cambiamento climatico

Un silenzio allarmante: nessun aggiornamento sul caso di Valentina Corona, mentre l'Italia discute misure contro le proteste per il clima

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© Li-An Lim su Unsplash

Fino ad oggi (maggio 2025), le autorità italiane non hanno ancora fornito alcuna risposta ufficiale riguardo al caso di Valentina Corona, attivista climatica e mediatrice, che è stata arrestata il 9 luglio 2024 durante una protesta pacifica di Extinction Rebellion a Bologna, svoltasi in occasione dell'incontro ministeriale del G7 su Scienza e Tecnologia (v. l’articolo nell’Annuario 2025).
Valentina Corona, che non partecipava alla protesta ma era presente per mediare tra gli attivisti e la polizia, sarebbe stata separata dal gruppo, costretta a spogliarsi completamente per una perquisizione di polizia e le sarebbe stato negato l'accesso a un avvocato. L’attivista è stata trattenuta insieme ad almeno altre 20 persone  in una stazione di polizia per sette-otto ore senza essere formalmente arrestate. Il fatto ha suscitato gravi preoccupazioni in quanto costituirebbe una  violazione della legge italiana oltre che delle norme internazionali sui diritti umani.

Nel dicembre 2024, alcuni Relatori Speciali delle Nazioni Unite hanno chiesto chiarimenti al governo italiano, il quale però non ha risposto entro il periodo di riservatezza di 60 giorni. La dichiarazione è stata quindi resa pubblica sul sito web delle Procedure Speciali sui Diritti Umani delle Nazioni Unite il 12 febbraio 2025. In essa, gli esperti dell'ONU hanno espresso profonda preoccupazione per la presunta detenzione arbitraria e il trattamento degradante inflitto a Corona, chiedendo un'indagine indipendente. Hanno avvertito che il caso di Valentina Corona potrebbe avere un effetto intimidatorio sui difensori dei diritti umani e sugli attivisti climatici, scoraggiandoli dall'esercitare i loro diritti alla libertà di espressione, associazione e manifestazione pacifica. Gli esperti hanno ricordato all'Italia l’obbligo ai sensi del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR) di proteggere questi diritti e di tutelare gli attivisti da ritorsioni, compresi arresti, cause legali o altre azioni volte a zittire il dissenso. Da febbraio 2025 non sono stati riportati sviluppi.
Questo silenzio arriva in un momento delicato. Nell'aprile 2025, il governo italiano ha adottato un nuovo Decreto Sicurezza senza un pieno dibattito in Parlamento (v. questo articolo nell’Annuario 2025). Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, il decreto introduce misure vaghe e troppo ampie che potrebbero consentire alle autorità di impedire la protesta, usando la forza contro i manifestanti e restringendo le attività della società civile. Ci sono preoccupazioni particolari sul fatto che questi nuovi poteri potrebbero essere utilizzati per prendere di mira attivisti climatici pacifici, difensori dei diritti umani e altri gruppi che lottano per la giustizia sociale e ambientale.
Il caso di Valentina Corona evidenzia i crescenti rischi affrontati dagli attivisti climatici in Italia. Solleva gravi dubbi sulla volontà del governo di difendere i diritti umani, la libertà di espressione e il diritto di riunirsi pacificamente, in un momento in cui difendere questi valori è più importante che mai.

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