Il Rapporto del 2024 di Amnesty International sullo stato dei diritti umani nel mondo – le difficoltà dell’Italia nel tutelare i diritti di donne, rifugiati e lavoratori nel 2023

Nell'aprile 2024, Amnesty International ha pubblicato il suo rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo. Il documento offre una panoramica delle condizioni relative ai diritti umani in oltre 150 Paesi nel corso del 2023, trattando temi che variano dai diritti delle donne e delle ragazze al trattamento dei civili nei conflitti armati. Il rapporto affronta preoccupazioni globali e regionali, concentrandosi anche sulla situazione di specifici Paesi.
Nel capitolo dedicato all’Italia, i principali problemi sollevati riguardano: tortura e maltrattamenti, violenza contro le donne con particolare attenzione ai diritti sessuali e riproduttivi, discriminazione, diritti di rifugiati e migranti, libertà di espressione e di assemblea e infine, diritto ad un ambiente sano.
Il capitolo sull’Italia si apre con casi di tortura e maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine o degli agenti penitenziari. A Verona, cinque agenti di polizia sono stati posti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine su atti di tortura a sfondo razzista. Più di venti agenti penitenziari sono stati sospesi in attesa di indagini su presunti atti di tortura presso il carcere di Biella. Tali episodi sono spesso legati a forme di discriminazione, anch’essa oggetto di preoccupazione per Amnesty International. Nel 2023, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) ha espresso costernazione per il linguaggio d’odio a sfondo razzista utilizzato nel discorso politico e sociale e anche nei servizi delle forze dell’ordine in Italia. Amnesty ha inoltre sottolineato che le leggi italiane contro l’odio e i crimini d’odio non offrono pari protezione a persone LGBTI, donne e persone con disabilità, a differenza delle tutele previste per le vittime di odio razziale, religioso, etnico o nazionalista.
Il rapporto affronta anche la questione dei diritti delle donne e delle ragazze. Nel 2023, in Italia, si sono registrati 97 femminicidi, legati ad episodi di violenza domestica. di cui 64 perpetrati da partner o ex partner. La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha condannato la scarsa disponibilità di rifugi per donne vittime di violenza di genere e l’insufficienza dei fondi destinati ai servizi di supporto. Inoltre, il Parlamento non ha adeguato la legislazione sullo stupro agli standard previsti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. L’accesso all’aborto inoltre, rimane limitato per molte donne, a causa della carenza di medici e operatori sanitari disposti a praticarlo.
La situazione di rifugiati e migranti resta critica. Nel 2023, 2.498 persone sono morte o scomparse nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Oltre 157.000 persone sono arrivate in Italia via mare in modo irregolare, tra cui più di 17.300 minori non accompagnati. Amnesty International ha espresso preoccupazione per il fatto che le autorità italiane non sempre adempiono agli obblighi di ricerca e soccorso: almeno 94 persone, tra cui 34 bambini, sono morte annegate vicino alla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria, a causa della mancanza di cooperazione con organismi internazionali e dell’assenza di un intervento tempestivo. Il governo italiano ha rivisto l’elenco dei “Paesi di origine sicuri”, aggiungendo la Nigeria e confermando la Tunisia, nonostante le diffuse violazioni dei diritti umani documentate in entrambi i Paesi. In autunno, il Parlamento ha approvato ulteriori misure volte a limitare l’accesso alla richiesta di asilo e ad estendere le possibilità di espulsione. L’Italia ha inoltre annunciato nuove collaborazioni con l’Albania e la Libia, nonostante le preoccupazioni internazionali sulle condizioni dei diritti umani in questi Paesi.
Il rapporto affronta brevemente anche il diritto ad un ambiente sano, violato dall’Italia attraverso investimenti in progetti sui combustibili fossili all’estero. Si segnala inoltre l’uso eccessivo della forza da parte della polizia durante alcune manifestazioni, compromettendo così la libertà di espressione e di assemblea.