UPR

L'Italia e il quarto ciclo della Revisione Periodica Universale (UPR): impegni, preoccupazioni e prospettive future

Dal 20 al 31 gennaio 2025, durante la 48a sessione del Gruppo di lavoro sulla Revisione Periodica Universale (UPR), l'Italia ha affrontato il suo quarto ciclo UPR, insieme ad altri paesi tra cui Brasile, Egitto e Iran. Questa revisione ha fatto seguito a quelle precedenti effettuate nel febbraio 2010 (primo ciclo), nell'ottobre 2014 (secondo ciclo) e nel novembre 2019 (terzo ciclo).
Universal Periodic Review al Consiglio dei diritti umani, Ginevra
© UN Photo/Jean Marc Ferré

Sommario

  • Introduzione
  • Risultati generali e statistiche
  • Priorità tematiche chiave e sfide
  • Raccomandazioni respinte o parzialmente accolte
  • Conclusione

Introduzione

In un'epoca di sconvolgimenti globali, questa revisione si è svolta in un contesto di sfide senza precedenti. Gli anni dal 2020 al 2024 sono stati caratterizzati da una serie di crisi che hanno ridefinito le priorità internazionali e le politiche interne. Le nazioni hanno dovuto affrontare le complessità della governance migratoria, le crescenti minacce dei cambiamenti climatici, l'evoluzione del panorama dei diritti digitali e le persistenti ripercussioni socio-economiche della pandemia di COVID-19.

Durante il dialogo interattivo del gruppo di lavoro del 20 gennaio, la delegazione italiana, guidata dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Giorgio Silli, ha ribadito il proprio impegno nazionale e internazionale a favore della promozione e della protezione dei diritti umani. La sessione è stata facilitata da una troika composta da Svizzera, Macedonia del Nord e Repubblica Democratica del Congo.

Come nei cicli precedenti, la revisione si è basata su documenti e informazioni specifici, ovvero:

  • Il rapporto nazionale presentato dal governo italiano - In questo documento, lo Stato oggetto di revisione valuta i progressi compiuti e l'impatto delle raccomandazioni ricevute durante i cicli precedenti.
  • La compilazione delle informazioni delle Nazioni Unite, preparata dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) - Questo documento consiste in una sintesi dei contributi di varie entità internazionali, come i rapporti delle procedure speciali e le raccomandazioni degli organi dei trattati.
  • La Sintesi delle osservazioni delle parti interessate, preparata dall'OHCHR - Il documento fornisce una panoramica dei contributi ricevuti dalle istituzioni nazionali per i diritti umani, dalle ONG, dai difensori dei diritti umani, dalle istituzioni accademiche e dai centri di ricerca.

Alcuni Stati hanno preparato alcune domande preliminari che sono state trasmesse all'Italia attraverso la troika. Le domande preliminari sono state presentate dal Belgio, dal gruppo ristretto di sostenitori delle risoluzioni sponsorizzate sul diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile (Costa Rica, Maldive e Slovenia), dalla Germania, dal Portogallo (a nome del Gruppo di Paesi amici sui meccanismi nazionali di attuazione, rendicontazione e follow-up), dalla Slovenia, dalla Spagna, dalla Svezia, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.

Nella sua 49a sessione, tenutasi nel giugno-luglio 2025, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (HRC) ha approvato i risultati del gruppo di lavoro sull'UPR dell'Italia. I risultati consistono nella relazione del gruppo di lavoro sull'UPR, che riassume il dialogo tra le delegazioni statali e contiene l'elenco completo delle raccomandazioni rivolte allo Stato oggetto di revisione, e in un appendice contenente le risposte e le opinioni dell'Italia sulle raccomandazioni.

Questi documenti hanno evidenziato il panorama dei diritti umani in Italia e gli sforzi compiuti dal terzo ciclo, con particolare attenzione alle politiche antidiscriminatorie, al rafforzamento della protezione dei gruppi vulnerabili, all'emancipazione delle donne e al miglioramento del coordinamento istituzionale sulle questioni relative ai diritti umani.

Risultati generali e statistiche

L'Italia ha ricevuto 340 raccomandazioni da 123 Stati membri delle Nazioni Unite, classificandosi al terzo posto in termini di volume tra i paesi esaminati durante la sessione, dopo l'Iran e l'Egitto. Secondo la risposta ufficiale dell'Italia presentata nel marzo e nell'aprile 2025, 295 raccomandazioni sono state accettate integralmente, 41 sono state prese in considerazione e 4 sono state parzialmente prese in considerazione. Queste cifre riflettono la volontà e l'impegno del Paese nei confronti del processo UPR e l'interesse della comunità internazionale per la situazione italiana. Tuttavia, esse suggeriscono anche una posizione più conservatrice rispetto al ciclo precedente, in cui erano state accettate 292 raccomandazioni su 306. Infatti, la percentuale di raccomandazioni prese in considerazione è aumentata dal 4,5% al 13,2%. L'Italia ha inoltre dichiarato la sua intenzione di presentare una relazione intermedia volontaria entro gennaio 2027, continuando una pratica che aveva già adottato durante il terzo ciclo dell'UPR.

Una panoramica quantitativa delle raccomandazioni ricevute dall'Italia in questo ciclo rivela importanti spunti di riflessione sulle preoccupazioni internazionali relative al quadro dei diritti umani nel Paese. Gran parte di queste raccomandazioni si concentra su specifiche aree tematiche, tra le quali:

  • diritti dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo costituiscono una delle aree di maggiore preoccupazione, rappresentando circa il 15% di tutte le raccomandazioni, il che sottolinea il continuo scrutinio sulle politiche di governance migratoria dell'Italia.
  • Le misure antidiscriminatorie in tutte le loro forme rappresentano la seconda categoria più importante, con l'11,4% delle raccomandazioni. Questo ampio gruppo comprende richieste di affrontare il razzismo strutturale, la xenofobia, l'incitamento all'odio e la discriminazione intersezionale, in particolare nei confronti di gruppi razzializzati come i rom, i sinti e i nomadi e le persone di origine africana.
  • I diritti delle donne e l'uguaglianza di genere sono evidenziati nel 25% delle raccomandazioni, in notevole aumento rispetto alla revisione precedente (10,5%). Le raccomandazioni in questa categoria si concentrano spesso sulla lotta al femminicidio, sul rafforzamento dei servizi contro la violenza e sulla promozione dell'uguaglianza di genere in ambito politico ed economico.
  • Le raccomandazioni relative all'istituzione di le istituzioni nazionali per i diritti umani (NHRI) in conformità con i Principi di Parigi delle Nazioni Unite costituiscono quasi il 15% del totale. L'Italia ha ricevuto tali raccomandazioni sin dal suo primo ciclo di UPR, a dimostrazione della persistente preoccupazione per la mancanza di un organismo di monitoraggio completamente indipendente a livello nazionale.
  • i diritti dei bambini e l'accesso all'istruzione costituiscono oltre il 10% del totale, rappresentando un tema trasversale. Le raccomandazioni in questo campo riguardano la protezione dei minori migranti non accompagnati, l'accesso all'istruzione inclusiva, il lavoro minorile e la protezione dalla violenza.
  • diritti delle persone con disabilità rappresentano circa il 4,7% di tutte le raccomandazioni. Rispetto ai cicli precedenti, l'Italia ha compiuto progressi modesti ma degni di nota in questo settore. Mentre nel 2019 le raccomandazioni erano incentrate principalmente sull'allineamento legislativo e sul coordinamento istituzionale, il ciclo attuale richiede una risposta più strutturata.
  • diritti LGBTQ+ sono un tema centrale, con quasi il 15% delle raccomandazioni totali che affrontano specificamente questo ambito. Queste proposte sottolineano in particolare la necessità di emanare protezioni legali per la comunità LGBTQ+, riconoscere la genitorialità omosessuale e vietare le terapie di conversione.

Questa distribuzione delle raccomandazioni evidenzia la natura multidimensionale delle preoccupazioni della comunità internazionale e fornisce all'Italia una tabella di marcia per dare priorità alle riforme politiche.

Priorità tematiche chiave e sfide

Basandosi sulla panoramica quantitativa delle raccomandazioni, questa analisi approfondisce le questioni sostanziali relative ai diritti umani emerse in modo più evidente dall'UPR 2025. Tali questioni non solo segnalano le aspettative normative della comunità internazionale, ma mettono anche in luce le lacune strutturali di lunga data e le sfide in evoluzione all'interno del quadro nazionale italiano.

Migrazione e non respingimento

Gli Stati membri hanno esortato l'Italia a rafforzare i meccanismi di protezione per i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo e ad affrontare la necessità di valutazioni individualizzate delle domande di asilo. Molte raccomandazioni (34.10, 83, 300, ecc.) si sono concentrate sulla garanzia del rispetto del principio di non respingimento, sulla protezione delle persone vulnerabili in transito e sul riconoscimento giuridico dei motivi umanitari per il soggiorno.

Nella sua risposta, l'Italia ha ribadito la sua adesione al principio di non respingimento, sottolineando il ruolo delle commissioni territoriali e del controllo giudiziario nella valutazione delle richieste di protezione internazionale. Tuttavia, diverse parti interessate, tra cui le organizzazioni della società civile, hanno sottolineato che queste garanzie procedurali sono spesso compromesse da un'attuazione incoerente, da pratiche di detenzione prolungata e da un accesso insufficiente all'assistenza legale.

Discriminazione e incitamento all'odio

L'Italia ha ricevuto un numero considerevole di raccomandazioni, in cui le delegazioni hanno sottolineato le preoccupazioni per l'aumento della violenza a sfondo razziale, l'incitamento all'odio online e tutte le forme di discriminazione, comprese quelle basate sul genere (ad esempio, le raccomandazioni 34.66 avanzate dalla Repubblica di Corea e 34.71 sollevate dall'Uzbekistan).

Le raccomandazioni chiedevano una legislazione più rigorosa contro i crimini d'odio, l'attuazione efficace di strategie antirazzismo e la promozione di un'istruzione inclusiva. La Namibia ha raccomandato il divieto di profilazione razziale e l'adozione di linee guida per gli agenti di polizia volte a prevenire qualsiasi discriminazione razziale durante i controlli e altre misure di polizia. Inoltre, paesi come il Bangladesh e gli Stati Uniti d'America hanno insistito sull'importanza di servizi pubblici, istruzione e alloggi inclusivi. La delegazione italiana ha fatto riferimento all'adozione del Piano d'azione nazionale contro il razzismo (NAPAR) 2023-2027, che delinea gli obiettivi strategici delle istituzioni pubbliche, dei media e del settore privato.

Diritti delle donne e violenza di genere

Le raccomandazioni relative ai diritti delle donne e alla parità di genere riflettono le preoccupazioni internazionali in corso riguardo alle disparità strutturali di genere, alla sottorappresentanza delle donne nei ruoli decisionali e al persistere della violenza di genere, compresi il femminicidio, la violenza domestica e le molestie sessuali (cfr. raccomandazioni 34.159, 214, 229, 235, ecc.). Inoltre, alcuni Stati hanno invitato il Paese a rafforzare la propria risposta nazionale alla violenza di genere contro le donne migliorando l'accesso ai centri di accoglienza e al sostegno psicologico, garantendo un'efficace perseguibilità dei reati di genere e affrontando il divario retributivo di genere e la discriminazione sul posto di lavoro. Diverse raccomandazioni hanno sottolineato l'importanza di raccogliere dati disaggregati per genere, in particolare nei sistemi giudiziario e sanitario. Come raccomandato dall'Islanda, è necessario promuovere e proteggere i diritti alla salute sessuale e riproduttiva. Sebbene l'Italia abbia sottolineato la legge del 2023 sulla protezione globale contro la violenza di genere e i nuovi finanziamenti per i centri antiviolenza (legge n. 168/2023), le osservazioni della società civile hanno sottolineato che l'attuazione di tali quadri normativi rimane disomogenea tra le regioni e l'Italia è incoraggiata a garantire l'efficace attuazione delle leggi e delle politiche esistenti, rafforzando al contempo la parità di genere.

Le istituzioni nazionali per i diritti umani (NHRI)

Le raccomandazioni ripetute da 28 Stati membri, tra cui Qatar, Estonia e Sri Lanka, per l'istituzione di una NHRI indipendente (34.22, 23, 24, ecc.) sottolineano la centralità di questa lacuna istituzionale nel sistema dei diritti umani italiano.

Il governo ha ribadito il proprio impegno nella revisione del 2025, così come aveva fatto nel 2010, nel 2015 e nel 2019. Tuttavia, alla fine del 2024 si è verificato un cambiamento significativo con la presentazione di un progetto di legge al Parlamento, uno sviluppo che, se attuato in modo efficace, potrebbe portare a un passo avanti istituzionale per il Paese nell'adempimento dei propri obblighi internazionali in materia di diritti umani.

Diritti dei minori e accesso all'istruzione

Garantire l'accessibilità all'istruzione inclusiva per tutti, rafforzare il sistema di protezione dell'infanzia e rispondere alle esigenze specifiche dei minori non accompagnati nel contesto migratorio sono state alcune delle principali preoccupazioni sollevate dalle delegazioni in merito ai diritti dei minori (34.175, 177, 178, ecc.). L'Italia ha risposto facendo riferimento alle politiche esistenti e alle linee guida nazionali volte ad affrontare queste lacune.

Diritti delle persone con disabilità

Le raccomandazioni relative ai diritti delle persone con disabilità sottolineano la necessità di misure concrete per garantire l'accessibilità alle infrastrutture pubbliche, l'inclusione nell'istruzione e nell'occupazione e per migliorare la valutazione della disabilità. L'Italia ha risposto facendo riferimento alla sua Strategia nazionale sulla disabilità 2022-2024 e alle nuove linee guida per l'istruzione inclusiva, con cui ha indicato le priorità nazionali in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD). La Repubblica Democratica del Congo, nella raccomandazione 34.152, ha sollevato la questione dell'adozione di ulteriori incentivi per le aziende al fine di incoraggiare l'occupazione delle persone con disabilità.

Raccomandazioni respinte o parzialmente accolte

L'Italia ha accolto o parzialmente accettato 45 raccomandazioni e ha giustificato tali rifiuti sulla base dell'allineamento europeo, dei vincoli costituzionali e di considerazioni di sicurezza nazionale.

Tra gli esempi principali di raccomandazioni non accettate figurano:

  • Ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. L'Italia ha preso atto delle raccomandazioni 34.1, 2, 3, 4, 5, 9 e ha sostenuto che i suoi quadri giuridici già tutelano i diritti dei migranti sia regolari che irregolari. In linea con la posizione comune dell'UE, i suoi Stati membri non hanno firmato la convenzione citata, ma attraverso la ratifica delle convenzioni 143 e 189 dell'OIL, l'Italia è tenuta a proteggere i lavoratori migranti e rimane soggetta a revisioni periodiche sull'attuazione interna di entrambe le convenzioni.
  • Diritti genitoriali LGBTQ+ più ampi e uguaglianza giuridica nel matrimonio L'Italia ha preso atto delle raccomandazioni 34.117, 118, 119, ecc., affermando che i diritti delle coppie dello stesso sesso sono disciplinati dalla legge 76/2016, che riconosce le unioni civili, garantendo diritti e doveri in gran parte equivalenti alle coppie dello stesso sesso. Tuttavia, l'Italia non consente l'adozione congiunta da parte di coppie non sposate o dello stesso sesso, se non in casi particolari. Le riforme legislative in questo settore rimangono di competenza del Parlamento.
  • Approvazione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Pur ribadendo il proprio impegno a favore di un mondo libero dalle armi nucleari, l'Italia considera il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) come la pietra angolare del regime di disarmo e non ritiene quindi necessari nuovi trattati. La raccomandazione 34.14 è stata presa in considerazione solo in parte: la parte relativa al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) non è stata accettata, mentre gli altri elementi sono stati approvati. Modifiche alla definizione di consenso nei reati sessuali.
  • Le raccomandazioni 34.86, 87, 235, 243 sono state prese in considerazione, sottolineando che, ai sensi dell'articolo 609-bis del codice penale, come interpretato dalla Corte Suprema di Cassazione, la violenza sessuale è già caratterizzata dall'assenza di consenso, non dall'uso della violenza. Tuttavia, l'Italia ha accettato parzialmente le raccomandazioni 34.220, 221 e ha concordato sulla criminalizzazione del femminicidio.

Conclusione

Il quarto ciclo dell'UPR dell'Italia riflette la continuità in settori chiave di interesse internazionale: governance della migrazione, discriminazione razziale, violenza di genere e le tanto attese istituzioni nazionali per i diritti umani. L'aumento delle raccomandazioni relative al clima e ai diritti digitali segnala un cambiamento nel discorso globale sui diritti umani che l'Italia deve integrare nel proprio quadro nazionale. Il tasso di accettazione relativamente elevato da parte del governo indica apertura al controllo internazionale, ma l'attuazione e il follow-up rimangono i parametri di riferimento fondamentali della credibilità.

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