Comitato europeo dei diritti sociali: il rispetto dei diritti sociali in Italia nel 2023

Sommario
- Introduzione
- Confederazione Generale Sindacale (CGS) & Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche (FLP) v. Italy, Reclamo No. 161/2018
- Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica - Nursing Up v. Italy, Reclamo No. 169/2018
- Sindacato autonomo Pensionati Or.S.A. v. Italy, Reclamo No. 167/2018
- Sindacato autonomo Pensionati Or.S.A. v. Italy, Reclamo No 187/2019
- Amnesty International c. Italia, Reclamo n. 178/2019
- Conclusione
Introduzione
Nel 2023, il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) ha emesso una serie di decisioni significative sul rispetto da parte dell'Italia della Carta sociale europea riveduta del 1996, di cui il paese è firmatario. Adottata dal Consiglio d'Europa, la Carta garantisce una vasta gamma di diritti sociali ed economici fondamentali, compresi i diritti all'alloggio, all'istruzione, alle cure sanitarie, al l'occupazione e alla protezione contro la povertà. Essendo uno dei firmatari originari, l'Italia è giuridicamente obbligata a rispettare tali disposizioni.
L'ECSR controlla la conformità degli Stati attraverso due meccanismi principali: rapporti periodici di stato e reclami collettivi presentati da sindacati, ONG e altre organizzazioni idonee. Quest'ultimo, introdotto dal Protocollo addizionale alla Carta del 1995, è meno noto rispetto al sistema di rendicontazione, ma è uno strumento essenziale per rendere i governi responsabili delle violazioni dei diritti sociali.
Nelle sue decisioni del 2023 riguardanti l'Italia, il CEDS ha esaminato le denunce presentate da sindacati, pensionati e popolazioni vulnerabili. Sebbene il Comitato non abbia riscontrato violazioni in questi casi, le denunce hanno sottolineato l'importanza di mantenere solide garanzie per i diritti sociali e hanno contribuito a chiarire la portata degli obblighi dell'Italia ai sensi della Carta.
Confederazione Generale Sindacale (CGS) & Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche (FLP) v. Italy, Reclamo No. 161/2018
CGS e FLP, sindacati che rappresentano i lavoratori del settore pubblico in Italia, hanno contestato il Contratto Collettivo Nazionale (NCA) del 12 febbraio 2018, sostenendo che violava i loro diritti sindacali escludendoli dai futuri processi di contrattazione collettiva perché non avevano firmato l'accordo.
I denuncianti hanno sostenuto che questa esclusione violava diverse disposizioni della Carta sociale europea rivista, tra cui l'articolo 5, che garantisce il diritto di organizzare; Articolo 6§2, che protegge il diritto alla contrattazione collettiva richiedendo una partecipazione effettiva ai processi di negoziazione; Articolo 21(a) e (b), che garantisce il diritto al l'informazione e alla consultazione; e Articolo 22(a), (b) e (c), che afferma il diritto di partecipare alla determinazione e al miglioramento delle condizioni di lavoro e del l'ambiente di lavoro. Inoltre, hanno citato l'articolo E sulla non discriminazione, sostenendo che l'esclusione era discriminatoria, e l'articolo G sulle restrizioni, contestando la legittimità di eventuali limitazioni poste ai loro diritti.
Tuttavia, nella sua decisione di merito adottata il 19 ottobre 2022, il CEDS ha scelto di valutare la denuncia esclusivamente ai sensi dell'articolo 6§2. Ha ritenuto che la disposizione fosse la più direttamente rilevante, in quanto la questione centrale sollevata dalle denunce riguardava la loro esclusione dal processo di contrattazione collettiva, un argomento specificamente affrontato dal diritto alla contrattazione collettiva protetto dall'articolo 6§2. Sebbene la denuncia faccia riferimento a diverse altre disposizioni, il Comitato ha esercitato il suo potere discrezionale di concentrarsi solo sul l'articolo più applicabile ai fatti, una pratica comune quando sono invocati diritti multipli ma la sostanza della denuncia rientra principalmente nel campo d'applicazione di un'unica disposizione.
Il Comitato ha concluso al l'unanimità che non vi è stata violazione del diritto alla contrattazione collettiva. Sebbene sia stata riconosciuta l'esclusione dei sindacati dai futuri negoziati, il ECSR ha concluso che non violava le norme specifiche dell'articolo 6§2 come interpretato ai sensi della Carta. La decisione è stata resa pubblica il 22 febbraio 2023 e lo stesso giorno il Comitato dei Ministri ha adottato la risoluzione CM/ResChS(2023)18, chiudendo di fatto la denuncia senza ulteriori misure nei confronti dell'Italia.
Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica - Nursing Up v. Italy, Reclamo No. 169/2018
La denuncia, Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica - Nursing Up, è un sindacato che rappresenta i professionisti del settore sanitario italiano. Il sindacato ha sostenuto che, ai sensi del decreto legislativo n. 165/2001 e del contratto collettivo nazionale di lavoro (NCLA) del 21 maggio 2018 per i lavoratori del settore sanitario pubblico, era stato ingiustamente escluso dalle successive trattative collettive perché aveva rifiutato di firmare l'NCLA. Nursing Up sosteneva che tale esclusione violava una serie di disposizioni della Carta sociale europea.
In particolare, il sindacato ha citato violazioni dell'articolo 5 (diritto di organizzare), dell'articolo 6§2 (diritto alla contrattazione collettiva), dell'articolo 21(a) e (b) (diritto all'informazione e alla consultazione) e dell'articolo 22(a), (b) e (c) (diritto di partecipare alla determinazione e al miglioramento delle condizioni e del l'ambiente di lavoro). Inoltre, il sindacato ha fatto riferimento all'articolo E (non discriminazione) e all'articolo G (restrizioni) in relazione a ciascuna delle suddette disposizioni, affermando che il quadro legislativo e contrattuale discriminava i suoi membri e limitava indebitamente i loro diritti sindacali.
Il CEDS, nella sua decisione di merito adottata il 19 ottobre 2022, ha valutato la denuncia esclusivamente ai sensi dell'articolo 6§2, come ha fatto nella denuncia n. 161/2018. Il comitato ha stabilito che questa disposizione era la più direttamente pertinente alla questione centrale, esercitando la sua discrezionalità di concentrarsi sull'articolo più applicabile al merito della denuncia. Ha concluso all'unanimità che non vi era alcuna violazione del diritto alla contrattazione collettiva quale definito da tale disposizione. L'esclusione di Nursing Up dai futuri negoziati, pur riconosciuta, non è stata ritenuta incompatibile con le norme della Carta. La decisione è stata resa pubblica il 22 febbraio 2023 e lo stesso giorno il Comitato dei Ministri ha adottato la risoluzione CM/ResChS(2023)29, chiudendo i lavori senza ulteriori azioni.
Sindacato autonomo Pensionati Or.S.A. v. Italy, Reclamo No. 167/2018
Questo caso riguardava i diritti dei pensionati in relazione alla sospensione dell'indicizzazione automatica delle pensioni. Il sindacato, Sindacato Autonomo Pensionati Or.S.A., ha sostenuto che le modifiche legislative introdotte nel 2011 e modificate nel 2015 hanno ridotto in modo significativo il valore reale delle pensioni interrompendo o congelando parzialmente il loro adeguamento al costo della vita. Secondo il denunciante, tale sospensione ha portato a una sostanziale erosione del potere d'acquisto delle pensioni di anzianità legali e violato il principio della progressività.
Il sindacato ha sostenuto che tale situazione costituiva una violazione dell'articolo 12§3 della Carta sociale europea, che obbliga gli Stati a migliorare progressivamente i loro sistemi di sicurezza sociale. Il denunciante ha sostenuto che la decisione dell'Italia di sospendere l'indicizzazione non era giustificata dalla necessità finanziaria o dall'instabilità economica, osservando che l'indicatore macroeconomico del paese nel 2015 non giustificava tali misure restrittive. In quanto tale, la sospensione ha rappresentato una battuta d'arresto nella protezione pensionistica, compromettendo gli impegni assunti dall'Italia ai sensi della Carta.
Nella sua decisione di merito adottata il 7 dicembre 2022, l'ECSR ha dichiarato all'unanimità che non vi è stata violazione dell'articolo 12§3. Il comitato ha riconosciuto le preoccupazioni circa l'adeguatezza delle pensioni, ma ha concluso che, in questo caso, le misure adottate dall'Italia non costituivano una violazione dei suoi obblighi di innalzare progressivamente il livello della sicurezza sociale.
Questa decisione è stata resa pubblica il 14 giugno 2023 e il Comitato dei Ministri ha adottato la risoluzione CM/ResChS(2023)512 del 6 settembre 2023, chiudendo formalmente il caso senza sanzione o raccomandazione.
Sindacato autonomo Pensionati Or.S.A. v. Italy, Reclamo No 187/2019
La denuncia Sindacato Autonomo Pensionati Or.S.A. era un caso di monitoraggio promosso dallo stesso sindacato coinvolto nella denuncia n. 167/2018, sempre in merito alla sospensione dell'indicizzazione automatica delle pensioni. Mentre il caso precedente era incentrato sulle modifiche legislative apportate fino al 2015, questo secondo reclamo ha esaminato l'impatto continuo di queste misure e le conseguenze a lungo termine sull'adeguatezza delle pensioni e sul tenore di vita dei pensionati.
Sebbene la motivazione completa della decisione non sia inclusa nella relazione di attività 2023, la questione centrale è rimasta una potenziale violazione dell'articolo 12§3 della Carta sociale europea, che invita gli Stati a lavorare per il miglioramento progressivo dei loro sistemi di sicurezza sociale. Il denunciante ha sostenuto che la sospensione prolungata dei meccanismi di indicizzazione era incompatibile con il principio della progressività e colpiva in modo sproporzionato i cittadini anziani, il cui potere d'acquisto continuava a diminuire.
Il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) ha adottato la sua decisione sul merito il 17 ottobre 2023 e la risoluzione CM/ResChS(2024)219 è stata adottata il 13 dicembre 2023, concludendo così l'esame formale del caso ai fini del monitoraggio del Consiglio d'Europa.
Amnesty International c. Italia, Reclamo n. 178/2019
Amnesty International ha affrontato le preoccupazioni relative alla discriminazione e alle violazioni dei diritti sociali in relazione al trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo in Italia. Sebbene la decisione sia stata adottata dal Comitato europeo dei diritti sociali (ECSR) nel 2023, è diventata pubblica solo nel 2024. Il caso ha attirato l'attenzione a causa della posizione di Amnesty International come organizzazione globale per i diritti umani e la natura delicata delle questioni sollevate.
Sebbene gli articoli specifici della Carta sociale europea rivista valutati nella denuncia non siano stati divulgati nella relazione di attività 2023, si ritiene che la denuncia si concentri sulla discriminazione e sulle protezioni dei diritti sociali per i gruppi vulnerabili. Al momento della pubblicazione del rapporto 2023, nessuna risoluzione o raccomandazione del Comitato dei Ministri era stata emessa.
Conclusione
Le decisioni del 2023 del Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) relative all'Italia evidenziano le sfide in corso e l'applicazione pratica della Carta sociale europea. Sebbene il ECSR non abbia riscontrato violazioni nei casi esaminati, queste decisioni hanno richiamato l'attenzione su diverse aree critiche, tra cui la partecipazione dei sindacati alla contrattazione collettiva, l'adeguatezza delle pensioni e i diritti di popolazioni vulnerabili come migranti e pensionati.
Questi casi dimostrano il ruolo del meccanismo dei reclami collettivi nel garantire la trasparenza e monitorare l'attuazione dei diritti sociali ai sensi della Carta. Fornendo una piattaforma per i sindacati e le organizzazioni di sollevare preoccupazioni, il meccanismo contribuisce al dialogo in corso tra la società civile e governi su come sostenere i diritti sociali nei contesti del mondo reale.