Il rapporto della Commissione Europea sullo stato di diritto: il capitolo sull'Italia

Sommario
- Sistema giudiziario
- Quadro anticorruzione
- Situazione della libertà e del pluralismo dei media
- Questioni istituzionali relative ai controlli ed equilibri
- Raccomandazioni
Il Meccanismo sullo Stato di Diritto (RoL) è stato introdotto dalla Commissione Europea nel 2020 per rafforzare la democrazia, i diritti fondamentali e lo stato di diritto negli Stati membri dell'UE. Il meccanismo si basa su un processo annuale di monitoraggio e dialogo e si applica simultaneamente a tutti gli Stati membri. Per evidenziare le problematiche e promuovere le migliori pratiche in tutta l'Unione, ogni rapporto annuale si concentra su alcune aree tematiche. Il Capitolo sull'Italia sottolinea che l'assenza di un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani, le controversie strategiche e l'aumento degli attacchi online contro i giornalisti, gli attacchi agli attivisti per i diritti umani, il ritardo nell'attuazione delle sentenze della Corte Europea e la difficoltà di accesso alle informazioni continuano ad essere questioni preoccupanti nonostante diverse riforme. Il rapporto offre raccomandazioni complete per migliorare la situazione dello Stato di Diritto in Italia, con un focus sul rafforzamento dello spazio civico, il coinvolgimento pubblico, la trasparenza e la digitalizzazione dei tribunali penali.
Sistema giudiziario
Il Rapporto nota che la percezione pubblica dell'indipendenza giudiziaria è costantemente cresciuta negli ultimi anni. Valuta anche la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, adottata nel 2022. Il rapporto afferma che sono stati istituiti nuovi tribunali tributari in seguito agli impegni dell'Italia nell'ambito del Piano di Ripresa e Resilienza. Tuttavia, persistono sfide riguardo alla loro indipendenza poiché i giudici tributari sono nominati attraverso una procedura che coinvolge il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), e le agenzie del MEF possono anche essere parti in cause davanti a questi tribunali.
Il rapporto si concentra sui dibattiti in corso nella Commissione Parlamentare per gli Affari Costituzionali sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e sulla riorganizzazione della Procura. Le proposte includono la modifica della Costituzione per differenziare i magistrati in base ai loro ruoli e l'istituzione di organi di autogoverno separati per giudici e pubblici ministeri. Il rapporto, tuttavia, prende atto delle preoccupazioni che la proposta suscita tra le parti interessate, poiché molti ritengono che i pubblici ministeri possano diventare troppo distanti dalla cultura giudiziaria e la riforma solleva anche la possibilità di influenze politiche. Inoltre, il Capitolo Paese esprime gravi preoccupazioni per le azioni disciplinari intraprese contro un collegio di giudici della Corte d'Appello di Milano dal Ministro della Giustizia nell'aprile 2023 a causa del contenuto delle loro decisioni. In questa luce, il rapporto ricorda la legislazione nazionale che afferma che "l'attività di interpretazione delle disposizioni di legge e di valutazione dei fatti e delle prove non dà luogo a responsabilità disciplinare".
Per quanto riguarda la qualità e l'efficienza del sistema giudiziario, il rapporto RoL evidenzia i progressi compiuti nella digitalizzazione del sistema di giustizia civile. Il rapporto afferma che la gestione elettronica di tutti i documenti, compreso il deposito digitale e l'accesso ai fascicoli dei casi giudiziari, è diventata obbligatoria da gennaio 2023. Nonostante i significativi progressi, le parti interessate sottolineano che la digitalizzazione deve essere supportata da ulteriori investimenti in materiali e formazione per diventare pienamente significativa e operativa. Il rapporto evidenzia che l'efficienza è migliorata considerevolmente, ma la durata dei procedimenti giudiziari rimane una persistente questione di preoccupazione. Il rapporto riconosce che l'Italia ha adottato due Decreti Legislativi il 10 ottobre 2022, riformando le procedure di giustizia penale e civile, come suggerito nel precedente rapporto RoL. Le priorità sono accelerare la risoluzione dei casi, affrontare la necessità di efficienza nei procedimenti penali e introdurre misure di giustizia riparativa.
Quadro anticorruzione
Il rapporto nota che l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) supervisiona l'attuazione dei piani d'azione anticorruzione triennali locali, coordina il Piano Nazionale Anticorruzione ed è responsabile della prevenzione della corruzione nel settore della pubblica amministrazione. Mentre il rapporto riconosce il miglioramento negli ultimi cinque anni, afferma che secondo l'Eurobarometro Speciale sulla Corruzione del 2023, l'85% degli intervistati considera la corruzione diffusa in Italia e il 33% si sente personalmente colpito dalla corruzione nella vita quotidiana.
Il rapporto riconosce diversi passi positivi intrapresi dall'Italia per riformare il quadro anticorruzione:
- L'aumento degli investimenti in strumenti IT e il potenziamento della digitalizzazione hanno facilitato l'accesso alle informazioni finanziarie da parte degli organi di law enforcement.
- La cooperazione e il coordinamento tra i vari servizi di polizia e procura nazionali, le autorità fiscali e l'Autorità Anticorruzione continuano ad essere efficaci, come lo erano nel 2022.
- Sono stati compiuti progressi nell'adozione di una legislazione completa sui conflitti di interesse secondo la raccomandazione del 2022. Il rapporto afferma che il Parlamento sta attualmente discutendo un disegno di legge che affronterebbe i conflitti di interesse per il presidente, i membri degli organi di supervisione e regolamentazione indipendenti e coloro che ricoprono posizioni di governo statale, regionale o comunale.
- Sono stati compiuti alcuni progressi nell'affrontare la necessità di stabilire un'impronta legislativa e adottare standard completi sul lobbying.
- Sono stati riconosciuti progressi nell'affrontare la pratica relativa al finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali, poiché si stanno tenendo audizioni su un disegno di legge in Senato. Tuttavia, il rapporto esprime preoccupazioni sulla mancanza di un registro centralizzato, unico e leggibile a macchina per aiutare a garantire che le informazioni sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne siano disponibili in modo coerente, comprensibile e tempestivo.
- Il Consiglio dei Ministri ha adottato il Decreto Legislativo n. 24/2023, che applica la legislazione nazionale ed europea sulla protezione dei whistleblower. Il rapporto nota che la legislazione copre i whistleblower nei settori pubblico e privato e consolida le protezioni previste dalle leggi esistenti.
- Infine, il rapporto menziona un nuovo Codice degli Appalti Pubblici, entrato in vigore il 1° aprile 2023. Il Codice mira a semplificare e snellire le procedure e ad accelerare e liberalizzare il processo di appalto.
Situazione della libertà e del pluralismo dei media
Il rapporto affronta i quadri giuridici e normativi in atto per garantire la libertà di stampa. Il rapporto menziona quanto segue:
- L'Italia ha un regolatore dei media forte e indipendente - l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che ha ampia autorità per regolare, monitorare, far rispettare e imporre sanzioni nel settore dei media. Il rapporto sottolinea diverse normative UE, come la Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi, la Direttiva sul Copyright e il Codice delle Comunicazioni Elettroniche, che sono state recepite nel quadro giuridico italiano e hanno contribuito all'espansione delle competenze dell'AGCOM su questioni relative alle iniziative di alfabetizzazione digitale e mediatica, nonché alla regolamentazione e supervisione dei media digitali e delle piattaforme online, inclusa la pubblicità digitale e il pluralismo, la disinformazione e l'incitamento all'odio nell'ambiente online.
- L'Italia ha adottato misure necessarie per ridurre l'instabilità economica del settore dei media e garantire il diritto all'informazione.
- Sono state intraprese misure proattive attraverso interventi legislativi per garantire che i giornalisti e gli operatori dei media siano protetti da aggressioni, intimidazioni, crimini d'odio e incidenti simili. Viene specificamente menzionato il Regolamento sull'Incitamento all'Odio, progettato per migliorare la protezione offerta ai giornalisti che affrontano intimidazioni, campagne diffamatorie e cyberbullismo.
- Per conformarsi agli standard e alle norme UE, l'Italia ha avviato un processo di riforma per rivedere la legge sulla diffamazione e migliorare la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche.
Pur evidenziando i tentativi fatti per migliorare lo stato della libertà dei media in Italia, il rapporto solleva alcune questioni riguardanti la situazione effettiva della libertà dei media nel paese. In primo luogo, il rapporto nota che sono necessari interventi governativi più strutturali per prevenire la concentrazione dei finanziamenti nelle grandi e medie case mediatiche al fine di garantire la sostenibilità a lungo termine delle case mediatiche più piccole e una distribuzione più equa delle risorse ai media no-profit o locali. In secondo luogo, il rapporto sottolinea che, sebbene il diritto di accesso alle informazioni sia previsto dalla legge, le parti interessate hanno sollevato preoccupazioni sull'attuazione di tale diritto. Sostengono che diventa più difficile per i giornalisti e il pubblico in generale accedere alle informazioni pertinenti in modo tempestivo a causa di ritardi e barriere pratiche. Ciò influisce negativamente sulla responsabilità e la trasparenza, soprattutto quando si tratta di autorità pubbliche. In terzo luogo, il rapporto RoL mette in luce il fatto che, anche quando esiste un quadro giuridico che protegge i giornalisti, le molestie ai giornalisti si verificano ancora in modi diversi. Il rapporto evidenzia che i giornalisti affrontano sempre più attacchi online e molestie verbali. Secondo la Piattaforma del Consiglio d'Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, dal rapporto RoL 2022 sono stati registrati 30 avvisi di attacchi ai giornalisti riguardanti l'Italia. Il rapporto esprime anche preoccupazioni per l'aumento dei casi di cause strategiche (SLAPP) che prendono di mira il personale dei media. Infine, il rapporto afferma che le leggi sulla diffamazione, le SLAPP e le intimidazioni creano congiuntamente un ambiente intimidatorio che minaccia il giornalismo investigativo e porta a restrizioni sulla libertà di espressione e sul dibattito pubblico.
Questioni istituzionali relative ai controlli ed equilibri
Il Capitolo Paese solleva diverse importanti preoccupazioni riguardanti i controlli e gli equilibri istituzionali in Italia. La mancanza di un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani (NHRI) è una delle principali questioni sottolineate nel rapporto. Secondo il rapporto, non sono stati compiuti sforzi reali per creare un NHRI, anche se sono state proposte molte bozze di legge. Il rapporto prosegue affermando che le parti interessate hanno criticato il disegno di legge che cerca di dare all'Autorità per la Protezione dei Dati (DPA) maggiore autorità per affrontare le questioni dei diritti umani perché non include alcun finanziamento aggiuntivo o risorse umane per consentire alla DPA di svolgere con successo i nuovi compiti.
Il rapporto evidenzia le preoccupazioni sulle difficoltà con le consultazioni pubbliche durante il processo legislativo. Il rapporto riconosce che la creazione di un punto di accesso online unico ha migliorato i processi di consultazione pubblica, ma nonostante le valutazioni d'impatto della regolamentazione (RIA) e le consultazioni pubbliche siano una parte obbligatoria del processo legislativo, le parti interessate affermano che non vengono condotte sistematicamente e che tenere consultazioni pubbliche non è una pratica coerente tra i ministeri. Il numero di importanti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ancora in attesa di attuazione è un'altra importante questione sollevata. Secondo il rapporto, a gennaio 2023 ci sono più sentenze in attesa di attuazione rispetto al 2022.
Infine, il rapporto solleva preoccupazioni sulla riduzione dello spazio civico nel paese. Il rapporto RoL entra in grande dettaglio su tre decreti introdotti tra ottobre 2022 e gennaio 2023. Il rapporto evidenzia anche le preoccupazioni del Consiglio d'Europa su questi decreti, affermando che potrebbero limitare la libertà e lo spazio delle organizzazioni della società civile (CSO). Le parti interessate hanno anche sollevato preoccupazioni riguardo agli attacchi alle CSO, incluse campagne diffamatorie e aggressioni ai difensori dei diritti umani, che compromettono il lavoro svolto dalle CSO.
Raccomandazioni
Il rapporto fornisce raccomandazioni approfondite all'Italia sullo stato di diritto del paese. Le raccomandazioni proposte nel rapporto 2023 sono:
- L'Italia dovrebbe continuare i suoi sforzi per migliorare la digitalizzazione dei tribunali penali e degli uffici dei pubblici ministeri.
- L'Italia dovrebbe adottare regolamenti completi sul lobbying e linee guida relative ai conflitti di interesse, e creare un registro funzionale del lobbying.
- L'Italia dovrebbe continuare i suoi sforzi per istituire un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani.
- L'Italia dovrebbe continuare il processo legislativo di modifica e aggiunta di protezioni contro la diffamazione, la riservatezza professionale e le fonti giornalistiche per proteggere i giornalisti e il personale dei media secondo gli standard europei.
- L'Italia dovrebbe istituire un registro elettronico unico per i dati finanziari dei partiti e delle campagne elettorali. Dovrebbe inoltre affrontare prontamente ed efficacemente la pratica di indirizzare fondi ai partiti attraverso fondazioni e gruppi politici.