Rapporto sullo stato di diritto della Commissione Europea 2024: Il capitolo sull'Italia

Sommario
- Il sistema giudiziario
- Analisi del sistema anticorruzione
- La situazione del pluralismo dei media e della libertà di stampa
- Questioni istituzionali relative alla separazione dei poteri
- Raccomandazioni
Nel 2020, la Commissione Europea ha introdotto il quadro sullo Stato di Diritto (SdD) per gli stati membri dell'UE. L'obiettivo principale di questa iniziativa è migliorare e rafforzare gli impegni per promuovere la democrazia, i diritti fondamentali e lo stato di diritto. Il meccanismo si basa su un processo annuale di monitoraggio e dialogo e si applica simultaneamente a tutti gli stati membri dell'UE. Per evidenziare problemi e promuovere le migliori pratiche in tutta l'Unione, ogni rapporto annuale si concentra su aree tematiche importanti, come la libertà dei media, i quadri anticorruzione, l'indipendenza giudiziaria e il sistema di controllo e bilanciamento reciproco.
Il capitolo sull'Italia sottolinea che l'indipendenza giudiziaria, le azioni legali strategiche contro i giornalisti, le restrizioni alla libertà di espressione e l'applicazione delle sentenze della Corte Europea continuano ad essere questioni preoccupanti nonostante diverse riforme. Il rapporto offre raccomandazioni complete per risolvere i problemi e migliorare la situazione dello SdD in Italia, con un focus sul rafforzamento dello spazio civico, il coinvolgimento pubblico, la trasparenza e la protezione dei whistleblower.
Il sistema giudiziario
Secondo il rapporto, il governo italiano ha rinnovato il sistema giudiziario, modificando gli standard per la selezione dei membri della Corte di Cassazione, garantendo l'accesso alla giustizia e valutando la competenza dei magistrati. Nonostante questi importanti cambiamenti, il rapporto rileva che il sostegno pubblico all'indipendenza giudiziaria è drasticamente diminuito dopo il 2023 e questo rimane un problema importante. Il capitolo sottolinea che è allarmante che i leader politici attacchino verbalmente i giudici in quanto questo compromette l'indipendenza percepita della magistratura. Il governo ha approvato una proposta di emendamento costituzionale nel maggio 2024 che creerebbe due Consigli Superiori - uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri. Il rapporto nota che le parti interessate rimangono divise sulla questione di carriere separate per giudici e pubblici ministeri. Mentre alcuni pensano che sia una misura positiva, altri ritengono che potrebbe mettere a rischio l'indipendenza dei pubblici ministeri e l'unità della magistratura. Il rapporto afferma inoltre che per gestire le azioni disciplinari contro i magistrati, la bozza di riforma suggerisce anche di creare un'Alta Corte Disciplinare con 15 membri. Tuttavia, la creazione di un'Alta Corte Disciplinare ha attirato critiche dall'Associazione Nazionale Magistrati.
Secondo il rapporto, per rafforzare l'indipendenza dei tribunali tributari dal Ministero, l'Italia ha istituito il Dipartimento di Giustizia Tributaria come entità indipendente sotto il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). Le principali responsabilità del dipartimento appena costituito includono l'amministrazione e la gestione dell'attività giudiziaria tributaria, la creazione e la gestione della digitalizzazione della giustizia tributaria e la gestione delle procedure di appalto per prodotti e servizi necessari al funzionamento dei tribunali tributari. Il rapporto nota che nonostante le riforme, il Ministero può essere parte in cause tributarie attraverso le sue agenzie fiscali, quindi sono state espresse preoccupazioni sull'effettiva indipendenza dal MEF.
Il rapporto approfondisce un’importante revisione del sistema legale di giugno 2022 - le riforme hanno introdotto regole più severe sul pantouflage (revolving doors) insieme a un nuovo sistema di valutazione dei magistrati e un processo migliorato per la selezione dei capi giudiziari. La digitalizzazione della giustizia è un focus cruciale nel rapporto SdD che menziona che mentre la giustizia civile è stata digitalizzata, la giustizia tributaria e penale sono ancora in fase di digitalizzazione. Persistono sfide nell'implementazione di soluzioni digitali per i tribunali penali e gli uffici dei pubblici ministeri. Il rapporto nota anche che l'Italia è in ritardo rispetto ad altri stati membri dell'UE nelle soluzioni digitali per i procedimenti giudiziari e si classifica tra i più bassi secondo il Quadro di valutazione UE della giustizia 2024, una panoramica annuale che fornisce dati comparativi sull'efficienza, lo standard e l'autonomia dei sistemi giudiziari tra gli stati membri. Secondo il rapporto, l'efficienza continua ad essere un problema significativo nel sistema giudiziario italiano poiché la durata dei procedimenti rimane tra le più lunghe nell'UE.
Analisi del sistema anticorruzione
Il rapporto si concentra sugli attuali sviluppi legislativi e sui principali componenti del quadro anticorruzione italiano. Delinea inoltre i compiti dell'Unità Anticorruzione della Guardia di Finanza, dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e dell'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia. Esplora in dettaglio le varie riforme che l'Italia ha implementato nello sforzo di combattere la corruzione. Alcune delle riforme cruciali menzionate nel rapporto sono:
- Per aiutare le pubbliche amministrazioni e gli enti a evitare conflitti di interesse che possono sorgere dall'indebita influenza nelle aree degli appalti pubblici quando i funzionari pubblici passano a ruoli nel settore privato o viceversa, sono in fase di sviluppo linee guida per il pantouflage (revolving doors) come parte del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA).
- Un disegno di legge è stato approvato dal Parlamento nel luglio 2024, con l'intenzione di abrogare il reato di abuso d'ufficio e limitare l'ambito del reato di traffico di influenze illecite. Secondo il rapporto, sono state espresse preoccupazioni riguardo a questa riforma da parte degli stakeholder, che sottolineano che se il reato di abuso d'ufficio viene abolito, potrebbero essere scoperti e indagati meno casi di frode e corruzione. Hanno anche sostenuto che sarebbero necessarie leggi più severe sul lobbying per compensare qualsiasi riduzione dell'ambito del reato di traffico di influenze illecite. Il governo difende il disegno di legge affermando che le inefficienze amministrative potrebbero essere ridotte poiché questi reati raramente portano a condanne.
- L'approvazione di un disegno di legge da parte della Camera dei Deputati il 16 gennaio 2024, che potrebbe ridurre i tempi per perseguire i reati legati alla corruzione.
- Gli organi di polizia continuano a trarre benefici dalla digitalizzazione e dagli investimenti IT, ad esempio, la fusione dei database da parte della Guardia di Finanza e della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Il Registro dei Titolari Effettivi, operativo dal 29 settembre 2023, dovrebbe essere una preziosa fonte di dati per le autorità nella loro lotta contro il crimine finanziario.
- Progressi compiuti nella legislazione sul conflitto di interessi, attualmente in esame al Senato della Repubblica.
- I progressi nella protezione dei whistleblower, con nuove Linee Guida sulle procedure per la presentazione e la gestione delle segnalazioni di whistleblowing emesse nel luglio 2023. In seguito alle Linee Guida, il numero di segnalazioni dei whistleblower è aumentato a 1032 nel 2023 da 348 nel 2022.
Nonostante tali ampie riforme, il Rapporto sullo Stato di Diritto sottolinea che la corruzione rimane una sfida persistente, come evidenziato dal fatto che il 78% degli italiani vede la corruzione come dilagante secondo l'Eurobarometro Speciale sulla Corruzione del 2024. Secondo il rapporto, la corruzione negli appalti pubblici è diffusa poiché persistono vulnerabilità ricorrenti nella distribuzione e nell'amministrazione dei contratti pubblici, nonostante gli sforzi continui per risolvere il problema. Il capitolo sull'Italia sottolinea inoltre la mancanza di volontà politica per l'adozione di regolamenti completi sul lobbying o per stabilire un'impronta legislativa - la Camera dei Deputati ha un registro dei lobbisti, ma un quadro completo per entrambe le camere parlamentari rimane irrealizzato. Il rapporto evidenzia le carenze del sistema di integrità italiano che derivano dalla mancanza di regolamenti sul lobbying e dai limitati progressi compiuti nella riforma dei partiti politici e del loro finanziamento delle campagne. Quindi, un problema persistente è l'assenza di un registro centralizzato riguardante i dati finanziari relativi alle campagne politiche.
La situazione del pluralismo dei media e della libertà di stampa
La Costituzione italiana garantisce la libertà di stampa. Inoltre, la Legge sulla Libertà di Informazione concede ai cittadini l'accesso alle informazioni e ai documenti detenuti dalle agenzie governative. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), un garante dei media che opera in modo indipendente, è responsabile del servizio postale, delle comunicazioni elettroniche dei media e dei servizi di media audiovisivi. Con l'introduzione di riforme nel 2023, l'AGCOM ha assunto più compiti, inclusa una maggiore autorità per regolare le piattaforme online. Secondo il rapporto del 2024, una solida base legale garantisce l'indipendenza sostenuta e l'autonomia funzionale dell'AGCOM nell'esercizio della sua autorità regolatoria, che include il potere di monitorare, regolare e emettere sanzioni ai fornitori di media.
Tuttavia, il rapporto evidenzia diverse preoccupazioni riguardo allo stato della libertà dei media e del pluralismo in Italia:
- Gli stakeholder hanno sollevato preoccupazioni sul sistema di governance e finanziamento della RAI (emittente di servizio pubblico), in particolare per quanto riguarda l'interferenza politica nella nomina delle posizioni manageriali di alto livello. La sostenibilità finanziaria rimane un problema chiave nonostante il governo abbia intrapreso misure per risolvere questo problema. Gli stakeholder ritengono che le azioni del governo, come la creazione del Fondo Unico per il Pluralismo e l'Innovazione Digitale, non siano state sufficienti e che siano necessarie strategie più complete per garantire la sostenibilità del settore dei media.
- I giornalisti e operatori dei media affrontano sfide quali attacchi, intimidazioni, minacce e cause strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP). Secondo la pubblicazione, dal Rapporto sullo Stato di Diritto del 2023, la Piattaforma del Consiglio d'Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti ha elencato molteplici allerte, quattro delle quali relative ad attacchi fisici contro giornalisti e tre casi di molestie e intimidazioni. Il rapporto menziona anche che il Centro di Coordinamento per il monitoraggio delle minacce contro i giornalisti non tiene traccia dei casi di SLAPP, il che porta a sottostimare tali minacce.
Le iniziative legislative per controllare la proprietà dei media e la trasparenza non sono cambiate. Nonostante l'obbligo per stampa, radio e media audiovisivi di registrare le loro strutture proprietarie, gli stakeholder sottolineano che c'è ancora una mancanza di dati accessibili al pubblico, che impedisce una completa trasparenza. Inoltre, il rapporto elabora come le organizzazioni dei media siano preoccupate per gli sforzi legislativi come la "riforma Nordio" e l'"emendamento Costa", che suggeriscono limitazioni sulla divulgazione di documenti giudiziari, restringendo l'accesso alle informazioni.
Questioni istituzionali relative alla separazione dei poteri
Per quanto riguarda la separazione dei poteri istituzionali, il rapporto mette in luce le carenze nelle riforme costituzionali raccomandate volte ad aumentare la stabilità del governo. Il 15 novembre 2023, il Governo ha presentato al Parlamento una bozza di riforma costituzionale che è stata approvata dal Senato il 18 giugno 2024. La riforma mira a modificare il sistema parlamentare convenzionale introducendo il suffragio universale adulto per l'elezione del Primo Ministro. Gli stakeholder ritengono che questo potrebbe ostacolare la stabilità, in quanto ridurrebbe la centralità del Presidente, specialmente durante le crisi politiche.
Il frequente uso di decreti legge da parte del governo, che secondo alcuni stakeholder minaccia l'equilibrio di potere tra i dipartimenti legislativo ed esecutivo, è un'altra questione sollevata dal rapporto. I decreti legge sono destinati ad essere utilizzati in situazioni urgenti e necessarie e devono essere promulgati dal Parlamento entro 60 giorni, come stabilito dall'Articolo 77 della Costituzione italiana. Tuttavia, secondo il rapporto, l'uso dei decreti legge sta aumentando; da ottobre 2022, sono stati adottati 59 decreti legge, 51 dei quali sono diventati leggi. Ciò solleva preoccupazioni sul fatto che questo limiti il dibattito parlamentare e lo scrutinio legislativo, poiché indica che circa il 50% delle leggi adottate in Parlamento inizia come decreti emessi dal governo.
La pubblicazione evidenzia anche l'attuazione delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) come un'area di significativa preoccupazione. A gennaio 2024, l'Italia ha 66 sentenze della CEDU in attesa di attuazione, un aumento considerevole rispetto al 2023. Il rapporto sottolinea anche un altro problema persistente nel sistema giuridico italiano: l'eccessiva durata dei processi giudiziari. Non ci sono stati progressi nemmeno nell'istituzione di un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani, nonostante la raccomandazione del Rapporto 2023 di "continuare gli sforzi per istituire un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani tenendo conto dei Principi di Parigi delle Nazioni Unite". Pertanto, il rapporto evidenzia che non sono stati fatti progressi nell'attuazione della raccomandazione del precedente Rapporto sullo Stato di Diritto.
Raccomandazioni
Il rapporto fornisce diverse raccomandazioni all'Italia volte a migliorare l'attuale situazione dello stato di diritto nel paese. Secondo il rapporto 202, l’Italia dovrebbe:
- Continuare il suo impegno nel migliorare la digitalizzazione dei tribunali penali e degli uffici dei procuratori.
- Creare un'impronta legislativa per monitorare le attività di lobbying e regolamenti completi sul lobbying per stabilire un registro operativo dei lobbisti.
- Indirizzare le donazioni attraverso gruppi politici e fondazioni in modo efficiente e tempestivo e di istituire un registro informatizzato unico per i dati finanziari dei partiti e delle campagne.
- Intensificare i suoi sforzi per creare un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani secondo i Principi di Parigi.
- Assicurarsi che siano in atto politiche o procedure per garantire l'indipendenza dei media di servizio pubblico e fornire finanziamenti adeguati per l'adempimento del suo mandato di servizio.
- Continuare il processo legislativo sulla bozza di riforma sulla diffamazione, la riservatezza professionale e le fonti giornalistiche senza mettere in pericolo la libertà di stampa, assicurandosi che incorpori le norme europee per la protezione dei giornalisti.