garante diritti della persona

Relazione sull'Attività del Garante dei Diritti della Persona del Veneto per l'Anno 2024

Logo del Garante dei diritti della persona della Regione del Veneto

Sommario

  • Attività di Difesa Civica
  • Attività di Promozione, Protezione e Pubblica Tutela dei Minori
  • Attività di Garanzia per le Persone Sottoposte a Misure Restrittive della Libertà Personale
  • Conclusioni

La "Relazione sull'Attività del Garante dei Diritti della Persona nell'Anno 2024" del Consiglio Regionale del Veneto offre una visione dettagliata e critica sull'operato di un'istituzione fondamentale per la tutela dei diritti dei cittadini. Il Garante dei Diritti della Persona, figura istituita dalla Legge regionale n. 37 del 24 dicembre 2013, riunisce le funzioni precedentemente svolte dal difensore civico, dal garante per l'infanzia e l'adolescenza e dal garante dei diritti delle persone private della libertà personale. La sua missione è quella di "garantire, promuovere, proteggere e facilitare il perseguimento dei diritti" attraverso procedure non giudiziarie di promozione, protezione e mediazione. La relazione del 2024 non si limita a un resoconto delle attività, ma espone le criticità emergenti nel tessuto sociale e istituzionale del Veneto, proponendo un'analisi costruttiva e indicando possibili direzioni per la loro risoluzione.

Attività di Difesa Civica

La prima macro-funzione del Garante è l'attività di difesa civica, volta a tutelare i diritti delle persone fisiche e giuridiche nei confronti di disfunzioni o abusi delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici nel territorio regionale. Nel 2024, l'Ufficio di Difesa Civica ha gestito 491 istanze, di cui 103 relative a funzioni conferite da leggi nazionali (principalmente riesame del diritto di accesso) e 388 inerenti alla difesa civica. Quest'ultimo dato, che rappresenta il 79% delle pratiche complessive, segna un notevole aumento di 101 pratiche rispetto al 2023, indicando una crescente fiducia dei cittadini nel ruolo del Garante come organo terzo e imparziale.

Le materie più richieste per l'intervento del Garante nel 2024 sono state "Sanzioni amministrative" (20,4%), "Tasse e tributi" (19,3%) e, in modo particolarmente significativo, "Sanità" (18,6%). L'ambito sanitario ha registrato un quasi raddoppio delle pratiche rispetto al 2023 (da 37 a 72), evidenziando una tendenza all'aumento delle lamentele relative a disfunzioni del sistema sanitario, nonostante il Veneto mantenga livelli di eccellenza nel panorama nazionale. Le criticità principali riguardano i tempi di attesa per visite ed esami e le opposizioni alle dimissioni ospedaliere. In risposta a ciò, il Garante ha continuato a supportare e incentivare la riattivazione delle Commissioni Miste Conciliative (CMC) presso gli Enti del SSR, considerandole strumenti validi per la soluzione stragiudiziale dei contenziosi. La relazione sottolinea come l'attività di "moral suasion" del Garante, sebbene priva di poteri autoritativi e sanzionatori, porti spesso a un ripristino del dialogo tra le parti e a un chiarimento delle ragioni alla base di ritardi, evitando costosi contenziosi. L'apertura al pubblico degli Uffici del Garante due mattine a settimana ha inoltre facilitato l'accesso a persone con difficoltà linguistiche o digitali, rafforzando la vicinanza dell'istituzione al cittadino.

Attività di Promozione, Protezione e Pubblica Tutela dei Minori

La seconda macro-funzione del Garante si concentra sulla promozione, protezione e tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Anche in questo ambito, il Garante opera con strumenti non giurisdizionali, privilegiando la mediazione, la persuasione e l'orientamento. Il 2024 è stato caratterizzato da difficoltà nell'applicazione delle riforme del Codice di procedura civile e nell'avvio del processo civile telematico minorile, che hanno causato ritardi nella presa in carico delle situazioni di vulnerabilità.

Un'area di intervento cruciale è il sistema della "tutela volontaria" per i minori. Al 31 dicembre 2024, il Veneto contava 667 tutori attivi, con una netta prevalenza femminile (78%) e una concentrazione nelle province di Padova, Verona e Venezia. La sinergia tra l'Ufficio del Garante e le Autorità giudiziarie minorili ha portato a un aumento delle richieste di indicazione di tutori (560 nel 2024), rendendo più fluido il processo di nomina, soprattutto per i minori stranieri non accompagnati (MSNA), che costituiscono il 96% dei minori interessati dalle richieste. La relazione evidenzia un preoccupante incremento delle richieste di tutore per bambini non riconosciuti alla nascita (15 nel 2024 rispetto ai 9 del 2023), per i quali è essenziale una tempestiva nomina per garantire la protezione e l'avvio di percorsi adottivi.

Tuttavia, permangono criticità significative per i MSNA, tra cui l'irreperibilità/fuga dei minori dai Centri di accoglienza (44% delle cause di mancato abbinamento), la problematica della loro permanenza prolungata nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) per adulti, e le difficoltà nella regolarizzazione amministrativa al raggiungimento della maggiore età. Il Garante ha segnalato queste problematiche alle Prefetture e ai Comuni, sottolineando la necessità di un coordinamento per garantire l'interesse superiore dei minori e prevenire percorsi di illegalità.

Il rapporto dedica un "focus" alle maggiori problematiche dell'area infanzia e adolescenza, riscontrate a livello nazionale e con riflessi anche in Veneto. Tra queste, spiccano:

  • Mortalità infantile: Sebbene l'Italia abbia tassi bassi, persistono disuguaglianze territoriali. Il Veneto si distingue positivamente per un basso tasso di mortalità infantile.
  • Salute mentale: Si registra un sensibile aumento dei disturbi neuropsichiatrici tra bambini e adolescenti, con una prevalenza femminile e un raddoppio degli utenti seguiti dai servizi di neuropsichiatria infantile e adolescenziale negli ultimi 10 anni. L'incremento delle prescrizioni di psicofarmaci e degli accessi al pronto soccorso per disturbi psichiatrici è allarmante.
  • Bullismo e Cyberbullismo: Il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza, con un aumento dei casi di bullismo "sistematico" e cyberbullismo in Veneto.
  • Minori vittime di abuso sessuale e grave maltrattamento: Nel 2023 sono stati registrati 6592 reati a danno di minori a livello nazionale, con un aumento dei maltrattamenti in famiglia. In Veneto, 1134 minori sono stati seguiti dalle Equipe specialistiche, con una netta prevalenza di vittime femminili e di casi di grave maltrattamento.

La relazione sottolinea l'importanza di un lavoro sociale multidimensionale e della supervisione professionale per affrontare la complessità di queste situazioni, evidenziando anche le difficoltà nell'inserimento dei minori in comunità e le richieste di dimissioni non concordate. Nonostante le sfide, vengono riportate anche "belle storie di integrazione", come quella di Mohamed, un MSNA che, grazie al supporto della tutrice e dei servizi sociali, ha raggiunto l'autonomia, dimostrando l'efficacia di una rete di supporto.

Attività di Garanzia per le Persone Sottoposte a Misure Restrittive della Libertà Personale

Il 2024 ha visto un'esplosione dell'emergenza carceri e un'attenzione senza precedenti da parte delle massime autorità civili ed ecclesiastiche, come il Presidente della Repubblica e Papa Francesco. Questa rinnovata attenzione ha portato la questione carceraria all'attenzione dell'opinione pubblica e mettendo tutti gli attori del sistema di fronte alla necessità di individuare soluzioni concrete.

Il Garante regionale dei diritti della persona opera all'interno di un articolato "sistema dei Garanti dei detenuti", che include il Garante nazionale, i Garanti regionali e quelli degli enti locali. Nel 2024, il Garante del Veneto ha condotto verifiche straordinarie in tutti gli Istituti penitenziari della Regione, riscontrando gravi criticità. Tra queste, l'assenza di un "Regolamento interno dell’Istituto" aggiornato e la mancanza di copie della "Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti" in lingue idonee da consegnare ai detenuti all'ingresso. Il Garante ha sollecitato il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP) a omogeneizzare questi strumenti e a definire un "Compendio" che semplifichi le numerose circolari e direttive.

Le principali criticità del sistema penitenziario, già evidenziate nel 2023 e accentuate nel 2024, sono:

  • Sovraffollamento: Il tasso di affollamento in Italia ha raggiunto il 121%, con il Veneto al 140,45%, e punte del 183% a Treviso, 179% a Verona e 164% a Venezia. Questo problema è considerato la causa principale di molte altre criticità e richiede soluzioni urgenti, sia attraverso l'aumento della capienza (nomina di un Commissario Straordinario per l'edilizia penitenziaria) sia attraverso la riduzione del numero dei detenuti (dibattito su misure alternative alla detenzione, depenalizzazione, ecc.).
  • Inidoneità delle strutture di detenzione: Molti edifici sono inadeguati, e l'IPM di Treviso è stato segnalato come inidoneo, con l'auspicio di una riapertura in una nuova sede a Rovigo entro il 2025.
  • Crescente numero dei suicidi: Il 2024 ha registrato 83 suicidi a livello nazionale (rispetto ai 68 del 2023), con 9 suicidi in Veneto, un dato allarmante che evidenzia la gravità del disagio psichico e la necessità di potenziare il supporto psicologico e il personale.
  • Difficoltà a favorire l'attività lavorativa dei detenuti: Nonostante il riconoscimento che il lavoro riduce notevolmente la recidiva, permangono ostacoli. Il CNEL ha approvato un documento e un disegno di legge per potenziare il lavoro in carcere, e a livello regionale, la collaborazione tra la Regione Veneto e il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria mira a promuovere percorsi di inclusione lavorativa.
  • Carenze degli organici: La Polizia Penitenziaria e i funzionari giuridico-pedagogici presentano deficit di personale, sebbene nel 2024 siano stati immessi in servizio nuovi direttori e funzionari.
  • Carenze dell'assistenza sanitaria: Le difficoltà della sanità si riflettono anche in quella penitenziaria, con un dibattito acceso sul disagio psichico nelle carceri e la necessità di potenziare il personale medico e infermieristico.

Il Garante, pur non avendo poteri autoritativi, svolge un ruolo essenziale di monitoraggio, segnalazione e coordinamento con gli altri attori del sistema penitenziario, promuovendo un dialogo costruttivo per affrontare le complesse sfide.

Conclusione

La Relazione sull'Attività del Garante dei Diritti della Persona del Veneto per l'Anno 2024 dipinge un quadro complesso ma dinamico dell'impegno dell'istituzione nella tutela dei diritti fondamentali. Attraverso le sue tre macro-funzioni – difesa civica, tutela dei minori e garanzia dei diritti delle persone private della libertà personale – il Garante si conferma un attore cruciale nel promuovere la trasparenza amministrativa, proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione e vigilare sulle condizioni di detenzione.

Le statistiche e le analisi presentate evidenziano un aumento delle richieste di intervento, soprattutto nel settore sanitario e per le problematiche legate ai minori, in particolare i MSNA. L'emergenza carceri, con il suo drammatico aumento dei suicidi e il persistente sovraffollamento, emerge come una delle sfide più urgenti e complesse, che richiede un impegno congiunto di tutte le istituzioni.

Il rapporto non si limita a denunciare le criticità, ma propone attivamente soluzioni e collaborazioni, come la riattivazione delle Commissioni Miste Conciliative, la sinergia con le autorità giudiziarie minorili per i tutori volontari, e le iniziative per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti. La figura del Garante, con il suo ruolo di "osservatorio privilegiato", è indispensabile per stimolare il dialogo, promuovere buone prassi e garantire che i diritti di ogni persona siano rispettati, anche e soprattutto in contesti di vulnerabilità e privazione della libertà. La continuità di tale impegno e la capacità di adattarsi alle nuove sfide sociali saranno fondamentali per il futuro della tutela dei diritti nel Veneto.

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