Consiglio d'Europa

Misure adottate nel 2023 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa in merito all'attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo contro l'Italia

Nel 2023, il Comitato dei Ministri ha affrontato questioni relative all'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) emesse negli anni precedenti.
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa durante una riunione

Sommario

  • Gruppo Cestaro contro Italia (Ricorso n. 6884/11)
  • Gruppo Talpis contro Italia (ricorso n. 41237/14)
  • Sy (ricorso n. 11791/20) e Citraro e Molino (ricorso n. 50988/13) contro Italia
  • Marcello Viola contro Italia (n. 2) (ricorso n. 77633/16)

Gruppo Cestaro contro Italia (Ricorso n. 6884/11). 1483ª riunione (5-7 dicembre 2023) (DH) H46-18

Questo gruppo di casi riguardava accuse di maltrattamenti e successiva negligenza da parte dello Stato nell'indagare sui fatti verificatisi durante il vertice del G8 tenutosi a Genova nel 2001. La Corte ha ritenuto che l'Italia avesse violato l'articolo 3 della CEDU per gli atti commessi dalle forze di sicurezza e per la mancata adozione di misure preventive e punitive efficaci. Nella riunione del 5-7 dicembre 2023, il Comitato dei Ministri ha rilevato la mancanza di riferimento da parte delle autorità italiane alla richiesta avanzata dal Comitato nel 2019 di fornire informazioni sulla possibilità di svolgere nuove indagini penali e procedimenti disciplinari. Inoltre, ha preso atto con preoccupazione di alcune iniziative legislative volte ad abrogare le disposizioni del codice penale sul reato di tortura introdotte nel 2017, anche in esecuzione della sentenza Cestaro. Il Comitato ricorda all'Italia il suo obbligo di mettere in atto meccanismi giuridici in grado di imporre sanzioni adeguate agli autori di atti di tortura e che dovrebbe essere trasmesso un messaggio chiaro di tolleranza zero nei confronti dei maltrattamenti delle persone in stato di detenzione.

Gruppo Talpis contro Italia (Ricorso n. 41237/14). 1475ª riunione (19-21 settembre 2023) (DH) H46-19

Questo gruppo di casi riguarda violazioni degli articoli 2 e 3 della Convenzione, principalmente negligenza e gestione inadeguata delle denunce di violenza domestica. La Corte ha rilevato irregolarità che potrebbero ritardare i procedimenti, incidendo sulla prescrizione di tali reati, e violazioni dell'articolo 8 della Convenzione a causa della vittimizzazione secondaria della ricorrente.

La risoluzione pertinente del Comitato ha chiesto alle autorità di concludere tempestivamente i procedimenti penali contro gli aggressori dei ricorrenti. Il Comitato accoglie con favore le misure adottate dall'Italia per combattere la violenza domestica e la discriminazione di genere, nonché il costante impegno del Paese nell'attuazione di contromisure in materia.

Sy (ricorso n. 11791/20) e Citraro e Molino (ricorso n. 50988/13) contro l'Italia. 1468ª riunione (5-7 giugno 2023) (DH) H46-14

Questi casi riguardano il mancato adempimento da parte dello Stato italiano dei propri obblighi di assistenza ai cittadini detenuti affetti da disturbi psichiatrici. Il caso SY denuncia la violazione degli articoli 3 (divieto di maltrattamenti), 5.1 e 5.2 (diritti alla libertà e alla sicurezza), 6.1 (diritto a un processo equo) e 34 (diritto di ricorso individuale) della CEDU. Il caso Citaro e Molino, invece, riguardava la mancata protezione da parte delle autorità del figlio dei ricorrenti, che si è suicidato in carcere.

Il Comitato dei Ministri ha preso atto della reincarcerazione di Sy, ora pienamente assistito, e del miglioramento da parte dello Stato del numero di persone in attesa di trasferimento al REMS (strutture psichiatriche per l'applicazione di misure di sicurezza). Non sono possibili ulteriori misure individuali nel caso Citraro e Molino. Il Comitato è preoccupato per l'aumento del numero di suicidi in carcere verificatisi nel 2022; ciononostante, prende atto con interesse dell'adozione nel 2017 di un piano d'azione nazionale globale per la prevenzione del suicidio e dell'autolesionismo in carcere e ha sollecitato la rapida attuazione delle linee guida pertinenti.

Marcello Viola contro Italia (n. 2) (ricorso n. 77633/16). 1459ª riunione (7-9 marzo 2023) (DH) HR46-13

Il caso riguardava una violazione dell'articolo 3 della Convenzione a causa dell'irriducibilità della pena detentiva a vita inflitta al ricorrente per appartenenza a un'organizzazione criminale di tipo mafioso. La Corte europea ha ritenuto che la presunzione irrefutabile di essere un individuo pericoloso non soggetto a libertà condizionale, semplicemente per non aver collaborato con le autorità giudiziarie, sancita dalla legislazione nazionale, fosse sproporzionata. Pertanto, le autorità dovrebbero correggere questo problema strutturale.

Il Comitato dei Ministri ha preso atto con soddisfazione della riforma legislativa dell'articolo 4, lettera a), della legge sull'amministrazione penitenziaria, che ha introdotto la possibilità di rilascio condizionale per i detenuti che non collaborano con la giustizia, soddisfacendo così le raccomandazioni del Comitato. Inoltre, ha espresso fiducia nel fatto che i tribunali nazionali si atterranno, nell'interpretazione e nell'applicazione delle nuove disposizioni legislative, ai requisiti della Convenzione e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo in materia.

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2023

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