Il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) esprime preoccupazione sulla trasparenza delle forze dell'ordine e del governo italiano
Il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) è stato istituito nel 1999 dal Consiglio d'Europa per monitorare la conformità degli Stati agli standard anticorruzione dell'organizzazione. Il suo obiettivo è migliorare la capacità dei suoi membri di combattere la corruzione monitorando la loro conformità agli indicatori anticorruzione del Consiglio d'Europa attraverso un processo dinamico di valutazione reciproca. Questo processo aiuta a identificare le carenze nelle politiche nazionali anticorruzione, stimolando le necessarie riforme legislative, istituzionali e pratiche.
L’Italia è membro del GRECO dal 2007 ed è stata sottoposta a quattro cicli di valutazione (nel 2007, 2009, 2012 e 2016), che si sono focalizzati su diversi temi legati alla prevenzione e alla lotta alla corruzione.
La percezione della corruzione in Italia resta al di sopra della media UE. Secondo il Barometro Globale sulla Corruzione 2021 di Transparency International, l’85% degli intervistati che vivono in Italia pensano che la corruzione nel Governo sia un grave problema (mentre la media UE è del 62%). Nonostante ciò, come si è visto nell’ultima campagna elettorale nazionale, la lotta alla corruzione e i conflitti di interesse non costituiscono più un elemento chiave del dibattito pubblico e politico. Mentre le forze dell’ordine sono molto attive nella lotta alla corruzione, alcuni recenti sviluppi legislativi potrebbero destare preoccupazioni. Infatti, il 10 luglio 2024, la Camera ha approvato in via definitiva un disegno di legge che cancella il reato di abuso d’ufficio (articolo 323 del codice penale), che riguarda chi commette illeciti nell’esercizio delle proprie funzioni di pubblico ufficiale.
In questo contesto è stato avviato il Quinto ciclo di valutazione dell'Italia, che ha prodotto l'ultimo rapporto del GRECO nell'agosto 2024. L’obiettivo di questo rapporto è quello di valutare l’efficacia delle misure adottate dalle autorità italiane per prevenire la corruzione e promuovere l'integrità nei governi centrali (funzioni esecutive di alto livello) e nelle forze dell’ordine. Il rapporto contiene un’analisi critica della situazione, prendendo in considerazione gli sforzi effettuati dalle parti coinvolte e i risultati ottenuti. Identifica possibili lacune e fornisce raccomandazioni per il miglioramento.
Rispetto ai governi centrali, il GRECO osserva che l’Italia possiede un quadro legale e istituzionale consistente per la prevenzione e la lotta alla corruzione che, tuttavia, risulta difficile da dominare, ciò andando a scapito della sua efficienza. Più in generale, non c’è un quadro comune di regole sulla integrità che risulti applicabile a tutte le persone che ricoprono funzioni esecutive di alto livello. Pertanto, un’analisi sistemica dei rischi per l’integrità e un codice di condotta specifico dovrebbero essere applicabili a tutti, integrandoli con una supervisione idonea, con attività dedicate all’incremento della consapevolezza e prevedendo consulenze riservate sulle questioni etiche.
Per quanto riguarda la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, il GRECO esprime la propria preoccupazione per la bassa rappresentanza femminile in tutte e tre le forze, specialmente a livello dirigenziale. A tutte e tre le forze si applica un solido sistema di prevenzione per la gestione dei rischi legati all’integrità nelle proprie gerarchie. Tuttavia, tale sistema potrebbe essere migliorato con l’introduzione di controlli sull’integrità nell’ambito dei trasferimenti e delle promozioni, oltre che, a intervalli regolari, per le funzioni più esposte.
Queste raccomandazioni vengono indirizzate alle autorità italiane, che stabiliscono le istituzioni/organismi nazionali responsabili per l’attuazione dell’azione richiesta. Entro 18 mesi dall’approvazione del presente rapporto, l’Italia è tenuta a inviare un rapporto sulle azioni intraprese in risposta alle raccomandazioni del GRECO.