La tutela dei diritti delle minoranze in Italia: il Sesto Rapporto sullo Stato al Consiglio d’Europa

Sommario
- Quadro giuridico e istituzionale per l'istruzione, l'inclusione sociale e la conservazione della cultura
- Comunità Rom, Sinti e Caminanti (RSC)
- Sfide e impegni in corso
Il rapporto illustra l'impegno dell'Italia per la tutela delle minoranze. La Rete nazionale delle scuole con lingue minoritarie e gli accordi speciali con la RAI (Radiotelevisione Italiana) per incrementare i media in lingua minoritaria sono tra le iniziative in materia di istruzione, inclusione sociale e conservazione culturale descritte nel rapporto. Particolare attenzione viene posta sulle minoranze Rom, Sinti e Caminanti (RSC), che non sono riconosciute dalla legislazione italiana come minoranze nazionali. La Convenzione quadro consente agli Stati di determinare quali gruppi si qualifichino come minoranze nazionali, e l'Italia ha scelto di applicare questa designazione solo alle minoranze linguistiche storiche, secondo quanto previsto dalla legge n. 482/1999. Anche se l'Italia ha fatto passi avanti nell'ambito dei diritti delle minoranze, questioni come la discriminazione, l'esclusione e la mancanza di tutele legali per i gruppi RSC continuano a essere un tema importante per le azioni future.
Quadro giuridico e istituzionale per l'istruzione, l'inclusione sociale e la conservazione della cultura
Il Sesto Rapporto sullo Stato presentato al Consiglio delinea le misure legali e le principali politiche e iniziative intraprese dall'Italia per promuovere l'inclusione sociale, la conservazione culturale e l'istruzione delle popolazioni minoritarie. Viene citato l'articolo 6 della Costituzione italiana e la legge n. 482/1999, che attua l'articolo 6, per evidenziare il solido quadro legislativo per la tutela delle dodici minoranze linguistiche riconosciute. Viene menzionata anche la legge n. 38/2001 che garantisce la tutela della minoranza slovena, ampliando la portata dei diritti linguistici. Sebbene l'Italia non abbia ancora ratificato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, il rapporto rileva che l'Italia sta lavorando per diventare firmataria della Carta, con le commissioni parlamentari che stanno esaminando le misure di ratifica. Il rapporto illustra le iniziative intraprese dal Ministero dell'Istruzione e del Merito per incoraggiare l'insegnamento delle lingue minoritarie negli istituti scolastici, in conformità con la Risoluzione CM/Res CM N(2023)4 che sollecita l'Italia a garantire la disponibilità di un numero adeguato di insegnanti qualificati per l'insegnamento delle lingue minoritarie, la disponibilità di fondi per l'istruzione delle lingue minoritarie e l'aumento dell'accesso dei bambini all'istruzione linguistica al di fuori delle regioni di insediamento convenzionali. Il Ministero ha promosso la Rete nazionale delle scuole con lingue minoritarie, che nel 2024 conta più di 30 istituti scolastici e permette di facilitare l’organizzazione di iniziative di scambio interculturale, programmi di formazione degli insegnanti e programmi di studio delle lingue minoritarie.
Il rapporto fa luce anche sugli sforzi del Ministero della Cultura per aiutare a preservare la cultura delle minoranze attraverso attività come finanziamenti, formazione e iniziative di conservazione. Vengono citati sforzi come il Fondo unico per lo spettacolo (FUS) che fornisce spese di gestione ai teatri delle minoranze linguistiche, secondo il decreto del luglio 2017 intitolato: “Criteri e modalità per l'erogazione, l'anticipo e la liquidazione dei contributi per gli spettacoli dal vivo, coperti dal Fondo unico per lo spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163”. Inoltre, il rapporto menziona il contributo della Direzione Generale dell'Educazione, della Ricerca e degli Istituti Culturali alla promozione dell'educazione al patrimonio culturale. Le iniziative culturali locali, come l'editoria bilingue, i corsi di conservazione delle lingue e gli incontri culturali comunitari, mettono in luce gli sforzi per responsabilizzare le comunità locali e aumentare la consapevolezza e l'impegno. Inoltre, il rapporto evidenzia gli sforzi dell'Italia, menzionando il miglioramento dei partenariati per la radiodiffusione pubblica e gli accordi speciali con la RAI per espandere la programmazione nelle lingue minoritarie, come il sardo, lo sloveno e il friulano. Il rapporto sottolinea anche i risultati positivi di tali iniziative, e in particolare il miglioramento della programmazione multimediale, radiofonica e televisiva dedicata alle lingue minoritarie, reso possibile grazie al coinvolgimento delle minoranze stesse nel processo di definizione dei termini dell'accordo, nonché nel monitoraggio e nella convalida dei suoi risultati.
Il rapporto illustra anche le iniziative dell'Italia per ridurre l'apolidia tra i gruppi minoritari, in particolare tra i rifugiati dell'ex Jugoslavia e i loro discendenti. Vengono delineati i dettagli dei fondi stanziati dall'Italia per la tutela delle minoranze slovene, catalane e sarde nelle Regioni Friuli-Venezia Giulia e Sardegna per gli anni 2022 e 2023. In totale sono stati stanziati 6.054.693 euro e 4.200.333,89 euro rispettivamente nel 2022 e nel 2023. Inoltre, il Parlamento italiano ha ricevuto sei proposte di legge per rafforzare le tutele delle minoranze linguistiche, tra cui piani per aumentare i finanziamenti per il patrimonio culturale e l'insegnamento delle lingue.
Comunità Rom, Sinti e Caminanti (RSC)
Il rapporto illustra le principali iniziative intraprese dal governo per tutelare i diritti delle comunità Rom, Sinti e Caminanti. Vengono citati i programmi in corso per la transizione abitativa, l'integrazione sociale e l'istruzione, evidenziando gli sforzi dell'Italia per sostenere l'inclusione dei gruppi RSC, fra i quali la Strategia nazionale per l'inclusione e la partecipazione degli RSC (2021-2030) che è in linea con la Raccomandazione del Consiglio d'Europa (2021/C93/01). Alloggio, salute, istruzione e occupazione sono i quattro pilastri principali della strategia, oltre a porre particolare enfasi sulla lotta contro l’antiziganismo e sulla promozione di una maggiore inclusione sociale.
Per garantire che le scuole promuovono attivamente la diversità e prevengano l'esclusione, il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha inserito l'integrazione degli studenti rom e sinti in un quadro più ampio di educazione interculturale. Il documento del Ministero dell'Istruzione intitolato “Orientamenti interculturali: Idee e proposte per l'integrazione degli alunni con background migratorio” allarga il campo d'azione oltre i cittadini non italiani, includendo tutti gli studenti che contribuiscono al tessuto multiculturale delle scuole italiane. Questo approccio inclusivo presta particolare attenzione agli adottati internazionali, ai minori non accompagnati e agli “alunni appartenenti a gruppi rom e sinti”. Il rapporto menziona anche il Programma europeo per l'asilo, la migrazione e l'integrazione (AMIF) (2021-2027) che mette a disposizione 25 milioni di euro per l'istruzione scolastica. Le aree di intervento principali per promuovere l'integrazione, come indicato nel rapporto, sono: l'educazione della prima infanzia, il sostegno all'apprendimento delle lingue, la prevenzione dell'abbandono scolastico e il potenziamento delle scuole nelle aree urbane e socialmente complesse. Il rapporto attesta la continuazione di un'importante iniziativa educativa introdotta per la prima volta nel 2013.
Il Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini RSC è supervisionato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con i Ministeri dell'Istruzione, della Salute e l'Istituto degli Innocenti ed è finanziato con 40 milioni di euro dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+). Il progetto è stato esteso per 5 anni, dal 2024 al 2029. L'obiettivo principale dell'iniziativa è ridurre l'abbandono scolastico e migliorare l'accesso all'istruzione per tutti. Esso si articola in sei moduli chiave: attività di coordinamento; rete e governance partecipativa; prevenzione dell'abbandono scolastico; assistenza post-scolastica; attività sociali e un programma opzionale di pasti. Il rapporto offre dati statistici che sottolineano come le iniziative intraprese stiano dando risultati positivi. Secondo il rapporto, nel 2013 solo 29 scuole avevano preso parte al progetto e 150 studenti RSC erano stati iscritti. Alla fine del 2023, si contavano 719 studenti RSC, 123 scuole e quasi 8.000 ragazzi partecipanti. Il rapporto menziona anche il miglioramento dei registri di frequenza scolastica, notando che il tasso medio di frequenza degli studenti che hanno partecipato al Progetto nazionale per più di cinque anni è del 75%. Inoltre, afferma che un numero maggiore di studenti rom e sinti sta ora seguendo un percorso di istruzione superiore o di formazione professionale.
Oltre alle iniziative scolastiche ed educative, il rapporto fa luce anche sulla “transizione abitativa” per le famiglie rom e sinti. Il Ministero dell'Interno ha condotto indagini a livello nazionale per documentare e valutare come il trasferimento delle famiglie in alloggi stabili dagli insediamenti abbia avuto un impatto sugli obiettivi di inclusione sociale. Un'indagine in due fasi, completata nel dicembre 2023 dall'Istituto Nazionale di Statistica e dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), ha condotto 500 interviste con persone appartenenti alla comunità RSC che sono state trasferite in un alloggio permanente. Il rapporto indica che la transizione ha avuto un effetto positivo sull'inclusione sociale, ma l'accesso ai servizi è ancora difficile.
Il rapporto sottolinea anche gli sforzi dell'Italia per combattere ed eliminare la discriminazione e i pregiudizi nei confronti della comunità RSC. L'UNAR ha promosso alcune iniziative per contribuire a questo sforzo, come la Settimana nazionale per la promozione della cultura romanì, una campagna lanciata per sensibilizzare l'opinione pubblica sui contributi culturali offerti dalla comunità all'Italia e all'Europa. È prevista dal 3 al 10 aprile 2024, tenendo conto della Giornata internazionale dei Rom che si celebra l'8 aprile di ogni anno.
Secondo il rapporto inoltre l'apolidia è diminuita drasticamente in Italia, passando da 15.000 persone nel 2012, al momento dell'avvio della Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC), a una stima di circa 2.000 persone nel 2024. È stato poi evidenziato che la legge 337/1968 sui circhi equestri e lo spettacolo viaggiante necessita di una revisione per rispondere alle esigenze culturali ed economiche delle popolazioni rom e sinti.
Sfide e impegni in corso
Il rapporto riconosce le sfide che le minoranze continuano ad affrontare in Italia. Alcune delle sfide menzionate nel rapporto sono:
- La questione della persistente apolidia tra le comunità rom, in particolare tra i discendenti dei rifugiati jugoslavi. Il rapporto mette in luce il fatto che, nonostante il numero di apolidi sia diminuito, molte persone RSC non hanno ancora i documenti necessari, il che rende difficile per loro ricevere servizi sociali, istruzione e prospettive di lavoro.
- Secondo il rapporto, i pregiudizi nei confronti dei gruppi rom e sinti sono ancora diffusi, in particolare nei settori dell'alloggio, del lavoro e dell'istruzione. La loro emarginazione è ulteriormente aggravata da preconcetti negativi nei media e nelle conversazioni pubbliche.
- Molte famiglie rom e sinti continuano a vivere in insediamenti segregati, generalmente privi di servizi di base, strutture sanitarie e infrastrutture adeguate. L'accesso ai programmi di edilizia pubblica è stato limitato e il passaggio a un alloggio stabile resta lento.
- Il rapporto afferma inoltre che l'UNAR è stato efficace nel combattere la discriminazione, ma manca di completa autonomia e di adeguati poteri legali per attuare con successo le leggi antidiscriminazione.
- Il rapporto sottolinea anche la mancanza di un quadro legislativo distinto per la protezione nazionale delle popolazioni RSC. Sebbene l'antidiscriminazione sia l'obiettivo principale dell'attuale quadro legislativo, i programmi completi non affrontano adeguatamente la disuguaglianza socioeconomica.
Il rapporto elabora anche gli impegni in corso per la protezione delle minoranze nazionali da parte dell'Italia, impegni che prendono forma in raccomandazioni come la Risoluzione CM/Res CM N(2023)4. Il rapporto menziona che le comunità RSC non sono riconosciute come minoranze nazionali in nessun quadro normativo, ma richiama l'attenzione sulla Strategia nazionale per l'inclusione e la partecipazione (2021-2030), che affronta l'antiziganismo concentrandosi su alloggi, salute, istruzione e occupazione. Per valutare gli effetti del trasferimento delle famiglie RSC dagli insediamenti a case sicure, sono in corso indagini su tutto il territorio nazionale nell'ambito dell'iniziativa di transizione abitativa in Italia. Il rapporto riconosce il ruolo svolto dall'UNAR nella lotta alla discriminazione, ma sottolinea le sfide che deve affrontare per adempiere efficacemente ai suoi compiti. Il Consiglio d'Europa ha consigliato all'Italia di riesaminare il mandato dell'UNAR per migliorare l'efficacia e l'indipendenza. Attraverso programmi come la Rete nazionale delle scuole con lingue minoritarie, il Ministero dell'Istruzione e del Merito continua a sostenere l'istruzione nelle lingue minoritarie. Per aumentare la quantità di contenuti televisivi, radiofonici e digitali in sardo, sloveno e friulano, il governo ha esteso gli accordi con la RAI. Sebbene l'Italia non abbia ancora firmato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, le commissioni parlamentari stanno valutando le proposte di ratifica. In questo modo, l'amministrazione ha dimostrato di essere impegnata a far progredire i diritti delle minoranze dichiarando chiaramente la propria intenzione in tal senso nella relazione.