforzare le misure per combattere lo sfruttamento lavorativo delle lavoratrici migranti, aumentando le ispezioni sul lavoro e  le capacità dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, facilitando l’accesso alle procedure di regolarizzazione per le lavoratrici migranti per ridurre il lavoro sommerso, stabilendo procedure confidenziali per consentire alle lavoratrici migranti di presentare denunce contro i loro datori di lavoro senza timore di ritorsioni. Per il miglioreramento del godimento da parte delle donne dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali in tutti gli aspetti della vita il Comitato esorta l’Italia a ratificare la Convenzione internazionale sulla Protezione dei Diritti di tutti i Lavoratori Migranti ed i Membri delle loro Famiglie.

Accesso alla salute 
Rafforzare l’accesso delle donne ai servizi sanitari, compresi i servizi di salute sessuale e riproduttiva, in tutto lo Stato parte, soprattutto nelle aree rurali e remote, con particolare attenzione alle donne appartenenti a minoranze etniche come le donne Rom, Sinti e Caminanti, le donne rifugiate, richiedenti asilo e migranti e le donne LGBTI; Aumentare il budget stanziato per la prevenzione delle infezioni trasmesse sessualmente, l’ accesso a contraccettivi a prezzi abbordabili; Assicurare che l’esercizio dell’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario non impedisca alle donne di accedere ai servizi di aborto sicuro, ed adottare misure efficaci per prevenire ed affrontare la vittimizzazione e le molestie nei confronti delle donne che scelgono di abortire;  Assicurare che le donne e le ragazze con disabilità, comprese le donne e le ragazze con disabilità intellettive e psico-sociali, abbiano accesso adeguato ai servizi di assistenza sanitaria, compresi i servizi di salute sessuale e riproduttiva; Informare il personale sanitario adeguatamente sul diritto delle donne e delle ragazze con disabilità a decidere autonomamente sulle questioni relative alla propria salute.

Donne rifugiate, richiedenti asilo e donne detenute 
Adottare procedure di screening e valutazione attente al genere adeguate all’età, per assicurare l’identificazione, la protezione ed il referral (rinvio) ai servizi di supporto di settore per i rifugiati ed i richiedenti asilo, in particolare delle donne e delle ragazze vittime o a rischio di violenza di genere, come precedentemente raccomandato; Osservare rigorosamente il principio di non-refoulement per tutte le donne e le ragazze bisognose di protezione internazionale. Assicurare che le donne sottoposte a carcerazione preventiva abbiano accesso adeguato all'assistenza legale, e che le condizioni di detenzione delle donne, anche nei Centri di detenzione per migranti, siano in linea con le Norme delle Nazioni Unite per il Trattamento delle Donne Detenute, le Misure Non Detentive per le Donne Autrici di Reato e gli Standard delle Nazioni Unite per il Trattamento dei Detenuti.

Cambiamento climatico e riduzione del rischio di catastrofi 
Assicurare che le donne siano rappresentate e partecipino, in modo paritario, allo sviluppo della legislazione, delle politiche e dei programmi sul cambiamento climatico, sulla risposta alle catastrofi e sulla riduzione del rischio di catastrofi; Integrare la prospettiva di genere nelle leggi e politiche di cui sopra ed assicurare che le donne, in particolare quelle in aree rurali, partecipino in modo paritario al loro sviluppo; Adottare misure per affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici specificamente sui mezzi di sussistenza delle donne e sull’accesso alle risorse

Follow-up del rapporto e preparazione del prossimo  
Il Comitato chiede all’Italia di fornire, entro due anni, informazioni scritte sulle misure adottate per attuare le Raccomandazioni di cui sopra inerenti alla creazione di un’ Istituzione nazionale per i Diritti Umani, a garantire la pari partecipazione di donne e uomini alla vita politica e pubblica e nell'occupazione, e alle donne rifugiate e richiedenti asilo. Il Comitato comunicherà la data di scadenza del prossimo Rapporto periodico in linea con un futuro calendario basato su un ciclo di revisione di otto anni.
 

Annuario

2024

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donne Nazioni Unite / ONU Comitati Nazioni Unite Italia discriminazione