Decisioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (CoE) adottate nel 2024 sull'attuazione delle sentenze della CEDU in relazione all'Italia

Sommario
- Gruppo Cestaro c. Italia (Ricorso n. 6884/11)
- Cordella e Altri c. Italia (Ricorso n. 54414/13)
- Abenavoli c. Italia (Ricorso n. 25587/94)
- Sy (Ricorso n. 11791/20) e Citraro e Molino (Ricorso n. 50988/13)
- Gruppo J.A. e Altri c. Italia (Ricorso n. 21329/18)
- Gruppo Pennino (Ricorso n. 43892/04) e Gruppo Croce e Altri (Ricorso n. 17607/08) c. Italia
- Gruppo Darboe e Camara c. Italia (Ricorso n. 5797/17)
- Conclusioni
Gruppo Cestaro c. Italia (Ricorso n. 6884/11). 1514a Riunione (3-5 dicembre 2024) (DH) H46-21 Gruppo Cestaro c. Italia (Ricorso n. 6884/11)
Questo caso riguardava il trattamento disumano e degradante inflitto dalle forze dell'ordine durante il vertice del G8 del 2001 a Genova. La CEDU ha riscontrato una violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) a causa dell'assenza di adeguate misure legislative per prevenire e punire efficacemente gli atti di tortura.
Il Comitato dei Ministri ha riconosciuto i progressi compiuti, in particolare l'introduzione del reato di tortura nel 2017. Tuttavia, permangono preoccupazioni riguardo all'efficacia dei meccanismi di responsabilità, specialmente per quanto riguarda le pratiche delle forze dell'ordine. Il Comitato ha esortato l'Italia a migliorare la formazione degli agenti di polizia, istituire meccanismi di supervisione indipendenti e attuare misure disciplinari per prevenire future violazioni dei diritti umani. Inoltre, si chiede di apportare ulteriori modifiche legislative per rafforzare la protezione contro gli abusi della polizia.
Cordella e Altri c. Italia (Ricorso n. 54414/13). H46-22
Questo caso riguardava il mancato intervento delle autorità italiane per prevenire e mitigare i rischi ambientali e sanitari posti dall'acciaieria ILVA di Taranto, in relazione agli articoli 2 (diritto alla vita) e 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della CEDU.
Il Comitato ha preso atto delle misure adottate per decontaminare l'area, applicare normative ambientali più severe e monitorare le emissioni industriali. Tuttavia, i gruppi ambientalisti sostengono che queste misure rimangono insufficienti. Il Comitato ha raccomandato all'Italia di attuare una valutazione dell'impatto sulla salute a lungo termine e garantire una maggiore trasparenza nei rapporti di monitoraggio ambientale. Si discute anche di meccanismi di compensazione per i residenti colpiti.
Abenavoli c. Italia (Ricorso n. 25587/94). 1507a Riunione (17-19 settembre 2024) (DH) H46-15
Questo caso di lunga data riguardava l'eccessiva durata dei procedimenti giudiziari in Italia, contro il diritto a un processo equo ai sensi dell'articolo 6 della CEDU. Nella sua 1507a riunione del settembre 2024, il Comitato dei Ministri ha esaminato gli sviluppi e, il 4 ottobre 2024, ha adottato la Risoluzione CM/ResDH(2024)203, chiudendo l'esame del caso. Il Comitato ha sottolineato l'urgenza di riforme giudiziarie complete. Sebbene siano stati apportati alcuni miglioramenti procedurali, tra cui digitalizzazione del processo e aumento del personale nei tribunali, i ritardi rimangono un problema significativo. Il Comitato ha raccomandato ulteriori investimenti nell'infrastruttura giudiziaria, meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie e sistemi di gestione dei casi più rigorosi.
Sy (Ricorso n. 11791/20) e Citraro e Molino (Ricorso n. 50988/13). 1501a Riunione (11-13 giugno 2024) (DH) H46-19
Questi casi riguardavano violazioni del diritto al rispetto della vita privata e familiare ai sensi dell'articolo 8 della CEDU a causa di ingiustificate interferenze dello stato e inadeguate garanzie legali. Durante la riunione, il Comitato ha valutato le misure adottate dalle autorità italiane per affrontare le violazioni. Il Comitato ha preso che sono state attuate riforme legislative e amministrative volte a ridurre la durata dei procedimenti giudiziari.
Il Comitato ha riconosciuto i progressi compiuti ma ha sottolineato la necessità di sforzi continui per garantire l'efficacia di queste riforme. Ha incoraggiato le autorità italiane a monitorare attentamente l'impatto delle misure e a fornire aggiornamenti regolari sugli ulteriori sviluppi. Il Comitato ha deciso di mantenere la propria supervisione sulle situazioni evidenziate dalle sentenze citate, in attesa di prove di un consolidato miglioramento nella materia della durata ragionevole dei procedimenti giudiziari in Italia. Il Comitato esorta le autorità italiane ad adottare misure legislative e amministrative per prevenire future violazioni. Ci sono anche richieste di un organismo indipendente per supervisionare le azioni delle forze dell'ordine che interferiscono con i diritti alla privacy.
Gruppo J.A. e Altri c. Italia (Ricorso n. 21329/18). H46-18
Questo caso riguardava il trattamento dei richiedenti asilo, in particolare le condizioni di accoglienza e le garanzie procedurali. I ricorrenti, cittadini tunisini, erano stati soccorsi in mare e detenuti nel centro "hotspot" di Lampedusa in condizioni precarie, senza una chiara base giuridica e privatidell’accesso a ricorsi legali. Successivamente, sono stati espulsi collettivamente in Tunisia senza una corretta valutazione delle loro circostanze individuali.
La Corte ha identificato violazioni dell'articolo 3 (divieto di trattamenti inumani o degradanti), dell'articolo 5 §§ 1, 2 e 4 (diritto alla libertà e alla sicurezza) e dell'articolo 4 del Protocollo n. 4 (divieto di espulsioni collettive di stranieri). Ha criticato le autorità italiane per la detenzione arbitraria dei ricorrenti, la mancanza di informazioni riguardo ai motivi della loro detenzione, l'assenza di rimedi legali efficaci per contestare la loro detenzione, e la natura collettiva della loro espulsione. Il Comitato ha espresso preoccupazione per l’esistenza di centri di accoglienza sovraffollati e al di sotto degli standard, e ha chiesto miglioramenti in conformità con gli obblighi dell'Italia in materia di diritti umani. Si consiglia al governo di implementare un quadro di monitoraggio per garantire che le strutture di accoglienza soddisfino gli standard internazionali.
Gruppo Pennino (Ricorso n. 43892/04) e Gruppo Croce e Altri (Ricorso n. 17607/08) c. Italia. 1492a Riunione (12-14 marzo 2024). (DH) H46-20
Questi casi riguardavano eccessivi ritardi nei procedimenti amministrativi, con violazione dell'articolo 6 della CEDU. In risposta all'appello del Comitato per misure efficaci per accelerare i casi amministrativi e garantire decisioni giudiziarie tempestive, l'Italia ha intrapreso significative riforme. In particolare, il paese ha implementato un nuovo meccanismo di revisione giudiziaria progettato per accelerare i casi relativi alla pubblica amministrazione. Questa iniziativa mira a ridurre l'arretrato e migliorare l'efficienza del sistema di giustizia amministrativa.
Gruppo Darboe e Camara c. Italia (Ricorso n. 5797/17). H46-19
Questo caso riguardava le condizioni di detenzione dei minori migranti non accompagnati, che sono state giudicate inumane e degradanti, in contrasto con gli articoli 3 e 8 CEDU. Il Comitato ha sottolineato l'obbligo dell'Italia di migliorare il trattamento dei minori non accompagnati. Raccomanda di espandere soluzioni alternative e di aumentare i servizi di supporto forniti da assistenti sociali per i minori migranti.
Conclusioni
Nel corso del 2024, il Comitato dei Ministri si è attivamente impegnato con le autorità italiane per garantire la piena conformità alle sentenze della CEDU. Sebbene siano stati compiuti progressi in diverse aree, persistono situazioni critiche, in particolare per quanto riguarda i ritardi nelle procedure giudiziarie, la protezione ambientale e il trattamento dei migranti. Sforzi continui e riforme di sistema sono richieste per garantire che l'Italia rispetti pienamente i suoi obblighi in materia di diritti umani ai sensi del diritto europeo e internazionale.