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I Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia: Analisi del 13° Rapporto CRC (2023)

bambini che si tengono per mano
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Sommario

  • Povertà ed esclusione sociale
  • Istruzione e dispersione scolastica
  • Salute e benessere psicologico
  • Violenza e protezione dei minorenni
  • Conclusione

Il 13° Rapporto CRC (2023) rappresenta un’analisi approfondita della situazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, fornendo un quadro dettagliato delle sfide, delle criticità e dei progressi nell’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC). Il rapporto, preparato dal Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo CRC), un network di oltre 100 associazioni italiane che si occupano della tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti e curato da Save the Children Italia, evidenzia la necessità di politiche più efficaci e coordinate per affrontare problemi strutturali come la povertà minorile, la dispersione scolastica, la salute mentale dei giovani e la violenza contro i minori.

Povertà ed esclusione sociale

Uno degli aspetti più allarmanti evidenziati dal rapporto è il livello crescente di povertà tra i minorenni. Secondo i dati, circa 1,2 milioni di bambini e adolescenti in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato in aumento rispetto agli anni precedenti. La povertà non si manifesta solo nella mancanza di beni materiali, ma ha un impatto devastante sulle opportunità educative, sanitarie e sociali di questi bambini. Il rapporto sottolinea come le misure di sostegno economico esistenti, tra cui l’Assegno Unico Universale, non siano sufficienti a garantire un’adeguata protezione ai minori più vulnerabili.

Inoltre, la povertà minorile si traduce spesso in esclusione sociale, con una maggiore difficoltà nell’accesso a servizi fondamentali come l’istruzione e la salute. La mancanza di investimenti strutturali in servizi per l’infanzia e in politiche di inclusione aggrava ulteriormente la situazione, lasciando molte famiglie senza un adeguato supporto.

Un ulteriore fattore che contribuisce alla povertà minorile è la precarietà lavorativa dei genitori. Molte famiglie monoreddito o con contratti di lavoro instabili si trovano in difficoltà nel garantire ai propri figli un livello di vita dignitoso. Questo impatta anche sulla possibilità di accesso ad attività extrascolastiche, sport e cultura, contribuendo a un divario sociale sempre più marcato tra i bambini provenienti da contesti svantaggiati e quelli appartenenti a famiglie più abbienti.

Il rapporto raccomanda interventi mirati, tra cui l’aumento dei fondi destinati al welfare minorile, il rafforzamento dei servizi di assistenza per le famiglie in difficoltà e un miglioramento delle politiche abitative per garantire condizioni di vita dignitose a tutti i bambini.

Istruzione e dispersione scolastica

Il sistema educativo italiano continua a essere segnato da alti livelli di dispersione scolastica, con una percentuale significativa di studenti che abbandonano precocemente gli studi. Il rapporto evidenzia che circa il 10% dei giovani in Italia lascia la scuola prima di completare il ciclo di istruzione secondaria, un dato superiore alla media europea. Questo fenomeno è particolarmente acuto nelle regioni del Mezzogiorno, dove le disuguaglianze economiche e sociali si riflettono in una minore partecipazione scolastica.

Un altro problema significativo riguarda l’accesso all’istruzione per i bambini con disabilità e per i minori stranieri. Nonostante i progressi normativi, molte scuole non dispongono delle risorse necessarie per garantire un’istruzione inclusiva e di qualità. Gli insegnanti di sostegno sono spesso insufficienti e la mancanza di programmi specifici per l’integrazione degli studenti stranieri rende difficile il loro percorso educativo.

L’assenza di strumenti didattici innovativi e di metodologie di apprendimento inclusive limita ulteriormente le possibilità di successo scolastico per molti studenti. Il rapporto suggerisce l’adozione di strategie pedagogiche più personalizzate, l’introduzione di tecnologie educative avanzate e un maggiore coinvolgimento delle famiglie nel percorso educativo dei figli.

Inoltre, il ruolo della scuola come luogo di crescita sociale è fondamentale. La mancanza di spazi ricreativi e di iniziative extracurriculari riduce le opportunità di socializzazione per i bambini, aumentando il rischio di isolamento e disagio. Potenziare i servizi scolastici, migliorare la formazione degli insegnanti e incrementare il numero di assistenti educativi potrebbe contribuire a ridurre il fenomeno della dispersione scolastica.

Salute e benessere psicologico

Il rapporto mette in evidenza una crescente emergenza nel campo della salute mentale tra gli adolescenti. L’aumento dei disturbi del comportamento alimentare, dell’ansia e della depressione tra i giovani è preoccupante, con un incremento del numero di richieste di aiuto ai servizi di neuropsichiatria infantile. La pandemia di COVID-19 ha aggravato questa situazione, contribuendo all’isolamento sociale e alla dipendenza da dispositivi digitali.

Un aspetto critico è la carenza di servizi di supporto psicologico nelle scuole e nei contesti territoriali. Il rapporto sottolinea la necessità di potenziare le risorse dedicate alla salute mentale, promuovendo l’accesso a servizi di consulenza psicologica per gli studenti e migliorando la formazione del personale scolastico su queste tematiche.

Oltre alla salute mentale, il rapporto evidenzia problemi legati alla nutrizione e all’attività fisica. Un numero crescente di bambini in Italia soffre di obesità o di malnutrizione, spesso a causa di abitudini alimentari scorrette e della mancanza di spazi sicuri per praticare sport. L’investimento in programmi di educazione alimentare e in strutture sportive accessibili potrebbe contribuire a migliorare la salute complessiva dei minori.

La dipendenza dai social media e dai videogiochi è un altro elemento di grande preoccupazione. Il rapporto evidenzia come l’uso eccessivo della tecnologia possa influenzare negativamente lo sviluppo cognitivo e relazionale dei minori. Programmi di alfabetizzazione digitale, educazione alla cittadinanza digitale e maggiore monitoraggio da parte delle istituzioni sono strategie suggerite per mitigare questi rischi.

Violenza e protezione dei minorenni

Nonostante nel Paese manchi una raccolta dati sistematica, i maltrattamenti infantili, tra cui l’abuso fisico, emotivo e sessuale, colpiscono anche i minori in Italia. Questi abusi hanno effetti devastanti sullo sviluppo sociale, psicologico e biologico dei bambini, aumentando il rischio di sviluppo di disturbi mentali e comportamentali. Gli abusi si verificano principalmente tra le mura domestiche: spesso, i traumi subiti dai genitori possono ripercuotersi sui figli, influenzando negativamente il loro sviluppo.

Si registrano anche altri fenomeni preoccupanti come cyberbullismo, sextortion e aumento di casi di pedopornografia online, con un abbassamento dell’età delle vittime. In aumento anche il numero di figlicidi: dal 2010 a oggi in Italia sono stati commessi 268 figlicidi, una media di quasi uno ogni due settimane, di cui 149 infradodicenni (106 tra 0 e 5 anni, ovvero il 39,7%, 43 tra 6 e 11 anni, ovvero il 16,2%). Delle 268 vittime, 151 sono maschi (56,8%), 117 femmine (43,7%). Spesso i minori LGBTQIA+ sono vittime di maltrattamenti familiari, e non hanno un’adeguata protezione legislativa.

Inoltre, il rapporto CRC intende sottolineare come le punizioni corporali, in linea con le raccomandazioni del Comitato ONU, sono condotte che minano profondamente la sicurezza fisica ed emotiva del minorenne e intende richiamare l’attenzione sulla realtà italiana: si stima che circa il 65% dei minorenni di età compresa tra i due e quattordici anni abbia subito punizioni corporali da parte dei genitori o altri caregiver. Nonostante il fenomeno dell’abuso dei mezzi di correzione sia punito dall’art. 571 del Codice Penale, è forte l’esigenza di nuove adeguate risposte alla domanda di tutela, in quanto ancora oggi l’Italia è lontana dall’arginare il fenomeno, essendo consentito l’uso della forza a scopi educativi.

Rimane drasticamente alto il numero di femminicidi in Italia, che nell’anno in corso ha suscitato un forte impatto mediatico sulla violenza domestica e di genere. Anche i bambini e le bambine ne sono vittime: nel 2023 oltre 5.000 minori conviventi sono stati coinvolti in episodi di presunte violenze domestiche e/o di genere e nel 2022 su 100 vittime di violenza sessuale donne, 29 erano minorenni. I femminicidi che si verificano spesso lasciano i minori senza entrambi i genitori, che vengono definiti orfani di crimini domestici.

Conclusione

Il 13° Rapporto CRC (2023) offre una fotografia nitida e preoccupante della condizione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. Nonostante alcuni progressi normativi e politiche di supporto, restano ancora molte criticità irrisolte che incidono profondamente sulla vita dei minorenni. Povertà, disuguaglianze educative, problemi di salute mentale e violenze domestiche continuano a rappresentare sfide urgenti che richiedono un intervento strutturato e multidisciplinare.

Per affrontare queste problematiche, è fondamentale un cambiamento di approccio nelle politiche pubbliche, con un maggiore investimento nel welfare minorile, nell’educazione inclusiva e nella tutela della salute fisica e mentale dei più giovani. Serve un impegno concreto per colmare i divari territoriali, garantire accesso equo alle opportunità e creare un ambiente sicuro e stimolante per tutti i bambini e le bambine.

L’Italia deve anche rafforzare la propria azione nel contrasto alla violenza di genere, alla violenza domestica e per la protezione dei minori LGBTQIA+, che ancora oggi subiscono discriminazioni e maltrattamenti. È necessario implementare una legislazione più incisiva che ponga fine all’uso della violenza come strumento educativo e che garantisca ai bambini vittime di abusi una rete di supporto efficace e accessibile.

Infine, l’educazione al rispetto, alla parità e alla cittadinanza attiva deve diventare una priorità a tutti i livelli della società, partendo dalle scuole e arrivando alle famiglie e alle istituzioni. Solo attraverso un approccio sistemico, che coinvolga tutti gli attori della comunità educante, si potrà garantire un futuro più equo e dignitoso alle nuove generazioni.

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2023

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